Il Taj Mahal

Cronache da paesi lontani e vicini.
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Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Quel che segue è frutto delle mie esperienze personali vissute a cavallo tra il 1993 ed il 1994, quando insieme a mia moglie, ci siamo recati in India.

Tutto quello che leggerete (ammesso che ne abbiate la pazienza :) ) è un diario di viaggio alla scoperta del Taj Mahal e di ciò che provammo di fronte a questo grande capolavoro dell’arte indiana.

Una curiosità:
contrariamente a quanto è mio solito fare, in questo piccolo reportage non troverete nessuna mia fotografia.

Mistero! ;)

Beh. Il motivo lo capirete alla fine.

E allora, buon viaggio, e ... buona pazienza!

:bye:
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

India, 1993

Erano gli ultimi giorni di dicembre del 1993 ed eravamo da poco entrati in India provenienti dal Nepal. Io e Rossella avevamo deciso di scegliere come meta del viaggio di nozze terre e popoli molto diversi dai nostri e l’India ed il Nepal rappresentavano tutto questo. Paesi lontani che ci incuriosivano e ci affascinavano.

Eravamo, per l’appunto, appena entrati in India, e fin dall’inizio, siamo stati mediaticamente bersagliati dal Taj Mahal o, per meglio dire, dalle tante immagini e fotografie del Taj Mahal che incontravamo nei luoghi in cui ci muovevamo.

In India la presenza del Taj Mahal si avverte in ogni dove. Se prendete una via a caso in qualsiasi città è difficile che non troviate una bottega o un locale che si chiami Taj Mahal; nelle librerie avrete difficoltà a trovare un libro che non abbia come argomento il Taj Mahal.

Pitture, modellini, disegni, pubblicità, e via dicendo …

Il Taj Mahal è dappertutto, quasi una persecuzione.

Dio esiste? Non lo so.

Sul Taj Mahal non avevamo dubbi.


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Nella foto la città di Agra (dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Khajuraho, 31 dicembre 1993

Una delle prime mete del nostro viaggio in India è stata il Madhya Pradesh per visitare gli splendidi templi di Khajuraho.

Khajuraho è un luogo incantato. Entri nel vasto parco e ti allontani secoli dal caos e dal chiasso delle città indiane. Il silenzio, gli ampi spazi e la religiosità del posto ti portano dentro una piacevole e straniante sensazione di pace e di serenità a cui non sei abituato.

Siamo rimasti alcune ore a scoprire, via via che ci inoltravamo tra i sentieri, la maestosità e la esotica bellezza dei templi: le complesse ed elaborate architetture, le centinaia di sculture con cui sono ornati i templi, l’assoluta libertà di rappresentazione dell’atto sessuale senza le nevrosi che l’educazione cristiana ha imposto al mondo occidentale.

Khajuraho è un’esperienza visiva e spirituale. E’ magnifica.

Usciti dall’area archeologica ci avviamo verso un semi-diroccato negozietto per turisti.

Esposti all’esterno in alcuni cassoni di legno troviamo degli oggetti tibetani, alcuni giocattoli in metallo raffiguranti dei cavalli con le ruote, delle delicate miniature su carta insieme a vari oggetti accatastati l’uno sull’altro alla rinfusa.

Entriamo, e con stupore osserviamo che più della metà del misero locale è occupato da poster, libri, pitture e riproduzioni raffiguranti il Taj Mahal.

Anche lì?

Eravamo lontani almeno 500 km da Agra e il Taj Mahal, nonostante tutto, incombeva su di noi.

Non era sufficiente la luminosa e mistica bellezza di Khajuraho per colmare il locale di oggetti e illustrazioni sulla storia e sul significato religioso dei templi.

Evidentemente no.

Il Taj Mahal era sopra ogni cosa.

Iniziavo a detestare il Taj Mahal.


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Nella foto a sinistra il retro del Lakshmana temple - foto di Dennis Jarvis from Halifax, Canada (https://en.wikipedia.org/wiki/Vishvanat ... ennis).jpg)

Nella foto a destra un particolare del tempio Kandariya Mahadeva – foto di Jean-Pierre Dalbéra from Paris, France (https://commons.wikimedia.org/wiki/File ... 01895).jpg)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Agra, 1 gennaio 1994

Arriviamo ad Agra in tarda mattinata e subito ci dirigiamo verso il Forte Rosso a visitare la grande fortezza in pietra arenaria costruita da Akbar il Grande, terzo imperatore della dinastia Moghul.

