Tephroseris balbisiana (DC.) Holub - Senecione di Balbis
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Tephroseris balbisiana (DC.) Holub - Senecione di Balbis
Tephroseris balbisiana (DC.) Holub
in Folia Geobot. Phytotax. 8: 173 (1973)
Basionimo: Senecio balbisianus DC. - Prodr. 6: 360 (1838)
Altri sinonimi: Cineraria balbisiana (DC.) Bertol.
Asteraceae
Senecione di Balbis, Senecio di Balbis
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea provvista di un grosso e breve rizoma obliquo, troncato, dal quale si dipartono numerose radici; scapo cavo, eretto, semplice, sovente molto robusto (Ø 10-18 mm) e striato, alto 30-120 cm; in basso da subglabro a lassamente peloso per peli ragnatelosi, in alto sempre con pelosità ragnatelosa, più densa nella parte terminale e sui peduncoli fiorali (le piante che vivono su terreni molto umidi sono in genere meno pelose di quelle che vegetano su terreni relativamente asciutti); foglie con pelosità variabile come lo scapo, che tende ad aumentare progressivamente procedendo dalle foglie basali alle caulinari superiori; foglie basali con lamina da ovata ad ovato-ellittica e con apice ottuso-arrotondato e margine da crenato a grossamente dentato per denti ottusi, lamina fogliare bruscamente contratta in un picciuolo con ali da mediamente sviluppate a subnulle, foglie caulinari inferiori simili alle basali, foglie caulinari mediane a lamina da ovato-lanceolata a lanceolata insensibilmente ridotta in un picciolo breve e semiamplessicaule, foglie superiori lanceolato-acuminate a margine intero, completamente sessili e semiabraccianti il fusto; capolini in genere numerosi (9-30, raramente meno) ragruppati in un corimbo ombrelliforme o subcapituliforme, ciascun capolino è portato da un peduncolo lungo in genere tra i 15 e i 50 mm e presenta un involucro di forma largamente emisferica (1,5 x 2 cm in sezione longitudinale), ricoperto da peli ragnatelosi sopratutto alla base e talvolta tomentoso all'inizio dell'antesi (poi progressivamente glabrescente); squame involucrali lineari e acuminate, a sezione centrale erbacea e con bordo membranoso di colore bruno-rossastro; fiori esterni femminili e ligulati di colore giallo brillante, corolla a tubo cilindrico lungo mediamente 4 mm e con stilo assai breve (1 mm), subtroncato, papilloso e sormontato da una coroncina formata da peli ottuso arrotondati allungati e da peli culminali più corti; ligula lineare lunga circa 15 mm, all'apice arrotondata o irregolarmente denticolata (2-3 dentelli); fiori del disco ermafroditi, tubulosi, con tubo lungo 7 mm, all'apice suddiviso in cinque lobi di forma ogivale, stilo analogo a quello dei fiori ligulati ma notevolmente più lungo; frutto ad achenio sub-eteromorfo, lineare-fusiforme, lungo 3-3,5 mm e con carena prominente, pelosità dell'achenio in genere assai variabile; pappo bianco, di lunghezza egualmente variabile.
Tipo corologico: Subendem. - Entità presente soprattutto nell'area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini.
Distribuzione: La specie ha un areale frammentato in tre nuclei distinti, uno principale che si situa tra le Alpi Marittime e le Alpi Liguri settentrionali, con baricentro sul versante italiano (alta Val Tanaro, valli Pesio, Vermenagna e Gesso) un secondo nucleo formato da poche stazioni è localizzato nel settore centro-meridionale delle Alpi Cozie (alta Valle Po tra Crissolo e il Colle delle Porte), il terzo nucleo è situato nell'Appennino Ligure occidentale (tra Masone, il Passo del Turchino e il Bric del Dente) ed è anch'esso costituito da un numero molto limitato di stazioni, tutte vicinissime tra loro.
Habitat: Megaforbieti subalpini, cespuglieti, alneti, corileti, boscaglie umide. Sostanzialmente indifferente al substrato, sembra comunque privilegiare soprassuoli a debole reazione acida. Limiti altitudinali: 400-2200 m, in genere sembra preferire gli orizzonti montano superiore e subalpino. Pur non essendo un'elofita è comunque una specie tendenzialmente igrofila, che vegeta su suoli umidi ma non asfittici.
Sistematica e possibili confusioni: Le popolazioni formate da esemplari di taglia ridotta (altezza < 40 cm) descritte da Cufondontis come var. grovesii e presenti nella zona del Pizzo d'Ormea e in altre località delle Alpi Liguri e Marittime, rientrano nella variabilità della specie e devono essere considerate una forma ecotipica.
