Fioriture e rifioriture autunnali sui Monti Sibillini

[gianleonardo]

Riprendiamo il nostro cammino per i monti Sibillini, ma da un’altra prospettiva, quella autunnale.
La stagione dell’esplosione di corolle, colori e fragranze primaverili, descritta nel mio precedente topic
https://www.actaplantarum.org/forum/vie ... 42&t=60715
è ormai alle spalle.
Nel mezzo è passata, quest’anno in notevole ritardo, l’ESTATE.
La lenticchia e le altre pregiate colture cerealicole dell’altopiano di Castelluccio sono giunte al termine del loro ciclo annuale ed i campi sono stati arati e preparati per accogliere un ospite molto esigente, l’INVERNO.
In questo tranquillo interregno di attesa, reso un po’ melanconico dalla luce più fredda e dal mantello color ruggine delle aree boschive, un pugno di specie vegetali, complice l’eccezionale calura di quest’inizio autunno, si intestardisce a fiorire.
Sono fioriture umili, cioè vicine alla terra, ma dai colori superbi. Non pennellate di colore, come in primavera, ma delicate spruzzate di blu, di giallo e di rosso, come in un dipinto impressionista, apprezzabili solo da occhi avidi di colore.
Svolgendosi in gran parte in territorio marchigiano, inserirei anche questo itinerario botanico tra quelli delle Marche.
E allora partiamo alla scoperta di questo affresco autunnale, cominciando da un magnifico papavero rifiorito a metà ottobre in un campo di lenticchie alle pendici del Vettore.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Facciamo ora un passo indietro.
La nostra passeggiata autunnale inizia, infatti, ad inizio mattinata, dalla Forca di Gualdo, dove, provenendo dalle valli maceratesi, ci si affaccia all’improvviso sullo scenario incomparabile dell’altopiano di Castelluccio.
Bagnato da un soffice mare di nubi, Castelluccio riacquista l’aspetto insulare che aveva quando l’altopiano era il letto di un grande lago.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

La Cima del Redentore è pettinata dalla luce radente del mattino.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Basta un repentino cambio di correnti ed il sipario si apre lentamente sul proscenio del Piano Perduto, che precede le prime balze del Vettore e della Cima del Redentore.
La nebbia svapora ed emergono le sagome di cavalli e splendidi alberi solitari, già in habitus invernale.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Aggirato lo ieratico scoglio di Castelluccio, ci avviamo verso Forca di Presta, costeggiando le prime balze del Vettore.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Dal lato opposto, le faggete secolari della Macchia Cavaliera orlano il bordo meridionale del Piano Piccolo.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Guadagnato il valico di Forca di Presta, che divide il versante ascolano dei Sibillini da quello perugino, compare il primo gregge, governato dai fischi di un pastore balcanico e dall’alito di una muta di cani.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Qui comincia il nostro itinerario scarponi ai piedi.
La prima, timida fioritura è quella dell’alisso.
Alyssum montanum? A voi lettori la non scontata sentenza.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Attacchiamo ora la lunga dorsale che da Forca di Presta si dirige ad arco verso Forca Canapine, passando per il Monte Pellicciara (m 1687).
Tra l’erba alta, ormai secca, spiccano le coroncine gialle dell’Hippocrepis comosa L.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Sulla destra della dorsale, verso ovest, svetta la sagoma del Monte Guaidone, con la sua caratteristica faggeta ricamata sul petto, chiamata Macchia Monella.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Più in là, ai piedi del Guaidone, un surreale patchwork di appezzamenti a scacchiera.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Salendo verso la vetta del Monte Pellicciara scorgiamo tra i fili d’erba un’inconfondibile macchia blu. E’ il blu genziana, appena sbiancato ai margini dai rigori della notte, delle corolle della Gentiana verna, in piena, estemporanea rifioritura ottobrina.
E non è una fioritura timida quella della genziana, ma una a “corolla alta”!

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Poco più avanti, una piccola Fabacea non vuole essere da meno ed esibisce anch’essa la sua delicatissima rifioritura. E’ l’Anthyllis vulneraria L.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Un solitario prataiolo (Agaricus) è sfuggito (per ora) alle ceste dei numerosi “fungaroli” che si aggirano nella zona. Faccio in tempo ad immortalarlo davanti al maestoso fondale del Piano Grande.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Un’ultima sorpresa ci attende sotto alla vetta del Monte Pellicciara, a pochi metri di distanza dal confine amministrativo con la provincia di Perugia.
Nell’erba alta si intravedono le minuscole corolle alate della Polygala amarella Crantz, in sorprendente, tardiva fioritura.
Su questa specie dalle foglie di sapore molto amaro vi ho già intrattenuto con un mio precedente topic:
https://www.actaplantarum.org/forum/vie ... 09&t=68522

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

E’ giunta l’ora di congedarci.
Con sincronismo perfetto, il nostro rientro alla base coincide con quello del gregge, che in lunghissime file indiane scende ad abbeverarsi dalle falde del Vettore.

da Gianleonardo Allasia

Foto di Gianleonardo Allasia

[vito50]

Bellissimo itinerario; molto suggestivo.
Vito

[FabioS]

Fabio