Hacquetia epipactis (Scop.) DC. - Elleborina
Inviato: 19 apr 2009, 12:44
Hacquetia epipactis (Scop.) DC.
Prodr. 4: 85 (1830)
Basionimo: Astrantia epipactis Scop. - Fl. Carniol., ed. 2, 2: 185 (1772)
Apiaceae
Elleborina, Hacquetia elleborina, Deutsch: Schaftdolde
English: Hacquetia
Français: Sanicle épipactis
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne, glabra, con scapi (1 o pochi) afilli, eretti (6-20 cm), portanti all'apice una singola ombrella. Rizoma orizzontale, nodoso, fragile, provvisto di brattee squamiformi.
Foglie tutte basali (lembo 5-6 cm), palmato-trisette, con picciolo scanalato lungo 6-10 cm; segmento centrale trilobo, ad elementi cuneati lobato-dentati; segmenti laterali asimmetrici, ± bipartiti, così da simulare la presenza di 5 segmenti anziché 3; sul margine delle foglie e brattee, denti sormontati da un mucrone.
Fiori - parte ermafroditi o maschili brevissimamente pedicellati, parte femminili sessili - in ombrella terminale densa, capituliforme, circondata da un involucro (diam. 6-11 cm) di (5)6(7) brattee fogliacee verdi chiare obovato-ottuse, dentate in cima; calice a 5 denti ovato-acuti, petali gialli (1,5 mm).
Frutto subgloboso (diachenio) a 5 coste poco sporgenti.
Tipo corologico: E-Alp.-Carpat. - Delle Alpi orientali e dei Carpazi.
Distribuzione: Solo nel Friuli Venezia Giulia, area orientale. Le stazioni friulane e giuliane rappresentano l'estremo occidentale dell'areale.
Habitat: Boschi di latifoglie, solitamente radi; faggete termofile; cespuglieti. Da 100 a 1200 m di altitudine.
Sistematica e possibili confusioni: Unica specie del genere presente in Italia.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico deriva da B. Hacquet, bretone (1739-1815), professore a Lubiana ed autore di un'importante opera sulla flora della Carniola. L'epiteto specifico, che, dal greco, significa "crescere su", è di origine controversa: pare riferirsi all' elleboro - richiamato, d'altra parte, dal nome comune - alle cui foglie somigliano soprattutto le brattee di questa specie, ovvero al cui fiore può richiamarsi tutto l'involucro bratteale con il capolino centrale; il greco Teofrasto anticamente usava questo nome per piante generiche utilizzate per cagliare il latte.
Note e Curiosità: Specie relitta arcto-terziaria sopravvissuta alle glaciazioni, vero e proprio fossile vivente. Pianta strana, però appariscente e di aspetto gradevole, gode di una certa notorietà presso i giardinieri, che la impiegano talvolta in aiole e bordure in posizioni fresche-umide ed ombreggiate.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Zenari S.- Flora escursionistica - 1956 Zannoni Editore
Scheda realizzata da Silvano Radivo
Prodr. 4: 85 (1830)
Basionimo: Astrantia epipactis Scop. - Fl. Carniol., ed. 2, 2: 185 (1772)
Apiaceae
Elleborina, Hacquetia elleborina, Deutsch: Schaftdolde
English: Hacquetia
Français: Sanicle épipactis
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne, glabra, con scapi (1 o pochi) afilli, eretti (6-20 cm), portanti all'apice una singola ombrella. Rizoma orizzontale, nodoso, fragile, provvisto di brattee squamiformi.
Foglie tutte basali (lembo 5-6 cm), palmato-trisette, con picciolo scanalato lungo 6-10 cm; segmento centrale trilobo, ad elementi cuneati lobato-dentati; segmenti laterali asimmetrici, ± bipartiti, così da simulare la presenza di 5 segmenti anziché 3; sul margine delle foglie e brattee, denti sormontati da un mucrone.
Fiori - parte ermafroditi o maschili brevissimamente pedicellati, parte femminili sessili - in ombrella terminale densa, capituliforme, circondata da un involucro (diam. 6-11 cm) di (5)6(7) brattee fogliacee verdi chiare obovato-ottuse, dentate in cima; calice a 5 denti ovato-acuti, petali gialli (1,5 mm).
Frutto subgloboso (diachenio) a 5 coste poco sporgenti.
Tipo corologico: E-Alp.-Carpat. - Delle Alpi orientali e dei Carpazi.
Distribuzione: Solo nel Friuli Venezia Giulia, area orientale. Le stazioni friulane e giuliane rappresentano l'estremo occidentale dell'areale.
Habitat: Boschi di latifoglie, solitamente radi; faggete termofile; cespuglieti. Da 100 a 1200 m di altitudine.
Sistematica e possibili confusioni: Unica specie del genere presente in Italia.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome generico deriva da B. Hacquet, bretone (1739-1815), professore a Lubiana ed autore di un'importante opera sulla flora della Carniola. L'epiteto specifico, che, dal greco, significa "crescere su", è di origine controversa: pare riferirsi all' elleboro - richiamato, d'altra parte, dal nome comune - alle cui foglie somigliano soprattutto le brattee di questa specie, ovvero al cui fiore può richiamarsi tutto l'involucro bratteale con il capolino centrale; il greco Teofrasto anticamente usava questo nome per piante generiche utilizzate per cagliare il latte.
Note e Curiosità: Specie relitta arcto-terziaria sopravvissuta alle glaciazioni, vero e proprio fossile vivente. Pianta strana, però appariscente e di aspetto gradevole, gode di una certa notorietà presso i giardinieri, che la impiegano talvolta in aiole e bordure in posizioni fresche-umide ed ombreggiate.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Zenari S.- Flora escursionistica - 1956 Zannoni Editore
Scheda realizzata da Silvano Radivo