Il genere Tephroseris (Rchb., 1841) comprende diverse specie precedentemente inserite in Senecio (L., 1753) ed ha distribuzione complessivamente circumboreale; è composto da numerose entità, spesso morfologicamente molto simili tra loro e conta diverse specie e subspecie endemiche di aree ristrette del continente eurasiatico. Tephroseris balbisiana (DC.) Holub nonostante si presenti come un'entità notevolmente polimorfa, si distingue con relativa facilità dalle altre specie presenti in Liguria e Piemonte per via della taglia spesso molto elevata degli esemplari (che possono raggiungere e superare il metro d'altezza), per il picciuolo fogliare con ala molto poco sviluppata e per l'ecologia piuttosto insolita (megaforbieti e cespuglieti in distretti ad elevata piovosità, bordi di ruscelli, boschi e praterie umide montane e subalpine). Teoricamente sarebbe possibile la confusione con Tephroseris italica Holub. che però è specie di taglia mediamente minore (30-70 cm), con lamina fogliare spesso discolore per pelosità lanosa sulla pagina inferiore della foglia, margine fogliare con dentatura regolare e profonda nelle foglie basali e caulinari inferiori (Tephroseris balbisiana ha margine fogliare con denti ottusi, poco profondi e spesso di lunghezza irregolare, non di rado si osservano piante con margine subintero-crenulato), Tephroseris italica inoltre è specie tipica dei cespuglieti e delle chiarie dei boschi montani (Appennino Settentrionale e Centrale) ed endemica dell'Italia peninsulare, che a NW raggiunge le montagne della Liguria orientale. Piuttosto simile è anche Tephroseris longifolia subsp. gaudinii (Gremli) Kerguélen, che però oltre ad avere taglia più ridotta (30-60 cm) si presenta più nettamente lanosa, con foglie a picciuolo evidentemente alato e con capolini in genere più piccoli (20-30 mm, compresi i fiori ligulati, contro i 25-40 mm di Tephroseris balbisiana), è presente in varie aree montuose dell'Italia settentrionale e centrale e risulta piuttosto frequente sulle Alpi centrali e orientali, il suo habitat elettivo sono le praterie subalpine su substrati carbonatici e ben drenati, ecologia quindi sensibilmente differente da quella di Tephroseris balbisiana.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere dal greco "tephros" = "grigio cenere" si riferisce all'aspetto tomentoso della pianta, la specie è stata dedicata al botanico e politico piemontese Giovanni Battista Balbis (1765-1831).
Principali Fonti
BRIQUET J. & CAVILLIER F. in BURNAT E., Flore des Alpes Maritimes (vol. VI). Lione, Genève & Bale. 1916-1917
PIGNATTI S., Flora d'Italia. Edagricole, Bologna. 1982
MARTINI E., Senecio balbisianus DC., prima segnalazione per l'Appennino Ligure e per la Liguria in: Informatore Botanico Italiano, 17 (2): 306. 1985
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A. & BLASI C., Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma. 2005
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D. & THEURILLAT J.P., Flora alpina. Ediz. italiana: Bologna, Zanichelli. 2004
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
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Basionimo: Senecio balbisianus DC. - Prodr. 6: 360 (1838)
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Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea provvista di un grosso e breve rizoma obliquo, troncato, dal quale si dipartono numerose radici; scapo cavo, eretto, semplice, sovente molto robusto (Ø 10-18 mm) e striato, alto 30-120 cm; in basso da subglabro a lassamente peloso per peli ragnatelosi, in alto sempre con pelosità ragnatelosa, più densa nella parte terminale e sui peduncoli fiorali (le piante che vivono su terreni molto umidi sono in genere meno pelose di quelle che vegetano su terreni relativamente asciutti); foglie con pelosità variabile come lo scapo, che tende ad aumentare progressivamente procedendo dalle foglie basali alle caulinari superiori; foglie basali con lamina da ovata ad ovato-ellittica e con apice ottuso-arrotondato e margine da crenato a grossamente dentato per denti ottusi, lamina fogliare bruscamente contratta in un picciuolo con ali da mediamente sviluppate a subnulle, foglie caulinari inferiori simili alle basali, foglie caulinari mediane a lamina da ovato-lanceolata a lanceolata insensibilmente ridotta in un picciolo breve e semiamplessicaule, foglie superiori lanceolato-acuminate a margine intero, completamente sessili e semiabraccianti il fusto; capolini in genere numerosi (9-30, raramente meno) ragruppati in un corimbo ombrelliforme o subcapituliforme, ciascun capolino è portato da un peduncolo lungo in genere tra i 15 e i 50 mm e presenta un involucro di forma largamente emisferica (1,5 x 2 cm in sezione longitudinale), ricoperto da peli ragnatelosi sopratutto alla base e talvolta tomentoso all'inizio dell'antesi (poi progressivamente glabrescente); squame involucrali lineari e acuminate, a sezione centrale erbacea e con bordo membranoso di colore bruno-rossastro; fiori esterni femminili e ligulati di colore giallo brillante, corolla a tubo cilindrico lungo mediamente 4 mm e con stilo assai breve (1 mm), subtroncato, papilloso e sormontato da una coroncina formata da peli ottuso arrotondati allungati e da peli culminali più corti; ligula lineare lunga circa 15 mm, all'apice arrotondata o irregolarmente denticolata (2-3 dentelli); fiori del disco ermafroditi, tubulosi, con tubo lungo 7 mm, all'apice suddiviso in cinque lobi di forma ogivale, stilo analogo a quello dei fiori ligulati ma notevolmente più lungo; frutto ad achenio sub-eteromorfo, lineare-fusiforme, lungo 3-3,5 mm e con carena prominente, pelosità dell'achenio in genere assai variabile; pappo bianco, di lunghezza egualmente variabile.
