Pinus sylvestris L. - Pino silvestre

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Pinus sylvestris L. - Pino silvestre

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Pinus sylvestris L.
Sp. Pl.: 1000 (1753)


Pinaceae

Pino silvestre, Deutsch: Wald-Kiefer, Rotföhre, Forche
English: Scots pine
Español: pino albar, pino rojo
Français: Pin sylvestre


Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

Descrizione: Albero di prima grandezza sempreverde che a seconda delle provenienze e condizioni ecologiche e edafiche può raggiungere altezze da 20 a 40(45) m; ha fusto cilindrico e nelle migliori condizioni slanciato, può raggiungere il metro di diametro, nella parte inferiore, la corteccia è fessurata in placche irregolari con numerose e profonde scanalature longitudinali, è di colore bruno grigiastro, mentre nella parte alta del fusto tende a sfaldarsi in scaglie lamellari che danno al fusto quel caratteristico colore arancione-ocraceo.
Nelle formazioni più dense, ha i rami e la chioma solo nel terzo superiore.
Ha inizialmente chioma a forma piramidale di colore verde glauco che diventa poi ovale e a maturità può diventare appiattita negli esemplari isolati.
La specie è abbastanza longeva potendo nelle migliori condizioni raggiungere i 300 anni ma normalmente la sua utilizzazione avviene prima del compimento del secolo.
Ha crescita monopodiale monociclica, i rami principali sono portati orizzontali e in verticilli quasi regolari con corteccia che si sfalda come la parte distale del fusto di colore aranciato.
I rametti giovani sono lisci di colore verde giallastri lucidi, portano gemme oblunghe-ogivali di 6-13 mm e appuntite con perule lanceolate, quelle superiori sono frangiate e biancastre, possono essere più o meno resinose.


Le foglie sono degli aghi riuniti in fascetti da due e vivono per 3 anni circa negli esemplari nostrani ma, in quelli settentrionali possono arrivare a 5-7 anni.
Gli aghi sono larghi da 1,5 a 2 mm e la lunghezza è variabile da 3 a 7 (10) cm, sono caratteristicamente ritorti, rigidi, appuntiti a margine serrato; la faccia appiattita è glaucescente per numerose linee stomatifere, la faccia convessa invece è verde con linee stomatifere non continue.
I canali resiniferi sono numerosi da 2 a 10 ma occasionalmente fino a 20, la guaina fogliare è inizialmente biancastra lunga fino ad un centimetro e diviene poi grigiastra e si accorcia.
Il pino silvestre è una specie monoica ma spesso si trovano esemplari che portano in maggior parte infiorescenze maschili (microsporofilli) o femminili (macrosporofilli).
L'infiorescenza maschile è composta da conetti di 6-7 mm e si trova alla base del getto primaverile, sono di forma oblunga e quando maturi sono di colore giallo rosato.
L'infiorescenza femminile, invece, si trova in posizione apicale al getto primaverile, sotto la gemma apicale sono di forma ovale lughi 7-10 mm, possono essere riflessi e solitari ma anche in gruppi fino a 5, sono peduncolati.
Gli strobili sono di forma che va da ovoide a conica, prima verdastri e a maturità di colore bruno grigiastro simmetrici ma anche incurvati e sono peduncolati, sono lunghi da 3 a 8 cm e larghi 2-3 cm.
Le squame dello strobilo sono strette e allungate con apofisi convessa e di forma piramidale con un leggero rostro in quelle apicali, l'unghia è di colore violaceo.
Gli strobili maturano alla fine della stagione vegetativa del secondo anno e la disseminazione avviene durante l'inverno e la primavera successiva.
Lo strobilo è deiscente e contiene semi piccoli, ovali lunghi 3-5 mm e hanno un'ala 3-4 volte la lunghezza del seme; i semi sono lucidi su una faccia e opachi nell'altra, di colore scuro, fino a quasi neri.
I semi non sono dormienti (recalcitranti) e hanno bisogno di luce per germinare (specie pioniera), la facoltà germinativa si protrae per 2-3 anni.
Le piante isolate di Pino silvestre iniziano abbastanza presto a produrre semi, già verso 10 anni, (comportamento da pianta pioniera) ma in bosco invece non inizia prima dei 30-40 anni (comportamento da pianta definitiva).
La plantula ha 3-8 cotiledoni lunghi 2-2,5 cm con margine liscio e nel secondo anno compaiono i monofilli
Il legno è discolore con alburno giallastro rosato e duramen rossastro ben distinto e presenta numerosi canali resiniferi.
Il legno di miglior qualità tecnologiche proviene da razze cosiddette nobili a nord delle Alpi.
Razza di Riga (var. righensis)
Razza di Scozia (var. scotica)
Razza di Polonia (var. borussica)
Razza della Foresta Nera (var. hercynica)
Razza dell'Auvergne, Francia ( var. aquitana)
Razza della Spagna centrale ( var. iberica)
Queste razze si distinguono per il buon portamento, slanciato con tronco dritto e rami esili chioma stretta e conica, corteccia più sottile anche al piede, legno con pochi nodi, mentre le popolazioni italiane raramente hanno queste caratteristiche, sono meno slanciate hanno rami grossi e legno con numerosi nodi; qua e la si possono però incontrare individui o formazioni con buone caratteristiche.
Il legno di miglior qualità, elastico e di lunga durata viene utilizzato per costruzioni e mobili, i prodotti più scadenti, legno grossolano poco elastico come nella maggior parte del legno delle pinete a sud delle Alpi, viene utilizzato per produrre cellulosa o carbone.
L'apparato radicale è inizialmente fittonante e in seguito si adatta al tipo di terreno in cui cresce, in terreni sabbiosi e leggeri il fittone va in profondità e rimane sempre attivo mentre in terreni asfittici, pesanti il fittone perde la sua dominanza a favore di robuste radici laterali che rimangono superficiali.

