Nel Paese in cui il Parlamento ha dovuto votare la fiducia sulla tesi che Ruby era nipote di Mubarak, il popolo dovrà pur accettare la versione che Daniza, l’orsa che per difendere i suoi cuccioli aveva ferito un uomo un mese fa, è morta a causa dell’anestesia inoculata durante la cattura!
Questo, infatti, è quanto afferma la nota diramata dalla Provincia di Trento oggi ripresa dai giornali: “In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza – recita la nota – dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa, che tuttavia non è sopravvissuta”.
Ebbene, proprio la notte tra il 9 e 10 settembre gli attivisti dell’associazione Centopercentoanimalisti aveva affisso i manifesti negli istituti scolastici di Trento con un messaggio diverso. “ Ci rivolgiamo fiduciosi ai giovani che sono il futuro – si legge nei manifesti – li invitiamo a guardare agli altri animali con un sentimento di empatia, e alla natura come la casa di tutti. Noi umani non siamo i padroni del pianeta. Sulla Terra vivono miliardi di esseri che hanno i loro diritti, primo fra tutti vivere liberi secondo natura…”.
Daniza nella notte tra martedì e mercoledì avrebbe incrociato un boscaiolo di Borzago e si sarebbe alzata sulle zampe posteriori con l’intenzione di attaccare. Così almeno ha riferito l’uomo al quotidiano Trentino.
Troppo, davvero troppo. E così è scattata la sentenza di morte. Poco importa che negli ultimi 100 anni non si conoscano episodi di aggressioni all’uomo da parte di orsi. Si rischia di più da punture di insetti che dall’incontro, peraltro improbabile, con il plantigrado.
Grottesca la giustificazione fornita alla stampa. Perché, se fosse vera, sarebbe un’ammissione di incapacità professionale degli addetti ai lavori. Riteniamo più probabile una mediazione politica, che nell’intento di affievolire gli inevitabili attacchi, avrebbe confezionato il comunicato della “telenarcosi”.
L'amarezza trova sfogo nell'ironia e nel sarcasmo, sul forum Spinoza; meritevole di citazione il post lapidario di 1970andrea:
Hanno ammazzato l'orsa Daniza.
Volevano anestetizzarla e l'hanno uccisa.
Come l'Italia insomma.
Aimez ce que jamais on ne verra deux fois.
- Alfred Victor de Vigny -
Sono molto più che indignata, non sorpresa però! Ora cosa ne sarà dei suoi 2 cuccioli, riusciranno a sopravvivere così piccoli, senza la mamma?
marinella
marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
Nel suo commento sul sito del Corriere della Sera, il Prof. Danilo Mainardi mostra pessimismo sulla sorte dei due orsacchiotti:
La storia della drammatica fine della povera orsa Daniza appare come una sequenza di scelte errate da ogni punto di vista: ecologico, biologico e gestionale. E non è finita qui, perché pare siano ancora in circolazione i 2 cuccioli il cui destino, senza la madre, è incerto o, forse, tragicamente certo.
Ho scritto poco tempo fa di questa vicenda per la mia rubrica Animalia sull’inserto settimanale Sette. Il pezzo, ancora non uscito, l’avevo chiuso così: «Mi auguro che alla comparsa di questa rubrica, l’orsa e i suoi cuccioli si aggirino ancora liberi nei boschi». Avevo fiducia ed ero certo che ragionevolezza unita a competenza avrebbero guidato ad una sensata conclusione una storia, una normale, ordinaria storia di vita di una madre di una specie selvatica libera in natura coi suoi 2 cuccioli da nutrire, da crescere, da proteggere. Non è andata così.
L’incontro ravvicinato con un individuo della nostra specie, curioso e poco competente, ha definitivamente segnato la sorte di quel gruppo familiare. Perché teoricamente conosciamo molto bene le esigenze ecologiche delle specie selvatiche che ci adoperiamo per reintrodurre e cerchiamo di salvaguardare, ma appena si verifica un evento – una razzia di bestiame o un tentativo d’attacco – salta ogni principio scientifico e ogni pratica di corretta gestione della fauna. Daniza doveva essere fermata. Questo è stato l’editto.
