Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
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- Cognome: Messina
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Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit.
Descr. Icon. Pl. Hung. ii. 172. t. 159 (1804)
Sternbergia aetnensis (Rafin.) Guss., Sternbergia exscapa Tineo, Amaryllis citrina Sibth. & Sm., Sternbergia dalmatica (Herbert) Herbert, Sternbergia exscapa Guss.
Amaryllidaceae
Zafferanastro appenninico, Deutsch: Zeitlosenblütiger Goldkrokus
English: Slender sternbergia
Français: Sternbergie à fleurs de colchique
Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.
Descrizione: Geofita bulbosa perenne alta 3 - 10 cm e ± glabra.
Bulbo subgloboso Ø 1 - 2 cm ricoperto di tuniche membranacee di colore castano che si prolungano in guaina fogliare di 5 - 37 mm.
Scapo inserito nella guaina 0,9 - 9,7 x 0,1 - 0,3 cm.
Foglie esterne ridotte in guaine scariose, quelle interne (3) 4 - 6), piane , lineari con margine scarioso nella metà inferiore e ± ottuse in quella superiore ( 7 - 15 x 0,2 - 0,7 cm).
Perigonio a tubo (11 - 19 mm), più corto dei tepali, parzialmente sotterraneo e di colore bianco-giallastro.
Fiore giallo, eretto, con 6 petali subuguali (3+3), quelli esterni più lunghi, di forma oblanceolata 3 - 5 x 25 - 30 mm
Stami filamentosi (6 - 11) inseriti alla base dei tepali e più corti; antere 1,3 - 2,8 x 0,5 - 1,2 mm
Stimma trilobato19 - 30 mm, stilo più corto dei petali.
Il frutto è una capsula loculicida subglobosa apicolata (8,5 - 14,5 x 7,5 - 11,5 mm).
Semi numerosissimi, ovoidi, neri, strofiolati (parte carnosa del funicolo), (2,1 - 3,5 x 1,6 - 2,5 mm).
Tipo corologico: SE-Europ. - Soprattutto nella regione Carpatico-Danubiana.
W-Asiatica - Asia occidentale.
Habitat: Preferibilmente suoli calcarei in ambienti aridi, sassosi da 1500 a 2000 m.
Sistematica e possibili confusioni: Nella flora italiana sono presenti, oltre alla specie descritta:
-Sternbergia lutea (L.) Ker Gawl. ex Spreng.
-Sternbergia sicula Tineo ex Guss.
Confondibile con Sternbergia lutea (L.) Ker Gawl. ex Spreng. che si presenta di taglia più grande sia per il bulbo (37 - 52 x 25 - 69 mm) che per le foglie (7 - 25 (45) x 0,6 - 1,4 cm) che compaiono in autunno.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere fu dedicato da Waldstein e Kitaibel al medico, botanico e Conte boemo Kaspar Maria von Sternberg (1761 - 1838) scopritore di questa amaryllidacea e fondatore del Museo Nazionale di Praga..
L'epiteto della specie è riferito al fiore che assomiglia a quello del colchico.
Proprietà ed utilizzi: Specie tossica
L'analisi chimica della pianta a messo in evidenza la presenza di almeno 21 alcaloidi ( Lycorine, Tarzettine, Haemanthidine ecc.).
Non è scambiabile con lo zafferano coltivato (da qui l'epiteto di zafferanastro)perchè di portamento e colore diverso. In alcuni casi, l'ingestione ha procurato sintomi simili all'avvelenamento da colchicina.
Note e Curiosità: Questo genere è stato ibridato dai florcultori, ottenendo piante di colore diverso; la specie più diffusa è Sternbergia candida usata per abbellire tappeti erbosi.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
http://www.rjb.csic.es/floraiberica/
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
G. Galetti - Abruzzo in Fiore - Ed. Majambiente - 2008
M. Blaney - c. Grey - Wilson - Toutes les Fleurs de Méditerranée - Delachaux et Niestle - 1993
Antonino Messina
Descr. Icon. Pl. Hung. ii. 172. t. 159 (1804)
Sternbergia aetnensis (Rafin.) Guss., Sternbergia exscapa Tineo, Amaryllis citrina Sibth. & Sm., Sternbergia dalmatica (Herbert) Herbert, Sternbergia exscapa Guss.
