Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
Iris germanica L.
Sp. Pl.: 38 (1753)
Iris sambucina L., Iris squalens L., Iris germanica L. V florentina auct., non (L.) Dykes, Iris germanica L. subsp. albicans auct., non (Lange) O. Bolòs & Vigo, Iris alba Savi, Iris albicans auct., non Lange, Iris florentina auct., non L., Iris pallida x variegata Lam. x L., Iris pallida Lam. subsp. cengialti (AmbrosiexA. Kern.) Foster, Iris x Iris variegata L., Iris pallida Lam. x Iris variegata L.
Iridaceae
Giaggiolo paonazzo, Giaggiolo germanico, Iris germanica, Giaggiolo bianco, Giglio fiorentino, Deutsch: Deutsche Schwertlilie
English: German bearded iris
Español: Cárdeno, carrizas
Français: Iris d’Allemagne
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta da 50 a 100 cm, con radice fascicolata e rizoma carnoso strisciante odoroso, fusto eretto ramoso cilindrico (diametro 1,5 cm) leggermente compresso, con 2-4 fiori di 10 cm accompagnati da larghe brattee.
Foglie: parallelinervie, di colore verde glauco, quasi tutte basali, lineari ristrette all'apice in punta acuta, larghe fino a 4 cm e lunghe da 20 a 40 cm, ensiniformi (per questo vengono anche chiamati “Spadoni”); quelle cauline più corte, scariose e abbraccianti il fusto.
Fiori: blu-violetto intenso, inodori o poco profumati, subsessili, in basso su peduncoli più al-lungati, avvolti in grandi brattee (spata bianco-membranosa solo nella metà apicale), sono portati da uno scapo alto circa 1 m. Perigonio attinomorfo costituito da 6 tepali: tre più esterni ricurvati e ondulati (lacinie portanti al centro una barba costituita da una linea di peli gialla-stri) e tre interni incurvati con sfumature più chiare, ondulati e crespati al margine (lacinie spatolate, ristrette alla base, portanti gli stili). Stami bianchi con antere lunghe circa quanto il filamento; stili 3,5 cm con lobi divergenti. Ovario infero.
Frutto: capsula fusiforme trigona, spesso abortiva, contenente semi neri, discoidali e lucenti.
Tipo corologico: Origine ignota - Alloctona o Coltivata, di origine ignota.
Distribuzione: specie di particolare bellezza, spesso coltivata e spontaneizzata in tutto il territorio italiano.
Habitat: orti, giardini e pendii erbosi anche sassosi, predilige luoghi caldi e soleggiati fino a 1.200 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: il genere Iris si è diversificato notevolmente nel corso dell’evoluzione e l’alta potenzialità genica si è gradatamente espressa fenotipicamente in maniera sempre più ricca come risposta: a) ai diversi ambienti conquistati (spesso le Iris risultano piante dominanti in natura), b) alla riproduzione sessuale e vegetativa, c) ai facili incroci tra specie affini, con possibilità di formazione di ibridi naturali meglio adattati.
L’areale naturale di distribuzione del genere Iris L. comprende l’emisfero settentrionale del nostro globo con le 300 specie circa a cui vanno aggiunte le subspecie, le varietà ed i nume-rosi ibridi naturali. Ultimamente, con la creazione di ibridi artificiali le Iris si stanno diffondendo, ad opera dell’uomo, anche nell’emisfero meridionale (Australia e Nuova Zelanda) (Colasante, 2003).
L’ibridazione, rende difficile l’esatta determinazione, per questo si fa riferimento al gruppo Iris germanica che comprende altre specie coltivate e/o derivate dall’uomo come I. marsica I. Ricci & Colas. e I. revoluta Colas., mentre con i recenti aggiornamenti I. florentina è stata inclusa in I. germanica (Conti et al., 2005).
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: dal greco antico iris "arcobaleno", per le sfumature di colore dei fiori. Iris, dea dell'Olimpo, era una messaggera molto veloce al servizio di Era, che consegnava gli ordini celesti agli uomini ed agli altri dei. L'arcobaleno era il tragitto seguito dalla stessa nel consegnare le missive.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
il rizoma, raccolto in agosto da piante di almeno 3 anni, pulito, decorticato, diviso in dischi e disseccato, ha proprietà diuretica, depurativa, espettorante, attiva la circolazione, colagoga, antifermentativa; è indicato per cefalee, emicranie mestruali con vomiti biliosi, infiammazione degli organi respiratori, digestivi e urinari. A dosi elevate è un purgativo drastico ed emeico. Le foglie ed il rizoma freschi sono altamente velenosi.
Principi attivi: amido, mucillagine, olio essenziale che emana un forte odore di violetta (irone), resina molle (canfora d’Ireos), sostanza colorante gialla, aldeidi, esteri di vari acidi, chetone, glucoside (iridina).