Saliamo nella parte più alta del Forte.

Siamo in una grande stanza di fronte ad una finestra finemente intarsiata: un merletto di pietra attraverso cui si stende il vasto paesaggio sottostante. Ed è lì, per la prima volta, dopo le tante immagini e foto osservate mille volte, che vediamo con i nostri occhi il Taj Mahal.

E’ molto lontano, e nel grigio della nebbia e nella sfocatura del sole che tramonta lo si intravede appena: piccolo, insignificante.


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Il Forte Rosso di Agra - Foto tratta dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Agra, 2 gennaio 1994, mattina

Ci alziamo presto per continuare la nostra visita ad Agra. Nel primo pomeriggio ci attende il pullman per recarci al Taj Mahal insieme con tutto il gruppo a cui eravamo aggregati. Finito il pranzo, mi ritrovo con un mal di testa forte e persistente a causa dei lunghi trasferimenti e delle maratone che accompagnano solitamente i viaggi di gruppo.

Già. I viaggi di gruppo!

Qualche anno prima, ero in Marocco insieme ad alcuni amici. Giravamo in camper.

Un giorno mentre ci recavamo da Marrakech verso il deserto, nei pressi di Agdz, demmo un passaggio ad un ragazzo arabo. Intelligente, colto, parlava correntemente l’inglese oltre il francese e l’arabo e mi colpì per la grande maturità e saggezza che dimostrava nonostante non avesse ancora 18 anni.

Ricordo che ebbe un modo sarcastico ed irriverente per definire i turisti che, intruppati, scendevano da un pullman di un tour organizzato. Li chiamò turisti-pecore, o meglio, in francese parlava di “touriste-mouton”!

Bene! pensai con una nota di sarcasmo. Qui in India, mi ritrovavo ad essere un touriste-mouton.

E vabbè.

Con o senza mal di testa ci apprestavamo ad visitare il Taj Mahal, che tra l’altro ormai conoscevamo a memoria dalle tante immagini che quotidianamente eravamo costretti a subire.

Domandai a Rossella: <<Ma dobbiamo per forza andare?>>

La domanda era retorica e la risposta era altrettanto ovvia, ma l’antipatia e l’avversione per il Taj Mahal accumulata nei giorni precedenti, nonché il mal di testa, mi facevano sperare in una risposta negativa.

Mia moglie mi guardò come si guarda uno strambo e strampalato soggetto appena uscito dal manicomio e … così mi preparai ad uscire.


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Nella foto “touriste-mouton”
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Pecore -Castelluzzo - 21-01-2017 12-57-06.JPG
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Agra, 2 gennaio 1994, pomeriggio

Impiegammo una ventina di minuti per arrivare sul posto. Il pullman si fermò in mezzo al nulla. Il luogo era desolato: una campagna spoglia; ai margini della strada alcune baracche improvvisate nelle quali alcuni venditori ambulanti offrivano piccoli oggetti e paccottiglie ai turisti. Un muro sbracato si allungava su un lato della strada. Del Taj Mahal nessuna traccia.

<<Ma dov’è il Taj Mahal?>> domandai allora alla nostra guida.

La guida, una gentile signora italiana, mi rispose: <<E’ oltre quel muro>> e poi mi indicò l’ingresso. L’ingresso assomigliava ad una palazzina di circa tre piani, con i muri tutti scrostati, in condizioni miserande.

Poi però iniziai a osservare con più attenzione. Nonostante i muri rovinati, i colori sbiaditi, quella palazzina, o meglio, quell’ingresso, era “bello”.

Le forme ed i disegni erano “belli”.

