Carex extensa Gooden. - Carice delle lagune
Moderatori: Anja, Marinella Zepigi
- Roberta Alberti
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- Iscritto il: 03 ago 2012, 14:49
- Nome: Roberta
- Cognome: Alberti
- Residenza(Prov): Zola Predosa (BO)
Carex extensa Gooden. - Carice delle lagune
Carex extensa Gooden.
in Trans. Linn. Soc. London 2: 175 (1794)
Carex extensa Gooden. subsp. viestina Fen.
Cyperaceae
Carice delle lagune, Deutsch: Strand-Segge
English: Long-bracted sedge
Español: Juncia braga larga
Français: Laîche étirée
Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta (15) 30-50 (60) cm, densamente cespitosa con corti rizomi.
Fusto liscio, rigido, ottusamente trigono.
Foglie larghe 2-3-(4) mm, più lunghe del fusto, generalmente lisce, spiralate o canalicolate, di colore verde grigio o leggermente glauche,
Guaine basali di colore arancio bruno talvolta sfumato di rosso, all'essiccazione scuriscono e diventano nerastre e fibrose.
Ligula di 2 mm circa con margini liberi, spesso con sfumature rossastre e apice arrotondato; antiligula assente.
Brattea fogliare inferiore molto più lunga dell'infiorescenza, sporgente 5-20 cm, allargata o reflessa, brevemente guainante.
Infiorescenza ± allungata, unilaterale, formata da 1 (3) spiga maschile e 2-5 spighe femminili.
Spiga maschile superiore fusiforme, lunga 0,5-2,5 cm; gluma brunastra di 3-4 mm, ovale o oblunga con apice ottuso.
Spighe femminili erette, densiflore, da ovoidali a cilindriche, lunghe 0,5-2 (2,7) cm, molto vicine alla spiga maschile, quella inferiore talvolta separata; glume ovali, brunastre con apice acuto talvolta con breve mucrone.
Stimmi: 3
I frutti sono pseudanteci (otricelli) di 3-3,6 x 1,1-1,5 mm, ovali, nervati, opachi, attenuati in un becco brevemente bidentato, liscio, verde grigio o brunastro con macchie purpuree.
Acheni di 1,9-2,5 x 1-1,3 mm, ellittici, trigoni.
Tipo corologico: Medit.-Atl.(Euri-) - Coste atlantiche e mediterranee, ma con ampie penetrazioni nell'entroterra.
Habitat: Argille salse del litorale, in ambienti a concentrazione salina poco inferiore a quella del mare; su suolo argilloso, umido, asfittico, basico in luoghi a forte radiazione solare.
Sistematica e possibili confusioni: Il periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza. Anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico dal participio passato di extendo stendere, distendere, allungare: disteso, allungato.
Proprietà ed utilizzi:
Specie emettrice di isoprenoidi: sostanze organiche di origine vegetale o animale.
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex è il più vasto della famiglia delle Cyperaceae, comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde, dove spesso costituiscono la vegetazione predominante (Cariceti) ma si adattatano anche ai pendii sassosi d’alta quota. Ai margini degli specchi d'acqua interni tendono a invadere stagni e laghi formando zone acquitrinose, poi terreni paludosi, infine pseudo-praterie che gradatamente si interrano. Sono tutte piante perenni, con fusti semplici spesso a sezione triangolare.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
Flora Iberica - Plantas vasculares del la Peninsula Iberica e Islas Baleares.
Carex extensa Gooden
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Roberta Alberti
in Trans. Linn. Soc. London 2: 175 (1794)
Carex extensa Gooden. subsp. viestina Fen.
Cyperaceae
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English: Long-bracted sedge
Español: Juncia braga larga
Français: Laîche étirée
Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta (15) 30-50 (60) cm, densamente cespitosa con corti rizomi.
Fusto liscio, rigido, ottusamente trigono.
Foglie larghe 2-3-(4) mm, più lunghe del fusto, generalmente lisce, spiralate o canalicolate, di colore verde grigio o leggermente glauche,
Guaine basali di colore arancio bruno talvolta sfumato di rosso, all'essiccazione scuriscono e diventano nerastre e fibrose.
Ligula di 2 mm circa con margini liberi, spesso con sfumature rossastre e apice arrotondato; antiligula assente.
Brattea fogliare inferiore molto più lunga dell'infiorescenza, sporgente 5-20 cm, allargata o reflessa, brevemente guainante.
Infiorescenza ± allungata, unilaterale, formata da 1 (3) spiga maschile e 2-5 spighe femminili.
Spiga maschile superiore fusiforme, lunga 0,5-2,5 cm; gluma brunastra di 3-4 mm, ovale o oblunga con apice ottuso.
Spighe femminili erette, densiflore, da ovoidali a cilindriche, lunghe 0,5-2 (2,7) cm, molto vicine alla spiga maschile, quella inferiore talvolta separata; glume ovali, brunastre con apice acuto talvolta con breve mucrone.
Stimmi: 3
I frutti sono pseudanteci (otricelli) di 3-3,6 x 1,1-1,5 mm, ovali, nervati, opachi, attenuati in un becco brevemente bidentato, liscio, verde grigio o brunastro con macchie purpuree.
Acheni di 1,9-2,5 x 1-1,3 mm, ellittici, trigoni.
Tipo corologico: Medit.-Atl.(Euri-) - Coste atlantiche e mediterranee, ma con ampie penetrazioni nell'entroterra.
Habitat: Argille salse del litorale, in ambienti a concentrazione salina poco inferiore a quella del mare; su suolo argilloso, umido, asfittico, basico in luoghi a forte radiazione solare.
Sistematica e possibili confusioni: Il periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza. Anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
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Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico dal participio passato di extendo stendere, distendere, allungare: disteso, allungato.
Proprietà ed utilizzi:
Specie emettrice di isoprenoidi: sostanze organiche di origine vegetale o animale.
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex è il più vasto della famiglia delle Cyperaceae, comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde, dove spesso costituiscono la vegetazione predominante (Cariceti) ma si adattatano anche ai pendii sassosi d’alta quota. Ai margini degli specchi d'acqua interni tendono a invadere stagni e laghi formando zone acquitrinose, poi terreni paludosi, infine pseudo-praterie che gradatamente si interrano. Sono tutte piante perenni, con fusti semplici spesso a sezione triangolare.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
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" Felici coloro che vedono la bellezza…dove altri non vedono nulla" (Camille Pissarro)
Amare la natura significa amare se stessi
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Manfredonia (FG), apr 2010
Foto di Luigi Rignanese
Pineta di Cervia (RA), 3 m, mag 2014
Foto di Giorgio Faggi
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Pineta di Cervia (RA), 3 m, mag 2014
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Laghetti di Marinello (ME), 2 m, mag 2020
Foto di Beppe Di Gregorio
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Manfredonia (FG), apr 2010
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Lido di Spina (FE), 1 m, giu 2008
Foto di Alessandro Alessandrini
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Lido di Spina (FE), 1 m, giu 2008
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Pineta di Cervia (RA), 3 m, mag 2014
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Lido di Spina (FE), 1 m, giu 2008
Foto di Alessandro Alessandrini - Daniele Saiani
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