Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Moderatori: Anja, Marinella Zepigi
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Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber ex Stechm.
Artemis.: 17 (1775)
Artemisia spicata Wulfen, Artemisia genipi Weber ex Stechm. subsp. foliosa Giacom. & Pignatti
Asteraceae
Assenzio genepì a spiga, Genepì, Artemisia genepì, Deutsch: Schwarze Edelraute
English: Genepi
Français: Génépi noir
Forma Biologica: Ch suffr - Camefite suffruticose. Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.
Descrizione: Pianta suffruticosa, perenne nana, molto aromatica, rivestita di peli sericei grigi, di 10-20 cm, con la base un poco lignificata ed il fusto semplice biancastro tomentoso con rami ascendenti, ascellari alle rosette.
Foglie di un color verde argentato, le basali 2-3 triforcate a divisioni semplici, quelle del caule subsessili, le superiori spesso indivise.
L'infiorescenza è una spiga, spesso reclinata, formata da piccoli capolini ovoidi gialli larghi 2,5-4 mm, sessili, con brattee involucrali tomentose con bordo membranaceo orlato di nero, che si inseriscono lungo lo scapo, molto denso nella parte apicale.
I frutti sono piccoli acheni.
Tipo corologico: Endem. Alp. - Endemica alpica presente lungo tutta la catena alpina.
Habitat: Rupi, ghiaie, detriti di morene e macereti nella fascia alpina e nivale da circa 2.000 a oltre 3.000 m su substrati silicei.
Entità protetta a livello nazionale
Sistematica e possibili confusioni: Possibilità di confusione con:
Artemisia umbelliformis Lam. (=A. mutellina Vill.) Assenzio genepi bianco o femmina, che si differenzia per l'infiorescenza a racemo lasso coi capolini inferiori con peduncoli allungati, i superiori subsessili, in densi glomeruli gialli- dorati senza squame nere inseriti tutti lungo lo scapo.
Artemisia glacialis L.- Assenzio genepi nero, pianticella di 5-15 cm con pelosità densa simile ad A. umbelliformis Lam., ma con foglie basali che formano un fitto cuscinetto ed hanno lamina incisa in sottili lacinie digitate. Gli scapi fioriferi portano all'apice capolini riuniti in denso glomerulo giallo vivo (30-40 fiori in ciascun capolino), fiori tutti tubulosi con squame a margine scuro.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere, secondo alcuni autori, è dedicato ad Artemisia, moglie di Mausolo re di Caria, dea protettrice delle piante medicinali, secondo altri deriva dal greco artemés = sano, per le proprietà medicinali che alcune piante di questo genere posseggono o ad Artemide, simbolo della potenza delle fasi lunari.
Mentre il nome specifico deriva dal francese génépy, termine generico che gli abitanti delle regioni montane hanno dato a piante aromatiche delle Alpi
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Si tratta della specie più apprezzata e ricercata dai raccoglitori, per il suo profumo inconfondibile e per la presenza di un alta concentrazione di principi attivi. Viene citata nei testi di erboristeria per le sue proprietà medicinali digestive, diuretiche, antisettiche, febbrifughe e per l' impiego del notissimo liquore " Génépy".
Diffusa sull'arco alpino, sia sul versante, italiano, francese e svizzero, a quote molto elevate oltre i 2000 m.
La tradizione montanara ha da sempre conosciuto le azioni benefiche ed ha tramandato da generazione a generazione ricette di infusi, decotti e liquori a base di queste erbe.
Era conosciuta dai pastori nelle sue diverse varietà. Veniva accuratamente raccolta e fatta essicare all'ombra a fine estate, venduta poi ai produttori di liquori, fornendo una piccola fonte di guadagno alle famiglie che avevano scarse disponibilità economiche.
Purtroppo il génépy è in via d'estinzione, per la raccolta indiscriminata da parte dei turisti e cercatori di erbe medicinali, la sua raccolta è pertanto regolamentata e protetta in alcune regioni.
Questa specie che cresce sulle morene dei ghiacciai, vive in habitat molto fragili e non si adatta alla coltivazione.
L' Artemisia umbelliformis Lam., meglio si adatta ad essere coltivata. Per questo motivo la regione Piemonte da alcuni anni sta sperimentandone la coltivazione . L'esperimento è volto a soddisfare la grande richiesta di mercato di queste erbe, tutelando e conservando in tal modo, l'habitat naturale di queste specie.