Non sapevo ancora che quel giorno il mio concetto di “bello” sarebbe completamente mutato nel corso della giornata.
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Il Taj Mahal

La guida durante il viaggio in pullman ci aveva raccontato la storia del Taj Mahal arricchendo la narrazione con aneddoti e leggende. Il Taj Mahal è l’ultima dimora dell’adorata moglie e madre dei figli dell’imperatore Moghul Shah Jahan. Arjumand Banu Begum, ben più nota con il soprannome di Mumtaz Mahal, era stata l’amante, la consigliera, la sposa favorita dell’imperatore. Lo accompagnava perfino in guerra, sempre vicino a lui, sempre pronta a dare consiglio e protezione.

La leggenda dice che alla sua tragica morte per parto, l’imperatore Shah Jahan, distrutto dal dolore, volle costruire in sua memoria un mausoleo che doveva superare in splendore e bellezza qualsiasi altro monumento.

La costruzione del Taj Mahal iniziò così nel 1631 e terminò nel 1648. Le altre parti secondarie del grande complesso architettonico, costituite dalla moschea, dallo Jawab, dall’ingresso e dagli altri edifici esterni furono terminati cinque anni dopo.

Non si sa con esattezza chi furono gli architetti che lo progettarono. La tesi più accreditata è che l’architetto capo sia stato il persiano Ustad-Ahmad Lahori; sembra inoltre che lo stesso imperatore abbia seguito da vicino la realizzazione dell’opera.

Un’opera complessa e dispendiosissima che portò ad Agra migliaia di artigiani da tutto l’impero e dai paesi asiatici vicini, così come i materiali necessari per la sua costruzione: il marmo bianco, la giada, il diaspro, i turchesi ed i lapislazzuli. Ben ventotto tipi di pietre preziose vennero incastonate nel marmo bianco del Taj Mahal.


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A sinistra una pittura Moghul raffigurante Mumtaz Mahal (17th - 18th century) da wikipedia (https://commons.wikimedia.org/wiki/File ... _Mahal.jpg)

A destra un’immagine di Shah Jahan tratta da wikipedia (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... museum.jpg)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Quel pomeriggio, l’apertura del mausoleo avvenne intorno alle 15.00. All'improvviso una grande folla di persone (ma da dove erano sbucate?) si accalcò all’ingresso. La quasi totalità della folla era costituita da indiani: i turisti occidentali non si distinguevano, si confondevano tra la gran massa di indiani che si accingevano ad entrare.

Penetriamo in un locale grande, completamente al buio e con un tetto molto alto, appressati nella folla gli uni con gli altri ed immersi in un vocio amplificato dall’eco delle pareti e del tetto. Il dolore alle tempie si accentua. La testa mi inizia a pulsare.

Perdo di vista Rossella e dopo un po’, quasi senza rendermene conto, mi ritrovo fuori. La luce del sole è accecante e mi volto indietro per non ferirmi gli occhi.

Rossella mi raggiunge. La folla è sparita, sono tutti fuori dispersi nel grande giardino. I nostri occhi sono rivolti verso l’interno dell’ingresso. Mentre lentamente ci riabituiamo al riverbero del sole, domando: <<Ma dov’è il Taj Mahal?>>

Anche stavolta la domanda è retorica. Sapevo perfettamente dov’era: dietro di noi.

Ci giriamo.

Di fronte a noi il Taj Mahal.

Rimaniamo senza fiato.


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Vista da sud del Taj Mahal (foto tratta dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2 )
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Rimango immobile per un pò, stupito da ciò che vedo. E’ di una bellezza sconvolgente, pura, luminosa. L’effetto è magnetico: il Taj Mahal sprigiona una energia così potente che ti investe e ti avvolge. Una grande forza pacifica che si irradia verso il cielo ed in ogni direzione. E’ talmente bello, magnifico ed inusuale che sembra di origine aliena, non umana. Sembra che qualcuno lo abbia lasciato in quel luogo chissà come e chissà perché.

Il Taj Mahal è adagiato su una grande spianata quadrata, rialzata rispetto al piano del terreno, al centro della quale vi è l’edificio principale. Ha pianta ottagonale, un ottagono irregolare formato da un quadrato i cui spigoli sono tagliati e smussati formando così quattro lati più piccoli rispetto a quelli principali. Al centro dell’edificio si eleva una grande cupola, mentre in corrispondenza dei lati più corti si ergono quattro cupole più piccole.
Ai vertici della spianata, inoltre, si innalzano quattro sottili colonne, quattro minareti, il cui scopo è solo ed esclusivamente ornamentale. Servono per elevare verso l’alto l’edificio e dare tridimensionalità al tutto.

