Baier. Reise: 14 (1786)
Basionimo: Hieracium incanum L. - Sp. Pl.: 799 (1753)
Altri sinonimi: Apargia incana Scop.
Asteraceae
Dente di leone biancheggiante, Deutsch: Grauer Löwenzahn
English: Grey hawkbit
Français: Liondent blanchâtre
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne a radice fittonosa verticale con fusto per lo più monocefalo alto 20-40 cm, diritto, robusto, ingrossato sotto il capolino, ricoperto da denso tomento grigiastro per peli stellati, semplici e stipitati, afillo o dotato di poche bratteole pelose lesiniformi.
Foglie in rosetta basale ellittico-lineari o strettamente oblanceolate, intere o debolmente sinuato-dentate, ±acute all’apice, con indumento omogeneo sull’intera lamina, grigio-cenerino e vellutato per densi peli stellati a 4-5(6) raggi >=stipite.
Capolini, penduli prima dell’antesi, larghi 1,5-3(4) cm, con fiori (solo ligulati) e stimmi gialli chiari; involucro (lar. 6-10 x 13-17 mm) con squame disposte in serie, ±acute, lineari o lineari-lanceolate, cenerino-tomentose, spesso con peli semplici o stellati sui bordi e forcati lunghi sul dorso.
Acheni pelosi bruni di 4-7 mm, con pappo molto più lungo di essi, bianco-sporco, a setole internamente piumose ed esternamente denticolate.
Tipo corologico: E-Alp.-Carpat. - Delle Alpi orientali e dei Carpazi.
Distribuzione: Aree alpine centro-orientali.
Habitat: Pendii rocciosi soleggiati, rocce alterate, ghiaie e pascoli aridi, su basi carbonatiche. Da 200 a oltre 2000 m.
Sistematica e possibili confusioni: Insieme alla sottospecie nominale qui descritta in Italia si trova anche Leontodon incanus subsp. tenuiflorus (Gaudin) Hegi, di non facile distinzione rispetto alla prima; caratteri diacritici fondamentali (da osservare con lente) si rivelano i peli di fusto e foglie meno fitti ed a stipite doppiamente lungo con 2-3 raggi piuttosto brevi, i capolini non più larghi di 2,5 cm, gli acheni con pappo subeguale ad essi.
Premesso che il genere si presente di difficile suddivisione specifica e sottospecifica e che è tuttora oggetto di laboriosa indagine, si richiamano alcune congeneri affini:
Leontodon hispidus L. (= L. proteiformis Vill., L. brumati Rchb., L. danubialis Jacq.), estremamente polimorfa, riscontrabile in ogni ambiente, ma soprattutto in prati, con foglie ruvide al tatto larghe 1-2,5 cm da oblanceolate a lineari-spatolate, profondamente sinuato-dentate e di norma con peli stellati a stipite di 0,3-1 mm e 2-4 raggi, però talvolta superiormente glabre, capolini penduli prima dell’antesi, ad involucro con squame peloso-irsute o glabre, fiori ligulati scuri all’apice;
Leontodon berinii (Bartl.) Roth, non più alto di 20 cm, con scapo semplice o raramente diviso in 1-2 rami monocefali, raro, si trova su ghiaie, alluvioni, greti torrentizi solo nel nord-est, ha aspetto pulverulento per la presenza su fusti e foglie di fitti peli stellati brevissimi e con (4)6 o più raggi, foglie ruvide oblanceolate ±ottuse, intere o debolmente dentate lunghe (3)9-12 cm, fiori giallo-dorati in capolini a squame pelose come le foglie;
Leontodon intermedius Porta, solo in area appenninica su rupi e fessure calcaree, raro, alto non più di 15 cm, ha fusti ingrossati in alto con poche squame, glabri o con peli stellati a 2-4 raggi, foglie debolmente dentato-sinuose con uguali peli stellati brevi e fitti, capolini piccoli (lar. 1-1,5 cm) con squame a margine sfrangiato.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Leontodon: dal greco "λέων léon" = “leone” e dal greco ionico “ὀδών odón” = “dente, del dente”;
incanus: dal lat. "incanésco" = “io divengo canuto”.
Proprietà ed utilizzi:
Specie commestibileLe specie del genere possiedono proprietà diuretiche e curative di alcune disfunzioni renali; l’infuso della pianta è utile nel trattamento dell’idropisia e dell’itterizia.
Le foglie più tenere possono essere consumate in insalata, le più coriacee usate per risotti, minestre, frittate o come verdura cotta.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
MAINARDIS G., 2005. Flora del Parco delle Prealpi giulie, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
ZENARI S., 1956. Flora escursionistica, Zannoni Editore, Padova
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Silvano Radivo