Come per tutti gli amari, il suo uso è controindicato per i sofferenti di ulcera gastrica e duodenale.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Lauber K. e Wagner G., 2001 -Flora Helvetica. Berna
Poletti A., 1996 - Fiori e Piante Medicinali. Quart (Valle d'Aosta)
Conti F.,Abbate G.,Alessandrini A.,Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Mirna Medri
Un ringraziamento speciale a Bruno Lanzini per averci fatto conoscere l'A. genepi ed il bellissimo percorso
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Descrizione: Pianta suffruticosa, perenne nana, molto aromatica, rivestita di peli sericei grigi, di 10-20 cm, con la base un poco lignificata ed il fusto semplice biancastro tomentoso con rami ascendenti, ascellari alle rosette.
Foglie di un color verde argentato, le basali 2-3 triforcate a divisioni semplici, quelle del caule subsessili, le superiori spesso indivise.
L'infiorescenza è una spiga, spesso reclinata, formata da piccoli capolini ovoidi gialli larghi 2,5-4 mm, sessili, con brattee involucrali tomentose con bordo membranaceo orlato di nero, che si inseriscono lungo lo scapo, molto denso nella parte apicale.
I frutti sono piccoli acheni.
Tipo corologico: Endem. Alp. - Endemica alpica presente lungo tutta la catena alpina.
Habitat: Rupi, ghiaie, detriti di morene e macereti nella fascia alpina e nivale da circa 2.000 a oltre 3.000 m su substrati silicei.
Entità protetta a livello nazionale
Sistematica e possibili confusioni: Possibilità di confusione con:
Artemisia umbelliformis Lam. (=A. mutellina Vill.) Assenzio genepi bianco o femmina, che si differenzia per l'infiorescenza a racemo lasso coi capolini inferiori con peduncoli allungati, i superiori subsessili, in densi glomeruli gialli- dorati senza squame nere inseriti tutti lungo lo scapo.
Artemisia glacialis L.- Assenzio genepi nero, pianticella di 5-15 cm con pelosità densa simile ad A. umbelliformis Lam., ma con foglie basali che formano un fitto cuscinetto ed hanno lamina incisa in sottili lacinie digitate. Gli scapi fioriferi portano all'apice capolini riuniti in denso glomerulo giallo vivo (30-40 fiori in ciascun capolino), fiori tutti tubulosi con squame a margine scuro.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere, secondo alcuni autori, è dedicato ad Artemisia, moglie di Mausolo re di Caria, dea protettrice delle piante medicinali, secondo altri deriva dal greco artemés = sano, per le proprietà medicinali che alcune piante di questo genere posseggono o ad Artemide, simbolo della potenza delle fasi lunari.
Mentre il nome specifico deriva dal francese génépy, termine generico che gli abitanti delle regioni montane hanno dato a piante aromatiche delle Alpi
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Si tratta della specie più apprezzata e ricercata dai raccoglitori, per il suo profumo inconfondibile e per la presenza di un alta concentrazione di principi attivi. Viene citata nei testi di erboristeria per le sue proprietà medicinali digestive, diuretiche, antisettiche, febbrifughe e per l' impiego del notissimo liquore " Génépy".
Diffusa sull'arco alpino, sia sul versante, italiano, francese e svizzero, a quote molto elevate oltre i 2000 m.
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Era conosciuta dai pastori nelle sue diverse varietà. Veniva accuratamente raccolta e fatta essicare all'ombra a fine estate, venduta poi ai produttori di liquori, fornendo una piccola fonte di guadagno alle famiglie che avevano scarse disponibilità economiche.
Purtroppo il génépy è in via d'estinzione, per la raccolta indiscriminata da parte dei turisti e cercatori di erbe medicinali, la sua raccolta è pertanto regolamentata e protetta in alcune regioni.
Questa specie che cresce sulle morene dei ghiacciai, vive in habitat molto fragili e non si adatta alla coltivazione.
L' Artemisia umbelliformis Lam., meglio si adatta ad essere coltivata. Per questo motivo la regione Piemonte da alcuni anni sta sperimentandone la coltivazione . L'esperimento è volto a soddisfare la grande richiesta di mercato di queste erbe, tutelando e conservando in tal modo, l'habitat naturale di queste specie.
Come per tutti gli amari, il suo uso è controindicato per i sofferenti di ulcera gastrica e duodenale.
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber Habitat
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber Habitat
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber foglie basali con picciolo 2-3 volte triforcate, quelle del caule subsessili
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber uno scapo rivestito di peli sericei grigi
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber infiorescenza a spiga
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
Artemisia genipi Weber inizio antesi e foglie superiori indivise
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Artemisia genipi Weber ex Stechm. - Assenzio genepi a spiga
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IPFI: la rassegna aggiornata della flora italiana
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
Natura non facit saltus (Linneo)
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