Carthamus tinctorius L. - Zafferano bastardo
Inviato: 15 apr 2009, 07:02
Carthamus tinctorius L.
Sp. Pl.: 830 (1753)
Carduus tinctorius (L.) Falk, non Scop., nom. illeg.
Asteraceae
Zafferanone coltivato, Cartamo tintorio, Deutsch: Färberdistel
English: Safflower
Español: Cártamo, alazor
Français: Safran bâtard
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale o biennale alta 30-60 (100) cm glabra, munita di radice fittonante, fusto eretto e ramoso, corimboso nella parte superiore.
Foglie glabre, sessili, alterne, indivise, da ovato-lanceolate a lanceolate o ellitiche; margine finemente dentato-spinuloso e nervature a reticolo, le inferiori inermi, mentre quelle poste sulle ramificazioni superiori sono provviste di alcune piccole spine.
Le infiorescenze sono capolini globosi, solitari all'apice, formati da 20-100 fiori rosso-aranciati, tutti tubulosi, circondati da un involucro ovato-piriforme di ca. 2 cm di Ø con una serie di brattee esterne fogliacee, coriacee, ovato-oblunghe che si restringono alla base, terminanti generalmente con una lunga spinula. Fiori ermafroditi, talora alcuni esterni sterili. Ovario infero.
I frutti sono acheni, generalmente senza pappo, di 6-8 mm, di forma prismatica, troncati alla base e con 4 angoli sporgenti.
Tipo corologico: Origine ignota - Alloctona o Coltivata, di origine ignota.
Habitat: Terreni incolti, spesso coltivata in orti e giardini, allo stato spontaneo è rara (da 0 a 600 m)
Sistematica e possibili confusioni: Specie simili presenti in Italia:
Carthamus creticus L., con fusto gener. biancastro munito di foglie del caule con spine inserite ad angolo retto, con squame involucrali lunghe il doppio delle medie, ricurve patenti, con corolla gialla pallida o biancastra, antere bianche con strie violette.
Carthamus pinnatus Desf., pianta glabra, un poco fioccosa lungo la rachide delle foglie con fusto alto 5-20 cm o caulescente. Foglie con piccole lacinie, dentato spinose, munite spesso alla base di un lobo a guisa di orecchietta. Capolino di 3-4 cm con corolla azzurra, con brattee involucrali carnose munite di una appendice fogliacea spinulosa.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Carthamus: dall’ebraico “quarthami” tingere o dall’arabo “kartam” tintura (‘qortom’ tingere, zafferano) per la presenza di pigmenti gialli contenuti nei fiori.
Tinctorius: da "tíngo" io tingo: utilizzato per tingere
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Pianta oggigiorno poco conosciuta , ma anticamente nota sia agli Egizi che ai Greci per le sue infiorescenze, dalle quali si estraeva la cartamina, sostanza colorante, utilizzata per tingere tessuti, per dipingere, per uso alimentare e cosmetico.
Con l'avvento dei coloranti chimici questa pianta è stata quasi completamente abbandonata.
Nel primo dopoguerra, in Italia settentrionale, il Cartamo, veniva coltivato quale succedaneo dello zafferano al quale è simile per aspetto e colore, ma non per l' aroma che è blando. Era soprannominato lo zafferano dei poveri. Con il miglioramento delle condizioni di vita, anche nelle nostre regioni, non è stato più coltivato e lo si può trovare in qualche orto o giardino, per la bellezza dei suoi fiori.
Per l'estrazione dell'olio che si ottiene dai suoi semi, oggi viene coltivato su grande scala in India, Stati Uniti e Messico, che sono i più grandi produttori mondiali, in Europa solo in Spagna e Portogallo.
L'olio commestibile che si ricava, contiene un'alta percentuale di acidi grassi insaturi, ed è usato comunemente in cucina, nell'industria alimentare, nell'industria farmaceutica e nella produzione di vernici.
L'olio di semi non purificato agisce come purgante.
Nella tradizione erboristica cinese ed anglo-americana le infiorescenze vengono impiegate per stimolare il mestruo ed alleviare i dolori addominali, per combattere stadi febbrili, eruzioni cutanee, curare ferite e il morbillo.
L'intera pianta, per l'alto contenuto di fibre e proteine viene impiegata nell'alimentazione degli animali, sia come foraggio secco, che fresco, purchè la falciatura sia effettuata prima dell'infiorescenza.
Note e Curiosità: Attualmente le sue infiorescenze sono soprattutto richieste dai fioristi per le composizioni e decorazioni floreali secche.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica. Padova
Conti F.,Abbate G.,Alessandrini A.,Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
The International Plant Names Index (IPNI)
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Acta Plantarum - Semi ed altre unità primarie di dispersione
Scheda realizzata da Mirna Medri
Sp. Pl.: 830 (1753)
Carduus tinctorius (L.) Falk, non Scop., nom. illeg.
