Celtis australis L. subsp. australis - Bagolaro comune

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Celtis australis L. subsp. australis - Bagolaro comune

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Celtis australis L. subsp. australis
Sp. Pl.: 1043 (1753)

Celtis australis L. V panormitana Raimondo & Venturella

Cannabaceae

Bagolaro comune, Bagolaro, Spaccasassi, Deutsch: Europäischer Zürgelbaum
English: European nettle tree
Español: Aligonero, almez
Français: Micocoulier de Provence


Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

Descrizione: Albero con fogliame deciduo, con tronco diritto massiccio e se isolato, presto molto ramificato, è caratteristicamente scanalato da irrobustimenti nella parte basale, rami patenti nella parte inferiore della chioma, corteccia grigio-cinerea liscia, compatta, fessurata solo in esemplari molto vecchi.
Rami giovani pubescenti con grandi lenticelle biancastre, quelli laterali sono distici e penduli con gemme invernali coniche appuntite aderenti ai rami e perule brune e ciliate con ciglia chiare; chioma globosa, densa di colore verde-grigiastro. Altezza 10÷25 m.
Le foglie brevemente picciolate, sono portate distiche, lunghe circa il doppio che larghe (5-15 cm) semplici, alterne da ovate a lanceolate, ellittiche con base più o meno asimmetrica, cuneata o arrotondata, finemente seghettate, nella parte basale lisce, lungamente acuminate; pagina superiore di colore verde scuro, scabra e ruvida, pagina inferiore più chiara pubescente, ornate sul lembo da 3 nervature primarie.
I fiori ermafroditi o poligami, giallo verdastri, spuntano quasi contemporaneamente alle foglie, in infiorescenze pauciflore a corimbi di fiori maschili, o solitari, i fiori poligami o femminili nelle porzioni apicali dei ramuli, peduncolati con 5÷6 stami ad antere gialle, 2 stigmi ricurvi divaricati biancastri.
I frutti sono drupe ovali Ø 8÷12 mm, peduncolate glabre, prima bianco-giallastre, a maturazione in settembre ottobre dello stesso anno brune o nerastre. Hanno polpa scarsa edule ma appetita soprattutto dall'avifauna, seme reticolato-rugoso, con endosperma oleoso.
La plantula alla nascita ha caratteristicamente cotiledoni rettangolari e le prime foglie hanno già la forma definitiva.
Il legno è leggermente discolore con alburno giallo verdastro e duramen grigiastro, è a porosità anulare simile a quello dell'olmo, molto elastico.
L'apparato radicale è molto robusto, profondo ma anche espanso che gli da una grande stabilità e la possibilità di superare agevolmente periodi lungamente siccitosi infilandosi ed anche allargando le fessure tra le rocce (spaccasassi).

Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).

Distribuzione: Specie eurimediterranea con baricentro orientale, l'areale però si estende anche all'Europa meridionale, all'Africa settentrionale, alla Spagna e alla Francia meridionale; nei climi supramediterranei, vive nella penisola balcanica e dall'Anatolia raggiunge il Kashmir.
In Italia è sporadicamente presente in tutto il territorio.