Sono riusciti a fare 2 cose insieme: catturarla e ucciderla allo stesso tempo. Le dosi di narcotico per la fauna selvatica sono un passaggio delicatissimo, rischioso da utilizzare con molta consapevolezza ed esperienza. Ancora una volta – forse qualcuno ricorda la povera giraffa di Imola – è stata incredibilmente ucciso per incompetenza uno splendido esemplare di orso che ha fatto solo il suo mestiere, non tanto di predatore, ma di madre.
Aimez ce que jamais on ne verra deux fois.
- Alfred Victor de Vigny -
Non voglio far polemiche non è il momento ne il luogo, poi se inizio con le polemiche è facile diventare
Comunque mi permetto di dire che è una VERGOGNA VERGOGNA
in passato sulla mia montagna ho visto più volte Daniza, una volta ero con mio fratello, l' abbiamo vista a non più di 5 m. non faceva male ad una mosca...........
purtroppo l' ignoranza di chi non conosce il portamento degli orsi è vincente su tutto
Troppo poco sentire solo la versione del Tipo aggredito bisognerebbe anche sentire la versione di Daniza
ma questo era impossibile
Molta gente si lamenta perchè ha paura degli orsi (ma cari signori mi vien da ridere) io ho incontrato l' orso per ben 26 volte in 7 anni in diverse circostanze con piccoli e maschi adulti intenti a mangiare una pecora ma sono sempre scappati via
Solo stupidaggini aver paura degli orsi, BISOGNA AVER PAURA DI TUTT' ALTRO
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
Quello che mi da più fastidio è "vedere" l' incapacità di chi ha diretto la cattura di Daniza, robe da dilettanti
Daniza aveva 18 anni, e un sedativo poteva essere (come è stato) fatale
presumo che per capire queste cose non di deve esser candidati al NOBEL nella medicina
Si Marco, incapacità o premeditazione, pensar male è un attimo.....
marinella
marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
Scusate, ma c'è una cosa che non mi è chiara.
Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di incontrare un orso o un lupo... e invidio Marco per i suoi incontri ripetuti.
Ad ogni modo ho sentito dire che questi predatori temono l'essere umano, lo evitano, fuggono se lo incontrano. E' possibile che queste convinzioni siano false? E nel caso di un'occasionale aggressione c'è da supporre che sia la conseguenza di un'atteggiamento molesto da parte dell'uomo?
L' orso non va mai contro un uomo ve lo posso assicurare io, naturalmente se uno va li a prenderli a bastonate..........
ma non parlo del caso della val Rendena parlo in generale
Ogni volta che mi ammazzano un orso, sia esso marsicano, balcanico o asturiano, muore una parte di me.
Muore quel bambino che abbracciava da piccolo il suo orsacchiotto, muore quell’adulto che è orgoglioso di abitare in un Paese ancora abitato dagli orsi più belli e innocui del mondo, di respirare la loro stessa aria, di percorrere le loro stesse montagne, di mangiare gli stessi frutti di bosco.
Non è facile la convivenza tra noi e questa splendida creatura.
Da diversi anni conosco una coppia di anziani coniugi abruzzesi, due agricoltori che vivono modestamente e con grandissima dignità in una minuscola frazione di Ortona dei Marsi. Siamo nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove l’orso marsicano vive dalla notte dei tempi.
L’ultima volta che sono andato a trovarli, li ho visti un po’ tristi. Ho chiesto il motivo e mi hanno confessato, con un po’ di imbarazzo, che avevano perso tutto il loro raccolto di fagioli, in quanto l’orso era entrato nel loro piccolo appezzamento di terra, nella valle del Giovenco, abbattendo la recinzione e tutti i filari di fagioli. L’orso è grande e ha fame.