Asteraceae
Zafferanone coltivato, Cartamo tintorio, Deutsch: Färberdistel
English: Safflower
Español: Cártamo, alazor
Français: Safran bâtard
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale o biennale alta 30-60 (100) cm glabra, munita di radice fittonante, fusto eretto e ramoso, corimboso nella parte superiore.
Foglie glabre, sessili, alterne, indivise, da ovato-lanceolate a lanceolate o ellitiche; margine finemente dentato-spinuloso e nervature a reticolo, le inferiori inermi, mentre quelle poste sulle ramificazioni superiori sono provviste di alcune piccole spine.
Le infiorescenze sono capolini globosi, solitari all'apice, formati da 20-100 fiori rosso-aranciati, tutti tubulosi, circondati da un involucro ovato-piriforme di ca. 2 cm di Ø con una serie di brattee esterne fogliacee, coriacee, ovato-oblunghe che si restringono alla base, terminanti generalmente con una lunga spinula. Fiori ermafroditi, talora alcuni esterni sterili. Ovario infero.
I frutti sono acheni, generalmente senza pappo, di 6-8 mm, di forma prismatica, troncati alla base e con 4 angoli sporgenti.
Tipo corologico: Origine ignota - Alloctona o Coltivata, di origine ignota.
Habitat: Terreni incolti, spesso coltivata in orti e giardini, allo stato spontaneo è rara (da 0 a 600 m)
Sistematica e possibili confusioni: Specie simili presenti in Italia:
Carthamus creticus L., con fusto gener. biancastro munito di foglie del caule con spine inserite ad angolo retto, con squame involucrali lunghe il doppio delle medie, ricurve patenti, con corolla gialla pallida o biancastra, antere bianche con strie violette.
Carthamus pinnatus Desf., pianta glabra, un poco fioccosa lungo la rachide delle foglie con fusto alto 5-20 cm o caulescente. Foglie con piccole lacinie, dentato spinose, munite spesso alla base di un lobo a guisa di orecchietta. Capolino di 3-4 cm con corolla azzurra, con brattee involucrali carnose munite di una appendice fogliacea spinulosa.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Carthamus: dall’ebraico “quarthami” tingere o dall’arabo “kartam” tintura (‘qortom’ tingere, zafferano) per la presenza di pigmenti gialli contenuti nei fiori.
Tinctorius: da "tíngo" io tingo: utilizzato per tingere
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Pianta oggigiorno poco conosciuta , ma anticamente nota sia agli Egizi che ai Greci per le sue infiorescenze, dalle quali si estraeva la cartamina, sostanza colorante, utilizzata per tingere tessuti, per dipingere, per uso alimentare e cosmetico.
Con l'avvento dei coloranti chimici questa pianta è stata quasi completamente abbandonata.
Nel primo dopoguerra, in Italia settentrionale, il Cartamo, veniva coltivato quale succedaneo dello zafferano al quale è simile per aspetto e colore, ma non per l' aroma che è blando. Era soprannominato lo zafferano dei poveri. Con il miglioramento delle condizioni di vita, anche nelle nostre regioni, non è stato più coltivato e lo si può trovare in qualche orto o giardino, per la bellezza dei suoi fiori.
Per l'estrazione dell'olio che si ottiene dai suoi semi, oggi viene coltivato su grande scala in India, Stati Uniti e Messico, che sono i più grandi produttori mondiali, in Europa solo in Spagna e Portogallo.
L'olio commestibile che si ricava, contiene un'alta percentuale di acidi grassi insaturi, ed è usato comunemente in cucina, nell'industria alimentare, nell'industria farmaceutica e nella produzione di vernici.
L'olio di semi non purificato agisce come purgante.
Nella tradizione erboristica cinese ed anglo-americana le infiorescenze vengono impiegate per stimolare il mestruo ed alleviare i dolori addominali, per combattere stadi febbrili, eruzioni cutanee, curare ferite e il morbillo.
L'intera pianta, per l'alto contenuto di fibre e proteine viene impiegata nell'alimentazione degli animali, sia come foraggio secco, che fresco, purchè la falciatura sia effettuata prima dell'infiorescenza.
Note e Curiosità: Attualmente le sue infiorescenze sono soprattutto richieste dai fioristi per le composizioni e decorazioni floreali secche.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica. Padova
Conti F.,Abbate G.,Alessandrini A.,Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
The International Plant Names Index (IPNI)
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Acta Plantarum - Semi ed altre unità primarie di dispersione
Scheda realizzata da Mirna Medri