Ridestatomi dall’emozione, mi volto verso Rossella e le chiedo, quasi per sincerarmi della realtà di ciò che vedo:

<<Ma l’hai visto?>>.

<<Sì>> mi risponde.

<<L’ho visto. E’ splendido!>>

<<Sì, è splendido>> aggiungo laconico.

Stordito da tanta bellezza, prendo la macchina fotografica e faccio qualche foto.

Mi rendo conto dopo un po’ che il mal di testa è passato.


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Pianta schematica del complesso del Taj Mahal (by Beppe Di Gregorio)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Ci avviamo camminando accanto al canale che ci porterà al mausoleo.

Ogni tanto ci fermiamo per fare qualche foto o semplicemente per guardarci attorno, staccandoci dalla visione magnetica del Taj Mahal.

Camminiamo.

Mi chiedo e chiedo a Rossella: <<Ma perché il Taj Mahal è così bello? Perché? Per quale motivo?>>

E’ la prima volta che mi domando, di fronte ad un’opera d’arte, la ragione della sua bellezza.

Davanti ad un quadro di Antonello da Messina o alla superba architettura di una chiesa gotica non ti chiedi perché è bello. E’ bello e basta. Non sono necessarie spiegazioni. Ma qui, davanti al Taj Mahal, è diverso. La sua bellezza è incomparabile. Non riesci a capire la perfezione del suo splendore e la vuoi comprendere e afferrare.

Camminiamo …

Passa il tempo e camminiamo …

Il Taj Mahal è ancora lontano ...

Sembra quasi che non ci siamo mossi da quando abbiamo abbandonato l’ingresso!

Stacco lo sguardo dal Taj Mahal e mi volto indietro per verificare quanta strada abbiamo fatto.

Il sole è potente, girandomi verso l’ingresso metto una mano sulla fronte per ripararmi gli occhi dalla luce accecante.

In realtà, non ci siamo ingannati: l’ingresso è molto lontano. Abbiamo fatto veramente parecchia strada.

Già! Ma allora perché il Taj Mahal è ancora così lontano?

Il motivo l’avremmo compreso dopo.

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Ingresso sud del Taj Mahal (foto tratta dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

In genere, quando ci apprestiamo a percorrere una strada, la nostra mente, in maniera consapevole o meno, misura e si fa un’idea della distanza che dobbiamo percorrere. Così è stato quando abbiamo iniziato a seguire il sentiero lungo il canale che porta al Taj Mahal. Ma per calcolare la distanza, il nostro cervello usa dei punti di riferimento che interpreta sulla base della propria esperienza. Ma in quella occasione l’unico punto di riferimento era proprio il Taj Mahal e gli edifici intorno.

Peccato però che questi riferimenti non avevano le comuni ed ordinarie dimensioni che i nostri occhi sono soliti osservare.

Il Taj Mahal è una costruzione enormemente grande, straordinariamente equilibrata in ogni sua parte e porzione. Il cervello è ingannato dal suo aspetto e non è in grado di capire le reali dimensioni dell’edificio, né tantomeno la distanza che è necessario coprire per raggiungerlo.

Per rendersene conto è necessario guardare la spianata del Taj Mahal: le persone che passeggiano sono piccolissime, talmente piccole che sembrano formiche su un piatto di fine porcellana.


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Taj Mahal visto da sud (foto tratta da Google Maps)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Ma le enormi dimensioni ed il conseguente effetto prospettico non sono le uniche caratteristiche singolari del Taj Mahal. Ve n’è un’altra, dalla interpretazione più semplice. Il colore del Taj Mahal è cangiante, cambia continuamente tinta di ora in ora. Il marmo bianco segnato da sottilissime venature riflette in modo differente la luce del sole a seconda della sua inclinazione: pallido all’alba, bianco lucente e splendente nelle ore mediane, rosato nel tardo pomeriggio, rosso fuoco al tramonto.