Uso cosmetico: la polvere dei rizomi essiccati è usata come sternutatorio, macinata fino ad essere impalpabile, può essere mescolata al talco per renderlo profumato e rinfrescante, a ciprie e dentifrici. L'essenza di iride è molto pregiata e costituisce uno dei componenti fondamentali dell'odierna profumeria. il succo fresco agisce anche come callifugo. Il Rizoma secco ridotto in forme adatte serve come masticatorio per facilitare la dentizione dei bambini.
Note e Curiosità: il rizoma secco veniva spesso utilizzato per fare i grani del rosario, come pure per profumare la biancheria negli armadi (odorano di violetta). In farmacia, nei tempi passati, si preparavano pallottoline di rizoma, i così detti Piselli di Parigi, che impregnate di tinture ve-scicatorie servivano come cauteri. L’olio in cui è stato fritto il rizoma è indicato in frizioni nei dolori muscolari, articolari e reumatici. L’interesse verso questa pianta è tale che a Firenze, Piazzale Michelangelo - Balcone Est, c’è il “Giardino dell’Iris” curato dalla Società Italiana dell'Iris (S.I.D.I.).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Ballelli S., Bellomaria B., 2005 - La flora officinale della Marche. L’uomo e l’ambiente, Camerino.
Boni U., Patri G., 1997 – Scoprire riconoscere e usare Le Erbe. GulliverFabbri editore, Milano.
Colasante M., 2003 - Sulla diversità e sistematica del genere Iris L. Inform. Bot. Ital., 35(1): 198-207.
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., (Eds.) 2005 – An annotated checklist of Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma.
Pignatti A., Ubrizsy Savoia A., Varoli Piazza S., 2000 - Iris: a significant element of the Mediterranean landscape. Annali di Botanica, LVIII.
Pignatti S., 1982 - Flora d'Italia. Edagricole, Bologna.
Valnet J., 2001 – Fitoterapia, guarire con le piante. Giunti, Firenze.
Viola S., 1996 – Piante medicinali e velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara.
Iris germanica
Società Italiana dell'Iris
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Stefania Tomassini & Giovanni Buccomino (aprile 2012)
Sp. Pl.: 38 (1753)
Iris sambucina L., Iris squalens L., Iris germanica L. V florentina auct., non (L.) Dykes, Iris germanica L. subsp. albicans auct., non (Lange) O. Bolòs & Vigo, Iris alba Savi, Iris albicans auct., non Lange, Iris florentina auct., non L., Iris pallida x variegata Lam. x L., Iris pallida Lam. subsp. cengialti (AmbrosiexA. Kern.) Foster, Iris x Iris variegata L., Iris pallida Lam. x Iris variegata L.
Iridaceae
Giaggiolo paonazzo, Giaggiolo germanico, Iris germanica, Giaggiolo bianco, Giglio fiorentino, Deutsch: Deutsche Schwertlilie
English: German bearded iris
Español: Cárdeno, carrizas
Français: Iris d’Allemagne
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta da 50 a 100 cm, con radice fascicolata e rizoma carnoso strisciante odoroso, fusto eretto ramoso cilindrico (diametro 1,5 cm) leggermente compresso, con 2-4 fiori di 10 cm accompagnati da larghe brattee.
Foglie: parallelinervie, di colore verde glauco, quasi tutte basali, lineari ristrette all'apice in punta acuta, larghe fino a 4 cm e lunghe da 20 a 40 cm, ensiniformi (per questo vengono anche chiamati “Spadoni”); quelle cauline più corte, scariose e abbraccianti il fusto.
Fiori: blu-violetto intenso, inodori o poco profumati, subsessili, in basso su peduncoli più al-lungati, avvolti in grandi brattee (spata bianco-membranosa solo nella metà apicale), sono portati da uno scapo alto circa 1 m. Perigonio attinomorfo costituito da 6 tepali: tre più esterni ricurvati e ondulati (lacinie portanti al centro una barba costituita da una linea di peli gialla-stri) e tre interni incurvati con sfumature più chiare, ondulati e crespati al margine (lacinie spatolate, ristrette alla base, portanti gli stili). Stami bianchi con antere lunghe circa quanto il filamento; stili 3,5 cm con lobi divergenti. Ovario infero.
Frutto: capsula fusiforme trigona, spesso abortiva, contenente semi neri, discoidali e lucenti.
Tipo corologico: Origine ignota - Alloctona o Coltivata, di origine ignota.
Distribuzione: specie di particolare bellezza, spesso coltivata e spontaneizzata in tutto il territorio italiano.
Habitat: orti, giardini e pendii erbosi anche sassosi, predilige luoghi caldi e soleggiati fino a 1.200 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: il genere Iris si è diversificato notevolmente nel corso dell’evoluzione e l’alta potenzialità genica si è gradatamente espressa fenotipicamente in maniera sempre più ricca come risposta: a) ai diversi ambienti conquistati (spesso le Iris risultano piante dominanti in natura), b) alla riproduzione sessuale e vegetativa, c) ai facili incroci tra specie affini, con possibilità di formazione di ibridi naturali meglio adattati.