Tipo corologico: Subendem. - Entità presente soprattutto nell'area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini.
Distribuzione: La specie ha un areale frammentato in tre nuclei distinti, uno principale che si situa tra le Alpi Marittime e le Alpi Liguri settentrionali, con baricentro sul versante italiano (alta Val Tanaro, valli Pesio, Vermenagna e Gesso) un secondo nucleo formato da poche stazioni è localizzato nel settore centro-meridionale delle Alpi Cozie (alta Valle Po tra Crissolo e il Colle delle Porte), il terzo nucleo è situato nell'Appennino Ligure occidentale (tra Masone, il Passo del Turchino e il Bric del Dente) ed è anch'esso costituito da un numero molto limitato di stazioni, tutte vicinissime tra loro.
Habitat: Megaforbieti subalpini, cespuglieti, alneti, corileti, boscaglie umide. Sostanzialmente indifferente al substrato, sembra comunque privilegiare soprassuoli a debole reazione acida. Limiti altitudinali: 400-2200 m, in genere sembra preferire gli orizzonti montano superiore e subalpino. Pur non essendo un'elofita è comunque una specie tendenzialmente igrofila, che vegeta su suoli umidi ma non asfittici.
Sistematica e possibili confusioni: Le popolazioni formate da esemplari di taglia ridotta (altezza < 40 cm) descritte da Cufondontis come var. grovesii e presenti nella zona del Pizzo d'Ormea e in altre località delle Alpi Liguri e Marittime, rientrano nella variabilità della specie e devono essere considerate una forma ecotipica.
Il genere Tephroseris (Rchb., 1841) comprende diverse specie precedentemente inserite in Senecio (L., 1753) ed ha distribuzione complessivamente circumboreale; è composto da numerose entità, spesso morfologicamente molto simili tra loro e conta diverse specie e subspecie endemiche di aree ristrette del continente eurasiatico. Tephroseris balbisiana (DC.) Holub nonostante si presenti come un'entità notevolmente polimorfa, si distingue con relativa facilità dalle altre specie presenti in Liguria e Piemonte per via della taglia spesso molto elevata degli esemplari (che possono raggiungere e superare il metro d'altezza), per il picciuolo fogliare con ala molto poco sviluppata e per l'ecologia piuttosto insolita (megaforbieti e cespuglieti in distretti ad elevata piovosità, bordi di ruscelli, boschi e praterie umide montane e subalpine). Teoricamente sarebbe possibile la confusione con Tephroseris italica Holub. che però è specie di taglia mediamente minore (30-70 cm), con lamina fogliare spesso discolore per pelosità lanosa sulla pagina inferiore della foglia, margine fogliare con dentatura regolare e profonda nelle foglie basali e caulinari inferiori (Tephroseris balbisiana ha margine fogliare con denti ottusi, poco profondi e spesso di lunghezza irregolare, non di rado si osservano piante con margine subintero-crenulato), Tephroseris italica inoltre è specie tipica dei cespuglieti e delle chiarie dei boschi montani (Appennino Settentrionale e Centrale) ed endemica dell'Italia peninsulare, che a NW raggiunge le montagne della Liguria orientale. Piuttosto simile è anche Tephroseris longifolia subsp. gaudinii (Gremli) Kerguélen, che però oltre ad avere taglia più ridotta (30-60 cm) si presenta più nettamente lanosa, con foglie a picciuolo evidentemente alato e con capolini in genere più piccoli (20-30 mm, compresi i fiori ligulati, contro i 25-40 mm di Tephroseris balbisiana), è presente in varie aree montuose dell'Italia settentrionale e centrale e risulta piuttosto frequente sulle Alpi centrali e orientali, il suo habitat elettivo sono le praterie subalpine su substrati carbonatici e ben drenati, ecologia quindi sensibilmente differente da quella di Tephroseris balbisiana.
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Principali Fonti
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