Lapsana communis L. - Lassana comune
Inviato: 21 gen 2008, 16:22
Lapsana communis L.
Sp. Pl.: 81 (1753)
Asteraceae
Lassana, Lassana comune, Grespignolo, Deutsch: Gemeiner Rainkohl
English: Common nipplewort
Español: Hierba de las mamas
Français: Lampsane commune
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta da 20-120 cm, glabra o villosa, con radice fittonante e fusto eretto, esile, ramificato-corimboso nella parte superiore, contenente un succo lattiginoso.
Foglie inferiori picciolate lirate, sinuate-dentate acuminate, col lobo terminale più grande. Le foglie del caule sessili, ovate-lanceolate, intere-dentate.
Infiorescenza a corimbo con numerosi capolini, piccoli, tutti ligulati, di 6-7 mm, di color giallo chiaro. Ogni capolino è circondato da un involucro conico glabro provvisto di brattee interne lineari carenate, quelle esterne molto brevi, ovali.
Frutti acheni ricurvi e striati longitudinalmente, privi di pappo.
Tipo corologico: Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.
Distribuzione: Comune in tutte le regioni del nostro territorio, dalla pianura fino alla fascia montana da 0 a 1400 m.
Habitat: Cresce nelle macchie e nei boschi cedui, specie di latifoglie, dove sfrutta la maggior quantità di sostanze organiche del terreno, è presente anche negli orti, nei ruderi, ed in aree antropizzate.
Sistematica e possibili confusioni: Oltre alla sottospecie nominale sopra descritta era presente in Italia (Trentino Alto Adige) anche Lapsana communis subsp. intermedia (M. Bieb.) Hayek, esotica neofita, la cui presenza non è stata accertata.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco “lapazein” ed dal latino “lampsana” e significa rammollire, purgare, in relazione alle sue proprietà emollienti e depurative. Mentre il nome della specie communis = abituale, ordinario
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Nelle campagne ed in collina viene usata ancor oggi nelle misticanze di verdure, sia cotta che cruda, per le sue proprietà depurative ed emollienti. Il suo sapore amaro ricorda un poco quello del tarassaco. Ha inoltre proprietà rinfrescanti ed antidiabetiche.
Secondo la dottrina dei segni che stabiliva una relazione di somiglianza fra i capolini chiusi della pianta coi capezzoli delle mammelle, creò per lungo tempo la convinzione che potesse curare ed alleviare l'infiammazione dei capezzoli delle donne dagli ingorghi di latte dopo lo svezzamento. Per questi disturbi si ricorreva a far uso del succo fresco della pianta mescolato al grasso oppure si applicavano foglie fresche schiacciate e tritate sulla parte interessata. Tanto è vero che la chiamavano “papillaris”, dal latino papilla = capezzolo, ed era popolarmente conosciuta come l'erba delle mammelle.
Principali Fonti
Flora d'Italia di S. Pignatti
Flora Helvetica di K. Lauber e G.Wagner 2001
An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora - F.Conti, G.Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi 2005
Scheda realizzata da: Mirna Medri
Sp. Pl.: 81 (1753)
Asteraceae
Lassana, Lassana comune, Grespignolo, Deutsch: Gemeiner Rainkohl
English: Common nipplewort
Español: Hierba de las mamas
Français: Lampsane commune
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta da 20-120 cm, glabra o villosa, con radice fittonante e fusto eretto, esile, ramificato-corimboso nella parte superiore, contenente un succo lattiginoso.
Foglie inferiori picciolate lirate, sinuate-dentate acuminate, col lobo terminale più grande. Le foglie del caule sessili, ovate-lanceolate, intere-dentate.
Infiorescenza a corimbo con numerosi capolini, piccoli, tutti ligulati, di 6-7 mm, di color giallo chiaro. Ogni capolino è circondato da un involucro conico glabro provvisto di brattee interne lineari carenate, quelle esterne molto brevi, ovali.
Frutti acheni ricurvi e striati longitudinalmente, privi di pappo.
Tipo corologico: Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.
Distribuzione: Comune in tutte le regioni del nostro territorio, dalla pianura fino alla fascia montana da 0 a 1400 m.
Habitat: Cresce nelle macchie e nei boschi cedui, specie di latifoglie, dove sfrutta la maggior quantità di sostanze organiche del terreno, è presente anche negli orti, nei ruderi, ed in aree antropizzate.
Sistematica e possibili confusioni: Oltre alla sottospecie nominale sopra descritta era presente in Italia (Trentino Alto Adige) anche Lapsana communis subsp. intermedia (M. Bieb.) Hayek, esotica neofita, la cui presenza non è stata accertata.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco “lapazein” ed dal latino “lampsana” e significa rammollire, purgare, in relazione alle sue proprietà emollienti e depurative. Mentre il nome della specie communis = abituale, ordinario
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Nelle campagne ed in collina viene usata ancor oggi nelle misticanze di verdure, sia cotta che cruda, per le sue proprietà depurative ed emollienti. Il suo sapore amaro ricorda un poco quello del tarassaco. Ha inoltre proprietà rinfrescanti ed antidiabetiche.
Secondo la dottrina dei segni che stabiliva una relazione di somiglianza fra i capolini chiusi della pianta coi capezzoli delle mammelle, creò per lungo tempo la convinzione che potesse curare ed alleviare l'infiammazione dei capezzoli delle donne dagli ingorghi di latte dopo lo svezzamento. Per questi disturbi si ricorreva a far uso del succo fresco della pianta mescolato al grasso oppure si applicavano foglie fresche schiacciate e tritate sulla parte interessata. Tanto è vero che la chiamavano “papillaris”, dal latino papilla = capezzolo, ed era popolarmente conosciuta come l'erba delle mammelle.
Principali Fonti
Flora d'Italia di S. Pignatti
Flora Helvetica di K. Lauber e G.Wagner 2001
An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora - F.Conti, G.Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi 2005
Scheda realizzata da: Mirna Medri