L’areale naturale di distribuzione del genere Iris L. comprende l’emisfero settentrionale del nostro globo con le 300 specie circa a cui vanno aggiunte le subspecie, le varietà ed i nume-rosi ibridi naturali. Ultimamente, con la creazione di ibridi artificiali le Iris si stanno diffondendo, ad opera dell’uomo, anche nell’emisfero meridionale (Australia e Nuova Zelanda) (Colasante, 2003).
L’ibridazione, rende difficile l’esatta determinazione, per questo si fa riferimento al gruppo Iris germanica che comprende altre specie coltivate e/o derivate dall’uomo come I. marsica I. Ricci & Colas. e I. revoluta Colas., mentre con i recenti aggiornamenti I. florentina è stata inclusa in I. germanica (Conti et al., 2005).
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: dal greco antico iris "arcobaleno", per le sfumature di colore dei fiori. Iris, dea dell'Olimpo, era una messaggera molto veloce al servizio di Era, che consegnava gli ordini celesti agli uomini ed agli altri dei. L'arcobaleno era il tragitto seguito dalla stessa nel consegnare le missive.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
il rizoma, raccolto in agosto da piante di almeno 3 anni, pulito, decorticato, diviso in dischi e disseccato, ha proprietà diuretica, depurativa, espettorante, attiva la circolazione, colagoga, antifermentativa; è indicato per cefalee, emicranie mestruali con vomiti biliosi, infiammazione degli organi respiratori, digestivi e urinari. A dosi elevate è un purgativo drastico ed emeico. Le foglie ed il rizoma freschi sono altamente velenosi.
Principi attivi: amido, mucillagine, olio essenziale che emana un forte odore di violetta (irone), resina molle (canfora d’Ireos), sostanza colorante gialla, aldeidi, esteri di vari acidi, chetone, glucoside (iridina).
Uso cosmetico: la polvere dei rizomi essiccati è usata come sternutatorio, macinata fino ad essere impalpabile, può essere mescolata al talco per renderlo profumato e rinfrescante, a ciprie e dentifrici. L'essenza di iride è molto pregiata e costituisce uno dei componenti fondamentali dell'odierna profumeria. il succo fresco agisce anche come callifugo. Il Rizoma secco ridotto in forme adatte serve come masticatorio per facilitare la dentizione dei bambini.
Note e Curiosità: il rizoma secco veniva spesso utilizzato per fare i grani del rosario, come pure per profumare la biancheria negli armadi (odorano di violetta). In farmacia, nei tempi passati, si preparavano pallottoline di rizoma, i così detti Piselli di Parigi, che impregnate di tinture ve-scicatorie servivano come cauteri. L’olio in cui è stato fritto il rizoma è indicato in frizioni nei dolori muscolari, articolari e reumatici. L’interesse verso questa pianta è tale che a Firenze, Piazzale Michelangelo - Balcone Est, c’è il “Giardino dell’Iris” curato dalla Società Italiana dell'Iris (S.I.D.I.).
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Principali Fonti
Ballelli S., Bellomaria B., 2005 - La flora officinale della Marche. L’uomo e l’ambiente, Camerino.
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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S. Giorgio (PC), 150 m, mag 2009
Foto di Enrico Romani
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Quero (BL), 290 m, apr 2010
Foto di Aldo De Bastiani
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Quero (BL), 290 m, apr 2010
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Iridaceae: Giaggiolo paonazzo
Botasi Ne (GE), 450 m, apr 2007
Foto di Adriano Stagnaro
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Botasi Ne (GE), 450 m, apr 2007
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
Iris germanica L.
Iridaceae: Giaggiolo paonazzo
Valmadrera (LC), 270 m, mag 2010
Foto di Pierfranco Arrigoni
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Valmadrera (LC), 270 m, mag 2010
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
Iris germanica L.
Iridaceae: Giaggiolo bianco
Bari (BA), 5 m, apr 2011
Foto di Vito Buono
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Bari (BA), 5 m, apr 2011
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Iridaceae: Giaggiolo bianco
Bari (BA), 5 m, apr 2011
Foto di Vito Buono
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Bari (BA), 5 m, apr 2011
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
Iris germanica L.
Iridaceae: Giaggiolo paonazzo
Cala Bianca (TP), 50 m, mag 2011
Foto di Beppe Di Gregorio
Iridaceae: Giaggiolo paonazzo
Cala Bianca (TP), 50 m, mag 2011
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Giovinazzo (BA), 65 m, apr 2013
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IPFI: la rassegna aggiornata della flora italiana
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
Natura non facit saltus (Linneo)
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Re: Iris germanica L. - Giaggiolo paonazzo
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Castiglione di Cervia (RA), lug 2015
Foto di Attilio Marzorati
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