Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
Myosotis alpestris F.W.Schmidt
Fl. Boëm. iii. 26 (1794)
Myosotis pyrenaica Auct. non Pourr., Myosotis suaveolens Waldst. & Kit., Myosotis alpestris F.W. Schmidt V ambigens Bég., Myosotis ambigens (Bég.) Grau
Boraginaceae
Nontiscordardimè alpino, Deutsch: Alpen-Vergissmeinnicht
English: Alpine forget-me-not
Español: Nomeolvides
Français: Myosotis des Alpes
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne irsuta per peli patenti o ± appressati, con fusto fiorifero ascendente od eretto di (2)5-20(35) cm, rizoma legnoso breve un po' strisciante.
Foglie basali in semirosetta di norma pelose anche inferiormente, oblungo-spatolate o lineari-spatolate, con brevissimo picciolo e lamina lar. 1-1,5 x 3-4 cm, foglie cauline sessili lanceolate ad apice per lo più ottuso 0,5 x 1,5-2,2 cm.
Infiorescenze in cime scorpioidi contratte e dense, con singoli fiori, leggermente profumati, dapprima roseo-violacei, quindi celesti, portati da peduncoli leggermente ingrossati di 1-2 mm; calice con base conica sempre più lungo dei peduncoli (3-4 mm), grigiastro e provvisto di peli uncinati o peli arcuati, non caduco; corolla rotata a lembo piano diam. 6-10 mm, con squame della fauce gialle e tubo di 2 mm.
Frutti contenenti 2-4 nucule (mericarpi), lunghe mediamente 1,5 mm, nere a maturità, arrotondate od ottuse all'apice e con superficie d'inserzione ellittica e larga.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Pascoli alpini e subalpini, vallette nivali, rupi erbose e firmeti; da (1500)1800 a 2500(2750) m.
Sistematica e possibili confusioni: Secondo alcuni studiosi M. alpestris si dovrebbe considerare una sottospecie di M. sylvatica. Al contrario, in Pignatti si riporta che il binomio M. alpestris è stato usato nella letteratura floristica italiana per indicare varie specie che raggruppano M. sylvatica Hoffm., M. soleirolii Godr., M. decumbens Host, M. graui Selvi (= M. ambigens (Bég.) Grau) e M. corsicana (Fiori) Grau; M. alpestris si ritrova in senso stretto solo nelle stazioni più alte al di sopra del limite degli alberi, pur presentandosi con varietà i cui caratteri sporadicamente deviano dalla media.
Molto simile è Myosotis sylvatica Hoffm., che differisce per la maggior altezza (20-50 cm), peli appressati nella sola infiorescenza, patenti e morbidi nel resto, foglie inferiori più lunghe (fino a 12 cm), infiorescenze meno pelose allungate e spesso sinuose, fiori non odorosi di color azzurro più carico portati da peduncoli sottili di 3-5 mm, calice quasi sempre caduco arrotondato alla base, nucule ad apice acuto e superficie d'inserzione piccolissima; in Italia se ne distinguono 4 subspecie.
In analogo ambiente altimontano, ma in area appenninica è presente Myosotis graui Selvi, alto 4-12 cm, con calice irto di peli diritti e patenti e pochi peli uncinati, corolla grande, da blu chiara a bianca; specie endemica italiana.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico deriva dal greco "mys" = "topo" e "otós" = "orecchio", con probabile riferimento alla forma ellissoidale delle foglie, anche pelose, che possono ricondurre all'orecchio di topo; l'aggettivo specifico è riferito all'ambiente alpino tipico della pianta.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
L'intera pianta (come le altre congeneri) possiede proprietà astringenti ed oftalmiche: se ne preparano soluzioni medicamentose per diverse patologie oculari. E' stata anche impiegata, essiccata e ridotta in polvere, come vulneraria ed emostatica. In omeopatia viene consigliata quale medicamento per le vie respiratorie.
Note e Curiosità: Tra le tante leggende che cercano di spiegare l'origine del nome volgare della piantina dai piccoli graziosi fiori, ne spicca, per la sua semplicità, una, la quale racconta che quando il buon Dio ebbe terminato, dopo molta fatica, di attribuire i nomi alle pietre, animali e fiori creati, si levò una vocina: "Non ti scordar di me, o Signore!". "Nontiscordardimé sarà dunque il tuo nome", rispose il Padreterno.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Mainardis G. - Flora del Parco delle Prealpi giulie - 2005 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Zenari S. - Flora escursionistica - 1956 Zannoni Editore
Pizzetti I. - Fiori e Giardino - 1998 Garzanti Editore
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Fl. Boëm. iii. 26 (1794)
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Descrizione: Pianta perenne irsuta per peli patenti o ± appressati, con fusto fiorifero ascendente od eretto di (2)5-20(35) cm, rizoma legnoso breve un po' strisciante.
