Gentiana clusii E.P.Perrier & Songeon - Genziana di Clusius
Inviato: 10 giu 2009, 22:11
Gentiana clusii E.P.Perrier & Songeon
in Bull. Soc. Hist. Nat Savoie 185 (1853)
Gentiana firma A. Kern., Gentiana vulgaris Beck, Gentiana clusii E.P. Perrier & Songeon subsp. undulatifolia Sünd.
Gentianaceae
Genziana di Clusius, Deutsch: Clusius-Enzian, Echter Alpenenzian
English: Clusius’ gentian
Français: Gentiane de Clusius
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne, glabra, a radice fittonante ramificata, scapo unifloro generalmente allungato (5-15 cm), con rosetta basale.
Foglie basali a (3)-5 nervi strettamente lanceolate, acute, rigide, spesso lucenti (1 x 5-6 cm); 1-2 paia di foglie cauline opposte più brevi ed ovate; margine fogliare papilloso.
Fiore pentamero singolo grande, imbutiforme; calice campanulato a tubo lungo 10-12 mm (di norma non divergente dal tubo corollino) e denti triangolari acuti, lunghi non meno di 6 e fino a 12 mm, separati da insenature anch'esse acute, prive di membrana; corolla ad imbuto lungo 4-6 cm da celeste ad azzurro intenso, chiara alla base, sia all'esterno che all'interno, punteggiata alla fauce, ma priva di macchie verdastre; lobi corollini ovato-triangolari ottusi, ma apicolati in punta; stimmi orizzontali con lobi rotondi sfrangiati.
Frutto a capsula setticida di 36-50 x 4-7 mm, deiscente nel terzo apicale. Semi numerosi, ellissoidi, di 1-1,5 x 0,7-0,8 mm, reticolati, striati longitudinalmente, di colore bruno chiaro, con areole quasi puntiformi più chiare.
Tipo corologico: Orof. SE-Europ. - Orofita sudest-europea, con areale gravitante specialmente sui Balcani: manca sui Pirenei.
Habitat: Pascoli alpini e subalpini, generalmente magri e sassosi, rupi; calcifila. Da (300)500 a 2700 m.
Sistematica e possibili confusioni: La specie appartiene al gruppo polimorfo di G. acaulis, al quale si possono riferire varie specie. Si segnalano le specie affini a quella descritta che possono venir con essa confuse, evidenziandone i principali caratteri diacritici:
G. acaulis L. (= G. kochiana Perr. & Song), quasi con la medesima distribuzione, si differenzia soprattutto per i denti calicini lunghi 1/3-1/2 del tubo (generalmente divergente dalla corolla), provvisti di un restringimento presso l'apice ± ottuso e separati da un'insenatura tronca per la presenza di una membrana biancastra; la corolla, di colore blu-violetto carico su tutta la superficie, presenta chiazze verdastre alla fauce; foglie generalmente più larghe, morbide ed ottuse all'apice; preferisce substrati silicei.
G. alpina Vill. è completamente priva di caule, ha foglie basali ellittiche non più lunghe di 15 mm e si trova con certezza solo in Lombardia, di preferenza su silice.
G. ligustica R. Vilm. & Chopinet, presente in Piemonte e Liguria, è simile a G. acaulis L., ma ha scapo a sezione quadrangolare, foglie più corte (max 2,5 cm), calice pure breve, espanso e con denti tanto lunghi quanto larghi; può considerarsi vicariante geografica alpino-occidentale di G. clusii e vicariante edafica di G. acaulis ove c'è minore acidità.
G. dinarica Beck ha calice stretto, denti calicini estroflessi lunghi 2/3 del tubo, lanceolato-mucronati, corolla blu-violacea con chiazze più scure, non verdastre; foglie basali ovato-ellittiche; calcifila (assente sulle Alpi).
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il termine generico rammenta Genthius, antico re d'Illiria che per primo avrebbe utilizzato queste piante a scopo medicinale; l'appellativo specifico deriva da Charles de l'Ecluse (Carolus Clusius), francese (1526-1609), professore di botanica a Leyden, uno dei primi botanici che studiarono la flora alpina.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Tutte le specie del genere hanno le medesime proprietà, anche se la più conosciuta (ed anche la più rara e protetta) è G. lutea: aperitive e digestive, corroboranti, toniche, stimolanti del fegato e della bile, antinfiammatorie e febbrifughe. Della pianta si usa la radice, che va essiccata e conservata all'asciutto, preferibilmente entro recipienti ben chiusi. Le genziane sono molto ricercate, in mescolanza con altre erbe aromatiche, per la preparazione di liquori amari, sia aperitivi che digestivi.
Note e Curiosità: Specie relitta terziaria, rientrata dopo le glaciazioni quaternarie dall'Asia e differenziatasi, insieme ad altre congeneri, sulle montagne europee. Anche se si ritrova ancora con relativa facilità ed abbondanza, questa pianta, come tutte le congeneri, va salvaguardata e protetta (come, del resto, già stabilito da alcune normative regionali), principalmente a motivo di raccolte indiscriminate per scopi medicinali.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Mainardis G. - Flora del Parco delle Prealpi giulie - 2005 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Scheda realizzata da Silvano Radivo
in Bull. Soc. Hist. Nat Savoie 185 (1853)
Gentiana firma A. Kern., Gentiana vulgaris Beck, Gentiana clusii E.P. Perrier & Songeon subsp. undulatifolia Sünd.