Amaryllidaceae
Zafferanastro appenninico, Deutsch: Zeitlosenblütiger Goldkrokus
English: Slender sternbergia
Français: Sternbergie à fleurs de colchique
Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.
Descrizione: Geofita bulbosa perenne alta 3 - 10 cm e ± glabra.
Bulbo subgloboso Ø 1 - 2 cm ricoperto di tuniche membranacee di colore castano che si prolungano in guaina fogliare di 5 - 37 mm.
Scapo inserito nella guaina 0,9 - 9,7 x 0,1 - 0,3 cm.
Foglie esterne ridotte in guaine scariose, quelle interne (3) 4 - 6), piane , lineari con margine scarioso nella metà inferiore e ± ottuse in quella superiore ( 7 - 15 x 0,2 - 0,7 cm).
Perigonio a tubo (11 - 19 mm), più corto dei tepali, parzialmente sotterraneo e di colore bianco-giallastro.
Fiore giallo, eretto, con 6 petali subuguali (3+3), quelli esterni più lunghi, di forma oblanceolata 3 - 5 x 25 - 30 mm
Stami filamentosi (6 - 11) inseriti alla base dei tepali e più corti; antere 1,3 - 2,8 x 0,5 - 1,2 mm
Stimma trilobato19 - 30 mm, stilo più corto dei petali.
Il frutto è una capsula loculicida subglobosa apicolata (8,5 - 14,5 x 7,5 - 11,5 mm).
Semi numerosissimi, ovoidi, neri, strofiolati (parte carnosa del funicolo), (2,1 - 3,5 x 1,6 - 2,5 mm).
Tipo corologico: SE-Europ. - Soprattutto nella regione Carpatico-Danubiana.
W-Asiatica - Asia occidentale.
Habitat: Preferibilmente suoli calcarei in ambienti aridi, sassosi da 1500 a 2000 m.
Sistematica e possibili confusioni: Nella flora italiana sono presenti, oltre alla specie descritta:
-Sternbergia lutea (L.) Ker Gawl. ex Spreng.
-Sternbergia sicula Tineo ex Guss.
Confondibile con Sternbergia lutea (L.) Ker Gawl. ex Spreng. che si presenta di taglia più grande sia per il bulbo (37 - 52 x 25 - 69 mm) che per le foglie (7 - 25 (45) x 0,6 - 1,4 cm) che compaiono in autunno.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere fu dedicato da Waldstein e Kitaibel al medico, botanico e Conte boemo Kaspar Maria von Sternberg (1761 - 1838) scopritore di questa amaryllidacea e fondatore del Museo Nazionale di Praga..
L'epiteto della specie è riferito al fiore che assomiglia a quello del colchico.
Proprietà ed utilizzi: Specie tossica
L'analisi chimica della pianta a messo in evidenza la presenza di almeno 21 alcaloidi ( Lycorine, Tarzettine, Haemanthidine ecc.).
Non è scambiabile con lo zafferano coltivato (da qui l'epiteto di zafferanastro)perchè di portamento e colore diverso. In alcuni casi, l'ingestione ha procurato sintomi simili all'avvelenamento da colchicina.
Note e Curiosità: Questo genere è stato ibridato dai florcultori, ottenendo piante di colore diverso; la specie più diffusa è Sternbergia candida usata per abbellire tappeti erbosi.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
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PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
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Antonino Messina
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Re: Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit.
Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
M. Catria (PG), 1500 m, set 2010
Foto di Franco Barbadoro
Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
M. Catria (PG), 1500 m, set 2010
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Re: Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit.
Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
M. Catria (PG), 1500 m, set 2010
Foto di Franco Barbadoro
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M. Catria (PG), 1500 m, set 2010
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Re: Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit.
Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
Monte Morello (FI), mar 2008
Foto di Giovanni Gestri
Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
Monte Morello (FI), mar 2008
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Re: Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
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Amaryllidaceae: Zafferanastro appenninico
Monte Morello (FI), mar 2008
Foto di Giovanni Gestri
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Monte Morello (FI), mar 2008
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Re: Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. - Zafferanastro appenninico
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M. Catria (PG), 1500 m, set 2010
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