Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
Crocus ligusticus Mariotti
Candollea 43: 674 (1988)
Crocus medius auct.
Iridaceae
Zafferano ligure, Croco ligure, Deutsch: Ligurischer Krokus
Français: Crocus de Ligurie
Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perenne con cormo (bulbo-tubero) subsferico, leggermente schiacciato ai poli, di diametro compreso tra i 15 e i 25 mm, avvolto da tuniche dissolte in fibre di colore bruno-ferrugineo, sottili e non reticolate; fiore solitario, avvolto da una sola spata imbutiforme, membranacea, di colore bianco, sfumato di verde; perigonio di colore violetto chiaro, fauce perigoniale viola molto pallido, con numerose sottili striature longitudinali di colore violaceo più scuro, tubo perigoniale lungo 12-30 cm, di colore bianco, lacinie con contorno ovato-lanceolato, le interne più brevi e strette delle esterne (12-20 x 30-40 mm contro 15-25 x 40-45), stimma sfrangiato, rosso scarlatto, lungo 1,5 volte gli stami, antere lunghe circa il doppio dei filamenti con polline giallo-aranciato, fiori del tutto inodori; foglie inferiori in numero di 3-4 ridotte alle sole guaine, foglie superiori generalmente in numero di 2 (raramente 3 o 4), formantisi solo a inizio primavera e completamente sviluppate in aprile-maggio, lunghe fino a 30 cm e larghe 3-5 mm, con una stria longitudinale bianca che percorre l’intera lamina; frutto a capsula ovoidale (8-12 mm), inserito come l’ovario a livello del terreno, con numerosi semi di colore bruno-rossastro.
Tipo corologico: Endem. W-Alpica - Endemica alpica delle Alpi occidentali.
Habitat: Boschi chiari, prati a sfalcio, radure e ambienti prativi collinari e montani, su substrati carbonatici o ultrabasici, limiti altitudinali medi compresi tra i 600 e i 1300 m (estremi 100-1700 m).
Sistematica e possibili confusioni: C. ligusticus Mariotti è la più grande e forse la più singolare tra le specie italiane del genere Crocus, i fiori sono particolarmente vistosi e appariscenti per via degli stimmi lungamente sfrangiati, formanti una una specie di “fiocco” di colore rosso acceso, che sporge dal grande perigonio violetto; è anche l'unico Crocus, nell'ambito della flora italiana, ad emettere le foglie definitive alcuni mesi dopo la fioritura.
All’interno del suo areale di distribuzione Crocus ligusticus M.G. Mariotti è l’unica specie del suo genere ad avere fioritura autunnale, le altre specie italiane con antesi tardo estiva/autunnale sono:
Crocus thomasii Ten. si distingue per le foglie sviluppate già all’antesi, con margine cigliato, per gli stimmi interi, e per la fauce pelosa, di colore giallo.
Crocus longiflorus Raf., specie diffusa in tutte le regioni meridionali della Penisola, in Sicilia e a Malta, le sue popolazioni italiane si raccordano con quelle della Dalmazia e del Montenegro, ha foglie già presenti all’antesi (o sviluppantisi subito dopo), stimmi sfrangiati lunghi quanto lo stame o poco meno, perigonio a fauce bianca.
Nella Francia sud-occidentale e nei Pirenei è presente il Crocus nudiflorus Sm., che in passato è stato confuso con Crocus ligusticus M.G. Mariotti, esso si presenta assai simile nell’aspetto e, come C. ligusticus M.G. Mariotti, sviluppa le foglie definitive solo in primavera, anche in questa specie i fiori hanno stimmi multifidi e fimbriati ma più brevi degli stami e di colore rosso-aranciato, anziché scarlatti.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: il nome generico Crocus deriva dal greco kròkos, che significa filamento e si riferisce agli stimmi sfrangiati tipici di alcune specie, il nome specifico è legato al fatto che questa specie ha un areale prevalentemente ligure.
Proprietà ed utilizzi: Specie tossica
Come le altre specie del genere Crocus L. (1753) possiede proprietà emmenagogiche, ipnotico-sedative, stimolanti e toniche; la pianta contiene però alcuni alcaloidi (crocina, pierocrocina, ecc.) che la rendono leggermente tossica. In passato C. ligusticus M.G. Mariotti è stato sporadicamente utilizzato per ricavarne un surrogato di modesta qualità dello zafferano (che è prodotto con gli stimmi essiccati e macinati di Crocus sativus L.).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Mariotti, M.G. - Crocus ligusticus n.sp., a well known species. Candollea 43: 67-680, Ginevra, 1988;
Pignatti, S. - Flora d'Italia (3: 421), Edagricole, Bologna, 1982;
Gismondi, A. Prospetto della Flora ligustica, SCIA, Genova, 1950;
Conti, F., Abbate, G., Alessandrini A., Blasi, C. - An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005.