La cosa che li aveva più avviliti era quella di aver ricevuto dal Parco, come risarcimento per la perdita del loro raccolto, solo pochi spiccioli, del tutto insufficienti per compensare i danni subiti, materiali e morali.
Non so cosa abbiano provato, come agricoltori impoveriti dalle incursioni dell’orso nel loro campicello, alla notizia della morte dell’orsa Daniza.
Ma sono sicuro che il loro cuore di padre e madre, di nonno e di nonna, sia rimasto ferito dall’idea che due teneri cuccioli d’orso siano rimasti improvvisamente orfani della loro mamma e vaghino senza protezione in un mondo, purtroppo, pieno di insidie, a volte mortali.
Gestire una popolazione di plantigradi in un territorio antropizzato non è cosa semplice. Richiede tante competenze, tanta organizzazione ed un’enorme opera di sensibilizzazione e di diffusione di cultura.
A pochi kilometri di distanza dalla sfortunata coppia di agricoltori abita una persona che da anni, con una piccola associazione locale, opera per la salvaguardia dell’orso, con iniziative pratiche molto importanti. Le hanno incendiato l’auto, ma non per questo si è fermata.
Non è facile la convivenza nemmeno tra noi umani. Il problema siamo noi, non l’orso.
Il problema sono alcuni titoli di testate giornalistiche nazionali e locali, che ogni volta che il plantigrado, spinto dalla fame o dalla sua legittima golosità, si avvicina ad un centro abitato, gridano all’aggressione, parlano di terrore e panico, quando invece dovrebbero parlare di amore e rispetto per questa magnifica creatura, che nobilita con la sua presenza i territori che abita.
Scriviamo ai direttori di queste testate ogni volta che ciò accade, aiutiamo le associazioni che si battono fattivamente per la difesa dell’orso, pretendiamo che i risarcimenti a chi subisce un “danno da orso” siano un po’ più che simbolici.
Meno inchieste amministrative e penali, meno richieste di dimissioni e più fatti, più aiuti a chi li merita, più cultura, più rispetto.
Spero che questo inutile sacrificio dell’orsa Daniza possa servire da monito per il futuro e salvare la vita degli altri esemplari di questa magnifica specie, alla quale dobbiamo tanto.
Anche Gianleonardo ha detto proprio bene, è la pura verità: il problema siamo noi, non l'orso.
Sono tanto indignata per quanto successo che non riesco a dire altro..non serve più..
anja
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama) Natura non facit saltus (Linneo)
E' proprio l'uomo, che si crede signore e padrone del mondo, la vera bestia feroce...
Daniela
... vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
... (Patrizia Cavalli)
Condivido le accorate e lucide considerazioni di chi mi ha preceduto.
Perdere una presenza così importante è una brutta sconfitta.
Penso che le soluzioni possibili fossero altre, basate su meno improvvisazione e su una migliore conoscenza.
E soprattutto sul rispetto.
Invece la soluzione è stata la peggiore possibile; l'eliminazione fisica del problema.
Va detto che la pressiona dell'opinione pubblica (e sull'opinione pubblica) localmente è stata molto forte e i giornali ci hanno marciato su con allegra incoscienza.
Se devo trovare un mandante, lo cercherei proprio nella stampa e negli altri organi di "informazione"; quotidiani, giornaletti vari, ecc ecc. che con la stessa improntitudine e ignoranza si occupano di argomenti che richiederebbero aromentazioni approfondite e articolate.
Invece no. Quella orsa era già condannata prima del fattaccio.
Il corpo di un orso è stata ritrovata nelle campagne di Pettorano sul Gizio l'Aquila.
marinella
marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
E questa era quasi sicuramente l'Orsa marsicana Peppina, colpevole di avere spaventato un contadino poche notti fa. Nonostante fosse svenuto essendo caduto per scappare, Peppina non gli aveva fatto alcun male...
Giustiziata da autorganizzati locali, evidentemente, senza scuse di narcosi
marmi
Non so se questa notizia sia vera, se lo fosse , sarebbe inquietante e ancor più vergognoso ciò che è successo.
marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum