Helicodiceros muscivorus (L.f.) Engl. - Gigaro mangiamosche
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- Nome: Antonino
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Helicodiceros muscivorus (L.f.) Engl. - Gigaro mangiamosche
Helicodiceros muscivorus (L.f.) Engl.
Monogr. Phan. [A.DC. & C.DC.] ii. 605 (1879)
Basionimo: Arum muscivorum L. f. - Suppl. Pl.: 410 (1782)
Altri sinonimi: Dracunculus muscivorus (L. f.) Parl., Arum muscivorus L. fil.
Araceae
Gigaro mangiamosche, English: Dead horse arum lily
Español: Yaro tragamoscas
Français: Arum mange-mouches
Nomi sardi: Acciappamusca, pappamusca
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea rizomatosa tuberiforme (1,5 - 3 cm), alta 20 - 40 cm.
Foglie con lungo picciolo (10 - 20 mm), provviste di guaine che formano un falso fusto con lembo a divisioni ineguali; quelle inferiori divise in 3 segmenti, le superiori centrali- linearo-acute divise in lacinie (0,5 - 1 x 8 - 15 cm) e disposte ad elica sulla costa.
Fiore unico e grande (9 - 18 x 20 - 35 cm) con spata rosso-violacea, pelosa internamente e piana al margine, ventricosa e tubulosa nella parte inferiore (5 - 8 cm) e poi si allarga con un grande lembo ovale concavo ed a forma di orecchio ricadente.
Infiorescenza a spadice 20 - 25 cm, con fiori femminili posti alla base (2 -3 cm) separati da quelli maschili (1 cm) da una zona sterile di 1 cm circa.
I frutti sono delle bacche rosse appressate su un asse cilindrico di 15 - 20 cm.
Tipo corologico: W-Medit. - Zone occidentali del Mediterraneo.
Distribuzione: Sardegna (Studi condotti presso l' Isola dei Cavoli, Isola Serpentara, Isola di Malventre e Capo Carbonara, La Maddalena. Segnalazioni non verificate si sono avute nella Sardegna interna, nella parte meridionale della catena del Limbara e presso il lago di Lerno che fa parte del comune di Pattada)
Habitat: Prati - garighe costiere- luoghi sassosi con accumulo di terriccio umido.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere è riferito alla disposizione delle foglie = "a spirale e bicorne"
L'epiteto della specie dal lat. muscivorus, -a, -um, da "musca" mosca e "voro" divorare: mangiamosche.
Proprietà ed utilizzi:
Il fetore della pianta è causato dalla presenza di solfuro di dimetile e trisolfuro di dimetile che la rendono velenosa al pascolo.
Note e Curiosità: Pianta necrofora che applica una strategia riproduttiva emanando un odore sgradevole, simile alla carogna di un animale. Questo inganno serve per attirare gli insetti pronubi (ditteri) che normalmente si trovano nelle colonie di gabbiani. La spata , coperta di peli, incanala l'insetto verso lo spadice che si presenta simile all'ano di un cavallo morto.L'insetto entra attirato da questi effluvi rimanendo intrappolato nella camera fiorale per un'intera notte. La loro entrata rende gli stimmi ricettivi al polline trasportato dall'insetto; intanto i fiori maschili iniziano a maturare il polline e gli stimmi diventano inattivi; l'indomani mattina l'insetto può andare via con il nuovo carico pollinico. Nel caso in cui la temperatura esterna diminuisce, nella camera fiorale (parte maschile) risale, essendo il fiore termogenico, per termoregolare una temperatura tra i 15° e i 30° C . Se la temperatura esterna è in forte diminuizione la spata non si srotola.
Questo comportamento della pianta è stato messo in evidenza da un team di ricercatori dell'università di Cagliari con a capo la docente di Biologia Anna Maria Angioy.
Principali Fonti
S. Pignatti - Flora Italiana - Ediagricole 1982
Enc. Nel Mondo delle Piante - Motta
Articolo su - Unica news - Trimestrale dell'Università di Cagliari - N° 14 /2003
http://www.edb.ups-tlse.fr/equipe3/MG/p ... 0horse.pdf ( British Ecological Society Functional Ecology,2003
Scheda realizzata da: Nino Messina
Monogr. Phan. [A.DC. & C.DC.] ii. 605 (1879)
Basionimo: Arum muscivorum L. f. - Suppl. Pl.: 410 (1782)
Altri sinonimi: Dracunculus muscivorus (L. f.) Parl., Arum muscivorus L. fil.
Araceae
Gigaro mangiamosche, English: Dead horse arum lily
Español: Yaro tragamoscas
Français: Arum mange-mouches
Nomi sardi: Acciappamusca, pappamusca
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea rizomatosa tuberiforme (1,5 - 3 cm), alta 20 - 40 cm.
Foglie con lungo picciolo (10 - 20 mm), provviste di guaine che formano un falso fusto con lembo a divisioni ineguali; quelle inferiori divise in 3 segmenti, le superiori centrali- linearo-acute divise in lacinie (0,5 - 1 x 8 - 15 cm) e disposte ad elica sulla costa.
Fiore unico e grande (9 - 18 x 20 - 35 cm) con spata rosso-violacea, pelosa internamente e piana al margine, ventricosa e tubulosa nella parte inferiore (5 - 8 cm) e poi si allarga con un grande lembo ovale concavo ed a forma di orecchio ricadente.
Infiorescenza a spadice 20 - 25 cm, con fiori femminili posti alla base (2 -3 cm) separati da quelli maschili (1 cm) da una zona sterile di 1 cm circa.
I frutti sono delle bacche rosse appressate su un asse cilindrico di 15 - 20 cm.
Tipo corologico: W-Medit. - Zone occidentali del Mediterraneo.
Distribuzione: Sardegna (Studi condotti presso l' Isola dei Cavoli, Isola Serpentara, Isola di Malventre e Capo Carbonara, La Maddalena. Segnalazioni non verificate si sono avute nella Sardegna interna, nella parte meridionale della catena del Limbara e presso il lago di Lerno che fa parte del comune di Pattada)
Habitat: Prati - garighe costiere- luoghi sassosi con accumulo di terriccio umido.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere è riferito alla disposizione delle foglie = "a spirale e bicorne"
L'epiteto della specie dal lat. muscivorus, -a, -um, da "musca" mosca e "voro" divorare: mangiamosche.
Proprietà ed utilizzi:
Il fetore della pianta è causato dalla presenza di solfuro di dimetile e trisolfuro di dimetile che la rendono velenosa al pascolo.
Note e Curiosità: Pianta necrofora che applica una strategia riproduttiva emanando un odore sgradevole, simile alla carogna di un animale. Questo inganno serve per attirare gli insetti pronubi (ditteri) che normalmente si trovano nelle colonie di gabbiani. La spata , coperta di peli, incanala l'insetto verso lo spadice che si presenta simile all'ano di un cavallo morto.L'insetto entra attirato da questi effluvi rimanendo intrappolato nella camera fiorale per un'intera notte. La loro entrata rende gli stimmi ricettivi al polline trasportato dall'insetto; intanto i fiori maschili iniziano a maturare il polline e gli stimmi diventano inattivi; l'indomani mattina l'insetto può andare via con il nuovo carico pollinico. Nel caso in cui la temperatura esterna diminuisce, nella camera fiorale (parte maschile) risale, essendo il fiore termogenico, per termoregolare una temperatura tra i 15° e i 30° C . Se la temperatura esterna è in forte diminuizione la spata non si srotola.
Questo comportamento della pianta è stato messo in evidenza da un team di ricercatori dell'università di Cagliari con a capo la docente di Biologia Anna Maria Angioy.
Principali Fonti
S. Pignatti - Flora Italiana - Ediagricole 1982
Enc. Nel Mondo delle Piante - Motta
Articolo su - Unica news - Trimestrale dell'Università di Cagliari - N° 14 /2003
http://www.edb.ups-tlse.fr/equipe3/MG/p ... 0horse.pdf ( British Ecological Society Functional Ecology,2003
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