Inoltre, gli architetti progettarono l’intero complesso in modo che la vista del Taj Mahal fosse sempre celata fino a quando non si raggiunge il giardino attraversando l’ingresso meridionale. La sorpresa in questo modo è stupefacente.

Finalmente arriviamo alla base della grande spianata del Taj Mahal. Saliamo su dei gradini che ci portano sopra.

Da quando siamo entrati nel giardino abbiamo percorso quasi mezzo chilometro (!).

Davanti a noi il grande arco monumentale.

Iniziamo, storditi da tanta bellezza, a perderci intorno ad essa.


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Vista da est del Taj Mahal (foto tratta dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Shah Jahan

La storia della fine dell’imperatore Shah Jahan si intreccia e si confonde con la leggenda.

Si racconta che l’imperatore volle costruire per sé un secondo Taj Mahal, un Taj Mahal gemello a quello innalzato per la principessa Mumtaz Mahal. Interamente realizzato in marmo nero, sarebbe stato costruito al di là del fiume Yamuna.

Un ponte avrebbe collegato i due mausolei, uno bianco ed uno nero, raffiguranti l’uno lo Yin (la natura femminile) e l’altro lo Yang (la natura maschile). Il ponte sul fiume e l’acqua, simbolo di fertilità, avrebbe rappresentato l’unione tra le due parti e sancito in modo indissolubile il proprio amore per la principessa.

I fatti, ammesso che il racconto sia vero, non andarono però secondo quanto stabilito dall’imperatore. Il figlio Aurangzeb, stanco delle ingentissime spese sostenute per la costruzione del Taj Mahal, prese il potere ed imprigionò l’imperatore. Lo relegò fino alla fine dei suoi giorni nel Forte Rosso, dove solo da lontano poteva ammirare il Taj Mahal.

Aurangzeb depose effettivamente il padre Shah Jahan, ma sul Taj Mahal nero non si è mai avuto alcun riscontro storico, né notizia certa.

Passiamo alcune ore a visitare tutta l’area del Taj Mahal. Entriamo dentro il monumento funebre per vedere le sale dove sono deposti la principessa e l’imperatore. Vediamo i cenotafi nel piano terreno e poi nel sotterraneo i veri sepolcri: ricchissimi e finemente ricamati.

Usciamo e ci dirigiamo verso la moschea e lo Jawab, una costruzione identica e simmetrica alla moschea il cui significato dall’arabo è risposta, eco. Lo Jawab infatti è l’immagine speculare (eco) della moschea. Da lì osserviamo il Taj Mahal: è difficile distoglierne la vista.


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La prima foto ritrae lo Jawab, nella seconda sullo sfondo il fiume Jamuna e lo Jawab (foto tratte dal sito http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2 )
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Arriva il tramonto e dobbiamo andare: ci aspetta il pullman per tornare in albergo. Ci allontaniamo a malincuore dal magnifico spettacolo del Taj Mahal rosso.

Non siamo stati solo noi a cercare di capire il motivo per cui il Taj Mahal è così incredibilmente “bello”. Sono stati scritti numerosi libri sull’argomento. Il Taj Mahal è una costruzione concepita con una simmetria perfetta lungo un asse centrale e, al contrario di altri analoghi monumenti sepolcrali islamici, di cui peraltro gli architetti hanno preso spunto, non è posto al centro della scena, bensì nel fondo, il che dà un effetto scenico straordinario.

La sua bellezza architettonica deve molto all’alternarsi di spazi e di vuoti, di forme concave (i grandi atri) e convesse (le cupole), di luci ed ombre, ma soprattutto alle mirabili proporzioni tra i singoli elementi ed il resto dell’edificio. L’equilibrio e l’armonia di ogni sua componente, le sue artistiche e finissime decorazioni ne fanno il più grande capolavoro di tutta l’architettura indo-islamica, e non solo.

È singolare che la moschea che si trova a lato dell’edificio principale, che a detta di autorevoli studiosi dell’arte è una delle più belle moschee del mondo islamico, sia praticamente ignorata dai visitatori.

Il Taj Mahal accentra completamente l’attenzione su sé stesso: il confronto tra il Taj Mahal e tutto il resto è un confronto senza possibilità di successo.

La sera, appena arrivati in albergo, scorgiamo nella hall un quadro con l’ennesima immagine lucente del Taj Mahal.