Foglie basali in semirosetta di norma pelose anche inferiormente, oblungo-spatolate o lineari-spatolate, con brevissimo picciolo e lamina lar. 1-1,5 x 3-4 cm, foglie cauline sessili lanceolate ad apice per lo più ottuso 0,5 x 1,5-2,2 cm.
Infiorescenze in cime scorpioidi contratte e dense, con singoli fiori, leggermente profumati, dapprima roseo-violacei, quindi celesti, portati da peduncoli leggermente ingrossati di 1-2 mm; calice con base conica sempre più lungo dei peduncoli (3-4 mm), grigiastro e provvisto di peli uncinati o peli arcuati, non caduco; corolla rotata a lembo piano diam. 6-10 mm, con squame della fauce gialle e tubo di 2 mm.
Frutti contenenti 2-4 nucule (mericarpi), lunghe mediamente 1,5 mm, nere a maturità, arrotondate od ottuse all'apice e con superficie d'inserzione ellittica e larga.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Pascoli alpini e subalpini, vallette nivali, rupi erbose e firmeti; da (1500)1800 a 2500(2750) m.
Sistematica e possibili confusioni: Secondo alcuni studiosi M. alpestris si dovrebbe considerare una sottospecie di M. sylvatica. Al contrario, in Pignatti si riporta che il binomio M. alpestris è stato usato nella letteratura floristica italiana per indicare varie specie che raggruppano M. sylvatica Hoffm., M. soleirolii Godr., M. decumbens Host, M. graui Selvi (= M. ambigens (Bég.) Grau) e M. corsicana (Fiori) Grau; M. alpestris si ritrova in senso stretto solo nelle stazioni più alte al di sopra del limite degli alberi, pur presentandosi con varietà i cui caratteri sporadicamente deviano dalla media.
Molto simile è Myosotis sylvatica Hoffm., che differisce per la maggior altezza (20-50 cm), peli appressati nella sola infiorescenza, patenti e morbidi nel resto, foglie inferiori più lunghe (fino a 12 cm), infiorescenze meno pelose allungate e spesso sinuose, fiori non odorosi di color azzurro più carico portati da peduncoli sottili di 3-5 mm, calice quasi sempre caduco arrotondato alla base, nucule ad apice acuto e superficie d'inserzione piccolissima; in Italia se ne distinguono 4 subspecie.
In analogo ambiente altimontano, ma in area appenninica è presente Myosotis graui Selvi, alto 4-12 cm, con calice irto di peli diritti e patenti e pochi peli uncinati, corolla grande, da blu chiara a bianca; specie endemica italiana.
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Etimologia: Il nome generico deriva dal greco "mys" = "topo" e "otós" = "orecchio", con probabile riferimento alla forma ellissoidale delle foglie, anche pelose, che possono ricondurre all'orecchio di topo; l'aggettivo specifico è riferito all'ambiente alpino tipico della pianta.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
L'intera pianta (come le altre congeneri) possiede proprietà astringenti ed oftalmiche: se ne preparano soluzioni medicamentose per diverse patologie oculari. E' stata anche impiegata, essiccata e ridotta in polvere, come vulneraria ed emostatica. In omeopatia viene consigliata quale medicamento per le vie respiratorie.
Note e Curiosità: Tra le tante leggende che cercano di spiegare l'origine del nome volgare della piantina dai piccoli graziosi fiori, ne spicca, per la sua semplicità, una, la quale racconta che quando il buon Dio ebbe terminato, dopo molta fatica, di attribuire i nomi alle pietre, animali e fiori creati, si levò una vocina: "Non ti scordar di me, o Signore!". "Nontiscordardimé sarà dunque il tuo nome", rispose il Padreterno.
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Principali Fonti
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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fusti e foglie con peli patenti ed appressati
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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infiorescenza con abbondanti peli, calice con peli uncinati
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foglie basali irsute in semirosetta
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corolle dapprima roseo-violette, quindi celesti
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cime contratte e dense
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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Ciampac (TN), 2400 m, giu 2012
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Calice con peli arcuati
Ciampac (TN), 2400 m, giu 2012
Foto di Nino Cardinali
Calice con peli arcuati
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
Myosotis alpestris F.W. Schmidt
Passo Lauset (CN), 2800 m, lug 2008
Foto di Daniela Longo
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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M.te Gavia (BS), 3100 m, ago 2009
Foto di Franco Fenaroli
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Re: Myosotis alpestris F.W.Schmidt - Nontiscordardimé alpino
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