Habitat: Non forma boschi puri, tra il Lauretum freddo e il Castanetum. Spesso è stato coltivato specie nella zona prealpina e allora può essere specie naturalizzata.
Specie lucivaga, predilige terreni freschi anche subacidi ben drenati ma si adatta anche a terreni calcarei, sassosi e stazioni ruderali xeriche, dove il robusto e sviluppato apparato radicale, penetra nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento.
Vive in consorzio negli stadi pionieri della Lecceta, nei boschi di latifoglie eliofile e, nel distretto insubrico orientale e submediterraneo, nell' Orno-Ostrieto. Fiorisce fra aprile÷maggio.
Non caratterizza associazioni nella zona del Castanetum essendo sporadico nelle alleanze del Querco-Fagetea del gruppo QHP (Quercus humili-petraeae) ma con varie digressioni nel Qurcetalia ilicis. Una particolare associazione è però riconosciuta (Ubaldi) nei boschi sudalpici tendenti al Quercion ilicis in quel particolare clima che si incontra intorno al Lago di Garda, nella bassa valle del Sarca e territori limitrofi della valle dell'Adige in stazioni molto aride in estate, il Celtido australis-Quercetum ilicis che è formato anche da aggruppamenti semimesofili in collegamento con l'Helleboro nigri-Ostrietum. in cui si incontrano anche specie dei gruppi Cb, (Carpinus betulus) e Ga, (Galium odoratum). Da 0÷800 m s.l.m.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: In Sicilia sulle pendici occidentali dell'Etna è presente Celtis aetnensis Strobl - Bagolaro dell'Etna, che si distingue per foglie cuoriformi poco più lunghe che larghe, crenate.

Celtis occidentalis L. - Bagolaro occidentale, specie esotica naturalizzata in Trentino Alto Adige, originaria del nord America, introdotta in Europa nel secolo scorso. Simile a Celtis australis, si distingue per la corteccia profondamente fessurata e più scura, foglie più strette, di colore verde chiaro, lucide nella pagina superiore e non completamente seghettate, per i frutti più piccoli e di colore giallastro a maturità.

Tassonomia filogenetica

Immagine


______________________________________________________________________________

Etimologia: Il nome generico dal nome greco di un albero che Linneo ha dato a questo genere quando si è creato, significa albero dai frutti dolci, il nome specifico indica i luoghi d’origine: Europa, Africa sett., Asia orientale e, si contrappone all’altra specie Celtis occidentalis. Il termine bagolaro deriva probabilmente dal latino" bacula" = piccola bacca, Spaccasassi invece indica la peculiartà delle robuste radici di frangere i sassi.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie commestibile officinale

Specie longeva può vivere 500-600 anni ma non ha crescita veloce; per la sua adattabilità anche a periodi di forte siccità viene coltivata e impiegata nei rimboschimenti ma soprattutto nelle alberature stradali perchè resiste bene alle potature, all'inquinamento, fa molta ombra e, anche se pianta di climi mediterranei, resiste molto bene al gelo.
Il legno bianco-verdastro o grigiastro, robusto e flessibile, veniva impiegato per fabbricare remi, cerchioni di ruote, pali, stecche da biliardo, calci di fucile, bastoni da passeggio, assali e mozzi di carri e carrozze, in liuteria e per la produzione di statue.
Un impiegho particolare, proprio dovuto alla sua elasticità, lo trovava nella fabbricazione delle fruste.
I frutti sono comunemente detti “bagole
I semi dei frutti, venivano forati e infilati per ottenere collane e corone da rosario, è infatti, soprattutto in merdione comunemente detto "albero dei rosari".
Ottimo combustibile e il suo fogliame per l'alto contenuto di proteine, costituisce un buon foraggio pensile.
Con la corteccia si tingeva il cuoio e con la radice la lana, ottenendo un colore giallo.
A nord-ovest di Borno in Val Camonica (BS), sorge un antico roccolo chiamato "Romile" da "Romilia".
Celtis australis è una delle specie che sui rami più alti , ospita la "culla" di una simpatica farfalla: Nymphalis antiopa Linnè 1758, una delle più eleganti vanesse della lepittorofauna italiana che, con ocelli azzurri, è facilmente distinguibile.

Principali Fonti
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma. 2005
UBALDI D. 2003 "la vegetazione boschiva d'Italia" Clueb
GELLINI R. e GROSSONI P. 1997"Botanica forestale” I e II, Cedam
UBALDI D. 2003 "Flora, fitocenosi e ambiente" Clueb


Scheda realizzata da Marinella Zepigi e Graziano Propetto
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Bari (BA), 10 m, set 2011
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Bari (BA), 10 m, set 2011
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