Ora però qualcosa è cambiato.

Non ci dà più fastidio la “sovraesposizione mediatica” cui siamo stati oggetto.

Non ci meravigliano più le tante immagini e fotografie che abbiamo incontrato e che ancora incontreremo nel nostro viaggio in India. Il Taj Mahal è qualcosa a cui non puoi sottrarti, un dono che porterai per sempre dentro di te.

Si narra che nelle notti di luna piena il Taj Mahal diventi di ghiaccio; l’edificio appare diafano e trasparente e la sua luce, riflettendo quella della luna, dona a tutti coloro che ne sono colpiti pace e serenità, forza ed equilibrio, amore e tolleranza.

Il Taj Mahal è tutto questo.



Palermo, 13 Febbraio 2017


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Foto tratta dal libro di Laxman Prasad Mishra – Agra e Fatehpur Sikri – Documenti d’arte – Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1982
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Bibliografia:

1. G.H. R. Tillotson – India Moghul – Guide di Arte e Storia - Ed. A. Vallardi, 1992

2. Hans-Gerg Behr – I Moghul, imperatori dell’India – Ed. Garzanti, 1989

3. Laxman Prasad Mishra – Agra e Fatehpur Sikri – Documenti d’arte – Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1982

4. Narajani Gupta, Satish Sharma - Taj Mahal – The Guidebook Company limited, 1993

5. Taj Mahal - Scheda UNESCO (http://whc.unesco.org/en/list/252)

6. Wikipedia: Taj Mahal (https://it.wikipedia.org/wiki/Taj_Mahal)

7. Wikipedia: Storia dell’India (https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'India)

8. Federico Rampini – Il marmo scavato dalle lacrime – Quotidiano La Repubblica, 29 giugno 2007

9. Vari siti web, tra i quali: http://www.airpano.ru/files/Taj-Mahal-India/2-2 dove è possibile vedere una serie di foto panoramiche (360 gradi) ed il video (http://www.history.com/topics/taj-mahal ... free=false) che descrive, tra le altre cose, le varie fasi della costruzione del Taj Mahal.

Ringraziamenti: Si ringrazia Filippo Lupo per la pillicusa ;) opera di revisione del testo
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

La leggenda dei quattro minareti

Si racconta che un giorno, durante la costruzione del Taj Mahal, l’imperatore Shah Jahan chiamò i suoi architetti. Era molto turbato. Li convocò all’interno di una ricchissima sala al centro della quale c’era una riproduzione del Mausoleo.

Esordì:

<<Il Mausoleo è stato progettato per sfidare le ingiurie del Tempo ed i capricci della Natura. Dovrà essere in grado di dominare tempeste e terremoti; poco o nessun nocumento dovranno comportare i bizzarri e malefici scuotimenti della Terra. E’ così che Allah Vuole, ed è così che Sarà!>>

Poi continuò:

<<Il massiccio basamento e le imponenti mura potranno affrontare qualsiasi infausto tremore e dominare qualsiasi pernicioso evento>>.

Tacque.

Si avvicinò al centro della sala ed indicò con un cenno i quattro minareti. Lunghi, sottili. Fragili.

<<I minareti ... Basterà un soffio di vento per farli crollare. Il loro crollo investirà il Mausoleo e lo potrà danneggiare gravemente>>.

Poi con voce calma e profonda ordinò:

<<Che ciò non accada!>> e li congedò.

Passarono parecchi giorni nei quali gli architetti tentarono di trovare una soluzione al problema.

L’imperatore aveva ragione, i minareti erano deboli e potenzialmente molto pericolosi. Di nessuna utilità pratica ma fondamentali per l’equilibrio architettonico del monumento.

Fu trovata una soluzione.

Gli architetti chiesero udienza all’imperatore per illustrare la loro proposta e chiederne l’approvazione.

L’imperatore li ascoltò e lo sfuggente sorriso che trasparì sul suo volto fu segno di assenso e di encomio. Solenne, l’imperatore disse:
<<Che sia fatto così come Allah il Grande Può e Vuole>>.