Scheda realizzata da Umberto Ferrando, fotografie di Carlo Cibei e Umberto Ferrando.
Candollea 43: 674 (1988)
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Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perenne con cormo (bulbo-tubero) subsferico, leggermente schiacciato ai poli, di diametro compreso tra i 15 e i 25 mm, avvolto da tuniche dissolte in fibre di colore bruno-ferrugineo, sottili e non reticolate; fiore solitario, avvolto da una sola spata imbutiforme, membranacea, di colore bianco, sfumato di verde; perigonio di colore violetto chiaro, fauce perigoniale viola molto pallido, con numerose sottili striature longitudinali di colore violaceo più scuro, tubo perigoniale lungo 12-30 cm, di colore bianco, lacinie con contorno ovato-lanceolato, le interne più brevi e strette delle esterne (12-20 x 30-40 mm contro 15-25 x 40-45), stimma sfrangiato, rosso scarlatto, lungo 1,5 volte gli stami, antere lunghe circa il doppio dei filamenti con polline giallo-aranciato, fiori del tutto inodori; foglie inferiori in numero di 3-4 ridotte alle sole guaine, foglie superiori generalmente in numero di 2 (raramente 3 o 4), formantisi solo a inizio primavera e completamente sviluppate in aprile-maggio, lunghe fino a 30 cm e larghe 3-5 mm, con una stria longitudinale bianca che percorre l’intera lamina; frutto a capsula ovoidale (8-12 mm), inserito come l’ovario a livello del terreno, con numerosi semi di colore bruno-rossastro.
Tipo corologico: Endem. W-Alpica - Endemica alpica delle Alpi occidentali.
Habitat: Boschi chiari, prati a sfalcio, radure e ambienti prativi collinari e montani, su substrati carbonatici o ultrabasici, limiti altitudinali medi compresi tra i 600 e i 1300 m (estremi 100-1700 m).
Sistematica e possibili confusioni: C. ligusticus Mariotti è la più grande e forse la più singolare tra le specie italiane del genere Crocus, i fiori sono particolarmente vistosi e appariscenti per via degli stimmi lungamente sfrangiati, formanti una una specie di “fiocco” di colore rosso acceso, che sporge dal grande perigonio violetto; è anche l'unico Crocus, nell'ambito della flora italiana, ad emettere le foglie definitive alcuni mesi dopo la fioritura.
All’interno del suo areale di distribuzione Crocus ligusticus M.G. Mariotti è l’unica specie del suo genere ad avere fioritura autunnale, le altre specie italiane con antesi tardo estiva/autunnale sono:
Crocus thomasii Ten. si distingue per le foglie sviluppate già all’antesi, con margine cigliato, per gli stimmi interi, e per la fauce pelosa, di colore giallo.
Crocus longiflorus Raf., specie diffusa in tutte le regioni meridionali della Penisola, in Sicilia e a Malta, le sue popolazioni italiane si raccordano con quelle della Dalmazia e del Montenegro, ha foglie già presenti all’antesi (o sviluppantisi subito dopo), stimmi sfrangiati lunghi quanto lo stame o poco meno, perigonio a fauce bianca.
Nella Francia sud-occidentale e nei Pirenei è presente il Crocus nudiflorus Sm., che in passato è stato confuso con Crocus ligusticus M.G. Mariotti, esso si presenta assai simile nell’aspetto e, come C. ligusticus M.G. Mariotti, sviluppa le foglie definitive solo in primavera, anche in questa specie i fiori hanno stimmi multifidi e fimbriati ma più brevi degli stami e di colore rosso-aranciato, anziché scarlatti.
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Etimologia: il nome generico Crocus deriva dal greco kròkos, che significa filamento e si riferisce agli stimmi sfrangiati tipici di alcune specie, il nome specifico è legato al fatto che questa specie ha un areale prevalentemente ligure.
Proprietà ed utilizzi: Specie tossica
Come le altre specie del genere Crocus L. (1753) possiede proprietà emmenagogiche, ipnotico-sedative, stimolanti e toniche; la pianta contiene però alcuni alcaloidi (crocina, pierocrocina, ecc.) che la rendono leggermente tossica. In passato C. ligusticus M.G. Mariotti è stato sporadicamente utilizzato per ricavarne un surrogato di modesta qualità dello zafferano (che è prodotto con gli stimmi essiccati e macinati di Crocus sativus L.).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
Crocus ligusticus Mariotti. Foto di Carlo Cibei.
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
Crocus ligusticus Mariotti. Preparato di Umberto Ferrando
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
Crocus ligusticus Mariotti
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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Re: Crocus ligusticus Mariotti - Zafferano ligure
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