Tipo corologico: Orof. Eurasiat. - Orofita dei rilievi montani dell'Europa e dell'Asia

Distribuzione: L'areale di questo pino è il più vasto del Genere e va dall'Europa sud-occidentale fino all'Asia-orientale, al nord arriva in Norvegia, a 70° nord e nella penisola di Kola, poi tutta la Siberia fino alla Manciuria rimanendo tangente il circolo polare artico.
Il limite occidentale dell'areale continuo sono i Vosgi e Selva Nera, e a sud costeggia il limite meridionale delle Alpi marittime e Appennino settentrionale poi fino alla Giulie, prosegue in Austria, fino agli Urali, le steppe kirghise e mongole.
Questo è l'areale continuo, ma esistono delle zone isolate dall'areale principale importanti anche per la qualità del legname ritraibile e sono la Scozia settentrionale con il suo “scotch pine”; la Sierra Nevada, la Sierra Guadarrama e i Pirenei in Spagna con la varietà iberica, nella Germania occidentale , nel Massiccio centrale in Francia, nella Penisola Balcanica, in Turchia settentrionale e nel Caucaso.
In epoca storica, il pino silvestre è scomparso a causa dell'uomo, in Inghilterra, in Irlanda e Danimarca.
Nel suo areale si trova dal livello del mare fino alla fascia subalpina.
In Italia si trova, non uniformemente distribuito, dall'Appennino ligure-emiliano, al bordo meridionale delle Alpi e Prealpi, nella parte occidentale e centrale dell'areale italiano, forma spesso boschi puri mentre nella parte orientale, si associa spesso con larice ed abete rosso e più a est anche con pino nero var. austriaca.

Habitat: Può giungere al limite altitudinale del bosco nella zona alpina ma, nelle nostre zone, forma boschi a quote relativamente basse; in molte zone, a occidente in stazioni difficili con crescite stentate anche per la concorrenza di altre conifere ma in particolare di latifoglie, arriva all'alta Pianura Padana, mentre nelle zone orientali forma boschi misti nella vallate prealpine su suoli alluvionali recenti a quote di 400-500 m.