La soluzione era geniale. Ribaltava e rovesciava il problema. I minareti erano troppo deboli, diceva l’imperatore. Gli architetti li resero ancora più fragili e deboli. I minareti sarebbero stati costruiti non perfettamente in asse, bensì pendenti. La pendenza sarebbe stata orientata verso l’esterno del Mausoleo in modo che se un terremoto li avesse fatti crollare, la caduta dei detriti sarebbe avvenuta verso il giardino senza perciò danneggiare il bianco sepolcro della principessa.

………………………………

Questa era una leggenda che rimase tale fino ai primi anni novanta quando una commissione scientifica dell’equivalente nostro Ministero dei Beni Culturali del Governo Indiano fece delle accurate misurazioni dei quattro minareti.

La commissione stabilì che non si trattava di una favola.

I quattro minareti erano stati costruiti esattamente come raccontava la leggenda: pendenti quanto basta per spezzarsi e cadere lontano dal Mausoleo.
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Fraginesi
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

Note:

Le informazioni relative alla leggenda dei minareti e la conseguente missione scientifica effettuata nel 1992 ci sono state riferite dalla nostra guida italiana ad Agra.

Le informazioni relative alla costruzione ed alla struttura architettonica del Taj Mahal, in particolare quelle sui materiali utilizzati, sul gran numero degli artigiani (sembra siano stati circa 20.000) che parteciparono alla sua realizzazione ed alla loro provenienza sono stati ricavati dalla lettura dei testi citati.

In relazione alla storia del Taj Mahal e degli architetti che lo realizzarono è doveroso aggiungere quanto segue.

Il mondo occidentale, in particolare quello legato all’impero inglese del diciannovesimo secolo ed inizi del ventesimo, ha tentato, con discreto successo, di appropriarsi della paternità del progetto del Taj Mahal.

Chi, infatti, si professa portatore di civiltà, come lo furono gli inglesi quando, prima con La compagnia delle Indie e successivamente sotto l’ufficialità della Corona Britannica, occuparono l’India, ha una naturale difficoltà ad affermare tale tesi di fronte ad una comunità che ha ideato ed innalzato un capolavoro come il Taj Mahal.

Circolarono quindi delle ipotesi, prive di qualsiasi fondamento storico e scientifico, che degli artisti europei lo avessero progettato.
Ipotesi di cui ancora c’è traccia nei libri di storia dell’arte (!), almeno in quelli più datati.

A prescindere dall’inconsistenza delle tesi presentate e dallo studio architettonico e artistico del monumento che inserisce il Taj Mahal in un contesto stilistico esclusivo dell’arte indo-persiano-islamico, è assurda l’ipotesi che un progettista cristiano potesse ricevere l’incarico di costruire il monumento quando, fino all’occupazione inglese, a nessun “non musulmano” era concesso di entrare nell’area del Taj Mahal.

Di contro, fu merito dell'inglese Lord George Nathaniel Curzon viceré dell'India, il restauro dell'intera struttura, iniziato nel 1899 e terminato poi nel 1908.

Lo stato di conservazione del Taj Mahal è abbastanza buono nonostante il pericolo dovuto all’inquinamento ed alla massiccia presenza di turisti (circa 3 milioni all’anno). Per preservare Il marmo bianco dalla corrosione dell'anidride solforosa, il Governo Indiano ha stabilito che all’interno di una superficie di 10.400 chilometri quadrati (diecimilaquattrocento!) attorno al Taj Mahal nessuna fabbrica o industria possa bruciare carbone o emettere gas inquinanti.

Le parole piene di entusiasmo e bellezza che ho scritto sul Taj Mahal possono sembrare esagerate, frutto di una infatuazione eccessiva, smisurata. Voglio allora, solo per dovere di cronaca, riportare ciò che scrive lo scrittore indiano Salman Rushdie sul Taj Mahal.

Rushdie, che per ragioni analoghe a quelle narrate in questo diario, infastidito dalla enorme proliferazione di immagini, cartoline e riproduzioni del Taj Mahal, si rifiutò per anni di andarlo a vedere, disdegnando quella che considerava la falsa e montata retorica della sua bellezza.

Ecco quello che scrisse dopo che si recò a visitarlo.

«… Il mio scetticismo cadde a pezzi.

