Dal Santuario dell’Acquasanta * {ID 0 0}

[Daniela Longo]

Domenica 26 ottobre, approfittando della bella giornata, decidiamo per una gita classica per gli escursionisti genovesi: Punta Martin dal Santuario dell’Acquasanta.
Il Santuario prende il suo nome dalla presenza di una fonte di acqua solforosa ritenuta miracolosa. Le sorgenti di questo tipo non sono rare nel gruppo di Voltri, ma ad Acquasanta sono particolarmente copiose, tanto che qui esistevano anche degli stabilimenti termali oggi completamente chiusi.

Il Santuario

[Daniela Longo]

Da poco sono state aperte due nuove vie di salita oltre alla cresta attrezzata, già percorsa numerose volte e sempre un po’ troppo affollata. Si tratta di due sentieri che un tempo erano utilizzati come vie di accesso e di discesa alla palestra di roccia della Baiarda e che ora sono collegati agli itinerari di salita. Punta Martin è una bella vetta all’interno del gruppo serpentinico di Voltri.

[Daniela Longo]

Il vallone di accesso è ancora in ombra e l’orbettino aspetta un primo raggio di sole che lo riscaldi per acquistare un po’ di vitalità.

[Daniela Longo]

Le piante fiorite sono ormai poche., tra queste Serratula tinctoria L. subsp. tinctoria
Acquasanta, Genova (GE)
Foto di Daniela Longo

[Daniela Longo]

I cespugli di Satureja montana L. subsp. montana coprono i pendii sassosi e molti di essi sono ancora in piena fioritura

[Daniela Longo]

Satureja montana L. subsp. montana

[Daniela Longo]

Immancabile Iberis umbellata L.

[Daniela Longo]

Dei due sentieri di salita scegliamo quello che taglia in orizzontale sotto la falesia, raggiunge una piccola sella e poi percorre il filo di cresta fino alla Cappelletta. Lungo questo sentiero sono presenti numerose cave di pietra abbandonate.

[Daniela Longo]

Nelle nicchie protette formate dalle cave la vegetazione cresce rigogliosa. L’uno accanto all’altro si trovano Ficus carica L.

[Daniela Longo]

E Sorbus aria (L.) Crantz subsp. aria

[Daniela Longo]

I frutti di Cistus salviifolius L. sono ciò che rimane di una fioritura ormai da tempo finita.

[Daniela Longo]

Raggiungiamo il crinale. Tutti i versanti verso mare sono stati completamente disboscati durante la seconda guerra mondiale. Un pino, forse Pinus nigra J.F. Arnold, resto dei mal riusciti rimboschimenti degli anni 50, si abbarbica ad una roccia.

[Daniela Longo]

Proseguiamo oltre la Cappelletta, così brutta che non merita certo una foto. E’ bello invece, nella foschia, il crinale che abbiamo appena percorso, sotto cui si sviluppano le palestre di roccia.

[Daniela Longo]

Un gruppo di Carline ormai in antesi avanzata, hanno come sfondo la Punta Martin.

[Daniela Longo]

Questo rottame è quasi senza spiegazione. Come ha fatto ad arrivare qua? Non ci sono strade o piste.

[Daniela Longo]

Ancora un pino di rimboschimento alla Fontanabuona, una fonte poco distante dalla vetta con una portata irrisoria ma di acqua veramente “buona”, leggera e fresca.

[Daniela Longo]

Vicino alla Fontanabuona un rifugio di pastori ancora in buone condizioni. Costruzioni di questo tipo sono presenti in tutta la Liguria occidentale ed anche in Provenza. Da quanto mi risulta, questo di Punta Martin è il più orientale della Liguria.

[Daniela Longo]

Ancora una macchia di colore. E’ la piccola e bellissima Centaurium erythraea Rafn

[Daniela Longo]

Vi sono moltissime mantidi tra l’erba.

[Daniela Longo]

Queste riesco a coglierle durante l’accoppiamento. La femmina, ben più grande del maschio, lo trattiene con una zampa.

[Daniela Longo]

Scendiamo verso Pegli. La pineta è completamente bruciata.

[Daniela Longo]

I rami bruciati creano ricami contro la foschia.

[Daniela Longo]

Ma tra i pini bruciati la macchia, vera padrona di questi pendii, sta rinascendo.
Arbutus unedo L. è già in fiore

[Daniela Longo]

Myrtus communis L. subsp. communis è completamente ricoperto dalle bacche bluastre

[Daniela Longo]

Anche Smilax aspera L. presenta proprio in questa stagione il suo vestito migliore con i gruppi di bacche di un rosso intenso.