Nel suo complesso di forme, varietà, ed ecotipi, il pino sylvestre è specie microterma di tipo continentale sub-oceanica, sopporta inverni gelidi ed estati calde e lunghe, è xerofilo ed eliofilo, in genere meno del larice, nelle varietà settentrionali e siberiane le plantule sopportano anche un certo ombreggiamento.
In terreni profondi e sciolti resiste molto bene al vento, preferisce questi terreni che possono essere a reazione acida o alcalina; è specie plastica trovandosi agevolmente anche nelle zone torbose assieme a betulla.
Ha un accrescimento rapido ed accentuato in gioventù e in primavera l'accrescimento longitudinale dura 30-40 gg mentre l'accrescimento diametrale è interrotto solo dalle basse temperature.
Nello studio dei semenzali di varie provenienze si è potuto accertare che è l'assieme dei fattori ambientali che controllano lo sviluppo; la crescita diamentrale è bloccata dal giorno corto.
L'umidità ambientale è un fattore limitante soprattutto perchè vengono favoriti gli attacchi fungini.
Molto difficile definire l'autoecologia di questa specie avendo un areale così vasto ma, in Italia possiamo definire la sinecologia e la sintassonomia inserendo le sue formazioni nella classe Erico-Pinetea e nell'ordine Erico.Pinetalia Horvat 1959.
Si includono in esse le foreste e boscaglie di pini e ginepri in formazioni più o meno xerofile, stazioni con suolo arido o su versanti acclivi molto drenati e vallate interne a clima secco e continentale delle Alpi.
Di solito le formazioni comprendono Pinus sylvestris, Pinus mugo, Pinus uncinata, Pinus nigra, Juniperus nana, Juniperus sabina; questa classe si può incontrare dal fondovalle fino alla fascia subalpina e le specie caratteristiche di questa classe e ordine sono : Polygala chamaebuxus, Epipactis atrorubens, Arctostaphylos uva-ursi.
L'alleanza Erico-Pinion sylvestris Br.Bl. 1939 è caratteristica delle zone montane e altimontane di pino silvestre e a volte con pino mugo sia con suoli acidi che basici ben drenati ma con buona distribuzione delle piogge; specie caratteristiche e differenziali sono: Erica carnea, Calamagrostis varia, Prunella grandiflora, Carex alba, Goodyera repens; su suoli carbonatici, Gymnatenia odoratissima, Rhododendron hirsutum, Buphthalmum salicifolium, Stachys alopecuros.
La suballeanza Erico-Pinenion sylvestris comprende le associazioni calcicole di Alpi centrali e orientali; Luzulo niveae-Pinetum sylvestris e l'Erico-Pinetum sylvestris entrambi medio e bassomontane, mentre un' associazione altomontana è l'Erico-pinetum mugo che può raggiungere l'orizzonte subalpino.
La suballeanza Fraxino orni-Ostryenion carpinifoliae; sono formazioni orientali, particolari di suoli calcicoli, sono miste a latifoglie eliofile e xerofile come l'orniello e il carpino nero, pino nero austriaco con pino silvestre; rispetto alle precedenti si tratta di formazioni più termofile di versanti a volte molto acclivi, rocciosi e anche sciolti su conoidi.
Floristicamente sono assai particolari per gli endemismi che le compongono (Pinus nigra var. austriaca, Chamaecytisus purpureus ecc.); l'associazione più diffusa è l'Orno-Pinetum nigrae sia in Italia che in Austria.
La suballeanza nuova Calluno-Pinenion sylvestris si differenzia per il substrato silicatico e perciò dalla composizione con varie specie acidofile; Genista germanica e Lembotropis nigricans, le differenziali sono Calluna vulgaris, Betula pendula e Deschampsia flexuosa; questa suballeanza si incontra in Valtellina e Renon di Bolzano.
L'alleanza Ononido-Pinion sylvestris Br. Bl. 1949, è composta da boschi di pino sylvestre ancora più aridi della precedente ed è tipica delle vallate alpine come la Val Venosta, la Val di Susa e Val d'Aosta e si distribuisce negli orizzonti stepposi submontani e montani.
Differenziale rispetto a Erico-Pinion è Astragalus monspessulanus; la presenza di specie del genere Ononis tipico di prati aridi dà il nome a questa alleanza anche se nessuna risulta essere così diffusa in queste pinete da essere utile impronta diagnostica.
Una suballeanza che si incontra in queste pinete è la Juniperion sabinae su versanti rocciosi caldi dove la neve rimane poco a lungo, formata da Pinus sylvestris e Juniperus sabina, in questa suballeanza si incontrano anche arbusteti di solo Juniperus sabina o con larice, come in Val di Cogne dove si incontra anche il rarissimo e vistosissimo Astragalus centralpinus in formazioni aride del Festucetalia valesiacae che sono derivate dal disboscamento di pinete precedenti.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Oltre alle “razze nobili" trattate precedentemente i numerosi studi hanno individuato numerose entità, addirittura fino a 150.
Gaussen nel 1960 distingue una trentina di varietà che raggruppa in 7 sottospecie.
In Flora Europaea 1993 si individua 5 gruppi di varietà:
Gruppo I (Scandinavia settentrionale): var. lapponica Fries;
Gruppo II (coste continentali baltiche): var. righensis Asch. & Graebn., var. septentrionalis Schott;
Gruppo III (Scozia): var. scotica Schott;
Gruppo IV (montagne dalla Spagna centrale alla Germania centrale e Alpi occidentali): var. aquitana Schott, var. brigantiaca Gaussen, var. catalaunica Gaussen, var. hercynica Muench, var. iberica Svob, var. pyrenaica Svob., var. vindelica Schott;
Gruppo V (colline e pianure dell'Europa centrale fino alla Russia, Appennini e Sierra Nevada): var. batava Schott, var. borussica Schott, var. carpatica Klika, var. engadinensis Heer, var. haguenensis Laudon, var. illyrica Svob., var. nevadensis Christ., var. pannonica Schott, var. rhodopaea Svob., var. romanica Svob., var. sarmatica Zapal., var. vocontiana Guinnier & Gaussen.
In Ucraina e sul Caucaso occidentale il pino silvestre viene a volte considerato come specie distinta Pinus kochiana Klotzsch che ha notevoli somiglianze con la var. armena con areale Caucaso orientale-Anatolia, gli strobili però hanno squame lungamente uncinate.
Pinus x bougeti Flous, sui Pirenei è un ibrido naturale tra pino silvestre e pino uncinato, sempre ibrido è Pinus x rhaetica Bruegger tra pino silvestre e pino mugo; lo stesso pino uncinato sembra essere un ibrido fissato fra pino silvestre e pino mugo.