Gentianaceae
Genziana di Clusius, Deutsch: Clusius-Enzian, Echter Alpenenzian
English: Clusius’ gentian
Français: Gentiane de Clusius
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne, glabra, a radice fittonante ramificata, scapo unifloro generalmente allungato (5-15 cm), con rosetta basale.
Foglie basali a (3)-5 nervi strettamente lanceolate, acute, rigide, spesso lucenti (1 x 5-6 cm); 1-2 paia di foglie cauline opposte più brevi ed ovate; margine fogliare papilloso.
Fiore pentamero singolo grande, imbutiforme; calice campanulato a tubo lungo 10-12 mm (di norma non divergente dal tubo corollino) e denti triangolari acuti, lunghi non meno di 6 e fino a 12 mm, separati da insenature anch'esse acute, prive di membrana; corolla ad imbuto lungo 4-6 cm da celeste ad azzurro intenso, chiara alla base, sia all'esterno che all'interno, punteggiata alla fauce, ma priva di macchie verdastre; lobi corollini ovato-triangolari ottusi, ma apicolati in punta; stimmi orizzontali con lobi rotondi sfrangiati.
Frutto a capsula setticida di 36-50 x 4-7 mm, deiscente nel terzo apicale. Semi numerosi, ellissoidi, di 1-1,5 x 0,7-0,8 mm, reticolati, striati longitudinalmente, di colore bruno chiaro, con areole quasi puntiformi più chiare.
Tipo corologico: Orof. SE-Europ. - Orofita sudest-europea, con areale gravitante specialmente sui Balcani: manca sui Pirenei.
Habitat: Pascoli alpini e subalpini, generalmente magri e sassosi, rupi; calcifila. Da (300)500 a 2700 m.
Sistematica e possibili confusioni: La specie appartiene al gruppo polimorfo di G. acaulis, al quale si possono riferire varie specie. Si segnalano le specie affini a quella descritta che possono venir con essa confuse, evidenziandone i principali caratteri diacritici:
G. acaulis L. (= G. kochiana Perr. & Song), quasi con la medesima distribuzione, si differenzia soprattutto per i denti calicini lunghi 1/3-1/2 del tubo (generalmente divergente dalla corolla), provvisti di un restringimento presso l'apice ± ottuso e separati da un'insenatura tronca per la presenza di una membrana biancastra; la corolla, di colore blu-violetto carico su tutta la superficie, presenta chiazze verdastre alla fauce; foglie generalmente più larghe, morbide ed ottuse all'apice; preferisce substrati silicei.
G. alpina Vill. è completamente priva di caule, ha foglie basali ellittiche non più lunghe di 15 mm e si trova con certezza solo in Lombardia, di preferenza su silice.
G. ligustica R. Vilm. & Chopinet, presente in Piemonte e Liguria, è simile a G. acaulis L., ma ha scapo a sezione quadrangolare, foglie più corte (max 2,5 cm), calice pure breve, espanso e con denti tanto lunghi quanto larghi; può considerarsi vicariante geografica alpino-occidentale di G. clusii e vicariante edafica di G. acaulis ove c'è minore acidità.
G. dinarica Beck ha calice stretto, denti calicini estroflessi lunghi 2/3 del tubo, lanceolato-mucronati, corolla blu-violacea con chiazze più scure, non verdastre; foglie basali ovato-ellittiche; calcifila (assente sulle Alpi).
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il termine generico rammenta Genthius, antico re d'Illiria che per primo avrebbe utilizzato queste piante a scopo medicinale; l'appellativo specifico deriva da Charles de l'Ecluse (Carolus Clusius), francese (1526-1609), professore di botanica a Leyden, uno dei primi botanici che studiarono la flora alpina.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Tutte le specie del genere hanno le medesime proprietà, anche se la più conosciuta (ed anche la più rara e protetta) è G. lutea: aperitive e digestive, corroboranti, toniche, stimolanti del fegato e della bile, antinfiammatorie e febbrifughe. Della pianta si usa la radice, che va essiccata e conservata all'asciutto, preferibilmente entro recipienti ben chiusi. Le genziane sono molto ricercate, in mescolanza con altre erbe aromatiche, per la preparazione di liquori amari, sia aperitivi che digestivi.
Note e Curiosità: Specie relitta terziaria, rientrata dopo le glaciazioni quaternarie dall'Asia e differenziatasi, insieme ad altre congeneri, sulle montagne europee. Anche se si ritrova ancora con relativa facilità ed abbondanza, questa pianta, come tutte le congeneri, va salvaguardata e protetta (come, del resto, già stabilito da alcune normative regionali), principalmente a motivo di raccolte indiscriminate per scopi medicinali.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Mainardis G. - Flora del Parco delle Prealpi giulie - 2005 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Scheda realizzata da Silvano Radivo