Mem. Crochi: 12 (1826)
Crocus odorus Vis., Crocus thomasianus Herb., Crocus visianicus Herb., Crocus ×sativus L. V thomasii Ten.
Iridaceae
Zafferano di Thomas
Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.
Descrizione: Pianta erbacea munita di radice bulbosa di forma subsferica Ø 1,5 - 2 cm, avvolta da un fitto strato di fibre filiformi.
Foglie originate direttamente dal bulbo, sono verdi, lineari, subglabre, cigliate lungo il margine ( 4 - 6 mm x 2 - 3 cm) e con linea bianco-ialina longitudinale; sono già presenti all'antesi con ulteriore sviluppo successivo e superante i fiori.
Fiori 1 raramente 2, odorosi e con spata unica a 2 valve finemente reticolate, alti circa 11 cm ; tubo ± 2 volte il lembo; perigonio formato da 6 petali di forma oblunga con apice ristretto(quelli esterni un pò più granti di quelli interni), di colore viola chiaro o talvolta più scuro, con fauce gialla o aranciata cosparsa di peli.
Stilo saldato in basso con 3 stimmi frangiati di colore carminio, interi e di lunghezza uguale agli stami che sono 3 con antere gialle lievemente arcuate e sorrette da filamenti molto corti.
Ovario infero.
Tipo corologico: Subendem. - Entità presente soprattutto nell'area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini.
Habitat: Pascoli aridi, pendii sassosi da 0 a 1000 m slm.
Sistematica e possibili confusioni: Può essere confuso con Crocus sativus L. che però ha la fauce violacea e gli stimmi più lunghi degli stami; inoltre a un esame con il microscopio il polline di Crocus thomasii Ten. è tondeggiante, più piccolo e con struttura più regolare. Il C. sativus si trova solo se coltivato.
Confondibile anche con Crocus longiflorus Raf. che però ha foglie con lamina più larga, perigonio con fauce gialla e glabra, lacinie interne ed esterne ± uguali e le antere un pò più lunghe del filamento.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere, usato per la prima volta da Teofrasto e confermato da Linneo nel 1753, deriva dal greco "kròkos = zafferano" che a sua volta è la traduzione dall'arabo "safran =zafferano". Per alcuni il termine "Kròkos" significa "filamento" in relazione agli stigmi allungati.
L'epiteto della specie fu dedicato da Michele Tenore nel 1826 alla famiglia Thomas , Emmanuel (1788-1859), Philippe (1784-1823) e Jean-Louis (1824-1886) commercianti e redattori di cataloghi floristici (tranne Philippe che fu medico a Cagliari ma che si interessò di botanica). Nel 1891 l'ultimo della famiglia fu l'autore dell'impianto del giardino alpino "Thomasia" a Pont de Nant sopra Les Plans-sur-Bex nel cantone di Vaud. dedicato alla conoscenza delle piante alpine presenti in tutte le montagne dei cinque continenti.
Proprietà ed utilizzi:
Specie commestibileUtilizzato come aromatizzante, colorante, aperitivo, digestivo, stimolante ed emmenagogo.
Note e Curiosità: E' stato da sempre utilizzato come succedaneo del C. sativus L.. Per fare 30 grammi di Zafferano ci vogliono almeno 5000 fiori.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
ZANGHERI P., 1976 Flora italica I-II, CEDAM, Padova
Enc. Nel mondo delle piante - Motta Editore
http://www.actaplantarum.org/acta/galleria1.php?id=4454
Scheda realizzata da: Nino Messina