Il pino silvestre è anche usato come specie ornamentale e nel XIX secolo si sono prodotte numerose varietà nane, globose, dalla chioma aurea, dalla forma fastigiata, pendula, “Anguina e “Tortuosa” che hanno rami e tronco tortuoso.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale

In erboristeria il pino silvestre è una specie preziosa, si può anche ricavare un catrame ed una oleoresina, inoltre le gemme sono ricche di principi attivi e gli aghi sono balsamici purificatori e curativi.
Le gemme che a volte vengono vendute impropriamente come gemme di abete, vengono raccolte in aprile prima che si schiudano e vengono tenute su graticci ad asciugare per 1-2 mesi rivoltandole, si possono usare come infuso, macerate nel vino, per decotti, suffumigi, gargarismi.
Costituenti: olio essenziale, resina, glucosidi.
Proprietà: antisettico, balsamico, diuretico, espettorante, stimolante.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
GELLINI R. e GROSSONI P. 1997"Botanica forestale” I Gimnosperme, Cedam
PIGNATTI S. 1982"Flora d'Italia" Edagricole 1982
AUTORI VARI "Monti e boschi" Edagricole
CONTI F., ABBATE Giovanna, ALLESSANDRINI A., BLASI C. 2005"An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora" Ministero dell' Ambiente della Tutela del Territorio, D.P.N. e Dip. di Biologia Vegetale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Palombi
UBALDI D. 2003 "la vegetazione boschiva d'Italia" Clueb
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia


Scheda realizzata da Graziano Propetto
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Re: Pinus sylvestris L. - Pino silvestre

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Pinus sylvestris L.

Pinaceae: Pino silvestre
Vallurbana (MO), set 2002
Foto di Patrizia Ferrari

Aghi caratteristicamente ritorti.
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Pinus sylvestris_03.jpg (138.3 KiB) Visto 17682 volte
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Pinus sylvestris5.jpg (129.72 KiB) Visto 17685 volte
marinella


Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Pinus sylvestris L. - Pino silvestre

Messaggio da Marinella Zepigi »

Pinus sylvestris L.

Foto a sinistra
Monte Duro (RE) 1996
Foto: Lauro Bertani

Foto a destra
Limana (BL), 650 m, dic 2012
Foto di Aldo De Bastiani
Allegati
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Pinus_sylvestris1_Lauro_Bertani_Aldo_De_Bastianis.jpg (151.88 KiB) Visto 4123 volte
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Re: Pinus sylvestris L. - Pino silvestre

Messaggio da Marinella Zepigi »

Pinus sylvestris L.

Pinaceae: Pino silvestre
Limana (BL), 650 m, dic 2012
Foto di Aldo De Bastiani
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Pinus_sylvestris_11.jpg
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