D'autorità cancellò all'istante milioni di imitazioni.

Con il suo splendore riempì una volta per tutte il posto che nella mia mente era occupato dalle riproduzioni.

Ecco perché, alla fine, il Taj Mahal deve essere visto; per ricordarci che il mondo è reale, che il suono è più vero dell'eco, che l'originale è più potente dell'immagine riflessa allo specchio.

La bellezza è ancora capace, in quest'epoca saturata di immagini, di trascendere le imitazioni.

E il Taj Mahal è, ben oltre il potere delle parole per descriverlo, una cosa adorabile, forse la più adorabile di tutte le cose».


Salman Rushdie

--------------------------
«Hanno messo fiori di pietra nel marmo che per i loro colori, se non per il loro profumo, superano in bellezza i fiori veri »
Abū Ṭālib Kalīm (poeta musulmano del 17^ secolo).

Decorazioni floreali (foto tratte dal libro di Laxman Prasad Mishra – Agra e Fatehpur Sikri – Documenti d’arte – Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1982)
Allegati
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Fraginesi »

L’ultima cosa, chiedo scusa, ma è difficile distaccarsi dal Taj Mahal.

Quando partimmo per l’India ed il Nepal portai con me 12 rollini da 36 foto, quindi equivalenti a poco più di 400 foto per un viaggio di quasi 3 settimane. Tempi diversi dagli attuali, dove 400 foto in digitale li scatti in una sola giornata.

Ricordo anche che quel pomeriggio al Taj Mahal utilizzai un rollino intero.

Bene.

Quando tornammo a casa presi i rollini e li portai a sviluppare. Li contai: erano 11. Ne mancava uno!

Cercai in ogni dove, smontai quasi le valigie, ma lo avevo perso, non sapevo né dove, né quando. Ero arrabbiato e dispiaciuto.

Aspettai allora lo sviluppo per capire quali foto avevo perso …

… e quindi adesso comprendete perché in questo diario non trovate neanche una mia foto del Taj Mahal.

Oggi la cosa mi fa sorridere: è come se lo spirito di Mumtaz Mahal, osservando la mia grande meraviglia e stupore davanti al Taj, mi avesse, con sorridente e malcelata ironia, rubato le mie fotografie, facendomi così riflettere ...

... che il suono è più vero dell'eco,

che l'originale è più potente dell'immagine riflessa allo specchio”
.


Ecco.
Adesso ho proprio finito! :D

Beppe :bye:
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da F. Fen. »

Letto tutto :applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso:
:bye: franco
La teoria del tutto, ovvero perché l'universo esiste: se trovassimo la risposta decreteremmo il definitivo trionfo della ragione umana poiché allora conosceremmo il pensiero stesso di Dio.
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Dario Macaluso »

Un'esperienza fuori dal comune, descritta da una persona che deve esserlo altrettanto!
Splendido racconto :applauso: :applauso: :applauso:
:bye: Dario
Tutte le volte che ho osservato con maggiore attenzione ciò che ad un primo sguardo mi era sembrato banale, alla fine ho scoperto che banale era stato solo il mio primo sguardo. DM
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Servodio »

Mi sono appassionato nella lettura. Una descrizione stupenda di un luogo magico che, purtroppo, non ho visitato e, viste le conclusioni, che non potrò mai comprendere fino in fondo.
Bravissimo Beppe!!! :applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso:

Sergio :bye:
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Franco Giordana »

Ho letto tutto anche io :D
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Daniela Longo »

Ho letto tutto, consumando preziose percentuali di batteria....
Sono in val Maira, nel campeggio più spartano d'Italia. Niente corrente, niente lampioni. Puoi accenderti un fuoco, se vuoi... Eppure mi sono sentita vicina:-)
Daniela



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come ti apri, di che colore hai i petali,
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Françoise »

Bellissimo racconto - saper raccontare è un'arte... :applauso: :applauso: :applauso:
Françoise :)
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Re: Il Taj Mahal

Messaggio da Marinella Zepigi »

“che il mondo è reale,

che il suono è più vero dell'eco,

che l'originale è più potente dell'immagine riflessa allo specchio”.


Grazie Bepi. marinella :fiori:
marinella


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