Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
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Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Sp. Pl.: 827 (1753)
Cynara corsica Viv.
Asteraceae
Carciofo, Carciofo cardone, Carciofo selvatico, Deutsch: Kardone
English: Cardoon
Español: Alchachofera, Alcarxofera silvestre, Cardo de comer
Français: Cardon d'Espagne
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perennante rizomatosa, alta da 30 fino a 150 cm, con fusto robusto, semplice, striato, ramificato in alto, glabro o densamente ragnateloso-tomentoso, senza spine. Dalle gemme poste al livello del suolo si sviluppano nuovi getti chiamati carducci.
Foglie basali in ampia rosetta, profondamente incise, 1-2 pennatosette, lunghe fino a 35 cm, con segmenti lanceolati, bianco-tomentosi di sotto, interi o sparsamente dentellati e provvisti ai margini di lunghe spine (1-3 cm) patenti; le cauline minori, semplici e alterne, spesso brevemente decorrenti con alette spinose.
Capolini in infiorescenze corimbiformi terminali, grossi (4-5 cm Ø) e piriformi, con le squame dell'involucro embricate, spesso purpurescenti, con la base appressata e la parte apicale eretto-patente terminante in una lunga spina gialla e appuntita.
Fiori tutti tubulosi (3-5 mm), ermafroditi, azzurro-violacei o rosei.
Ricettacolo con peli setacei traslucidi.
Il frutto è una cipsela (achenio) ellissoide o ± prismatica con pappo a peli piumosi.
Impollinazione: entomogama
Disseminazione: anemocora.
Numero cromosomico: 2n=34
Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Habitat: Incolti aridi, pascoli, bordi stradali, da 0 a 1800 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Genere originario del bacino mediterraneo, viene diviso attualmente in 3 sottospecie:
Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus (sopra descritta)
Cynara cardunculus subsp. flavescens Wiklund presenta delle differenze morfologiche alle brattee involucrali ed in una recente revisione tassonomica è stata riconosciuta come sottospecie indipendente e separata dalla subsp. cardunculus.
Cynara cardunculus subsp. zingaroensis (Raimondo & Domina) Raimondo & Domina. Endemica siciliana.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere deriva dal gr. 'kynàra', canina, in riferimento per le punte dure dell'involucro paragonate ai denti di un cane. Le prime descrizioni risalgono allo storico greco Teofrasto e probabilmente si trattava di carciofo selvatico.
L'epiteto specifico dal lat. 'carduus' con suffice diminutivo ' -unculus', ossìa piccolo cardo.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
I capolini immaturi vengono spesso utilizzati a scopi culinari come quelli delle numerose varietà orticole, ma sin dall'antichità il genere è noto soprattutto per le sue virtù medicinali. Le foglie e il rizoma contengono importanti principi attivi (cinarina, glucosidi, tannini, inulina) che hanno proprietà ipoglicemizzanti, aperitive, toniche, digestive e diuretiche. Dai fiori si ottiene un caglio vegetale, chiamato 'cagliofiore', ancora utilizzato in alcune località per la produzione di formaggi.
Note e Curiosità: Sull'origine del carciofo comune è possibile soltanto fare delle congetture. La pianta appare in Europa solo nel medioevo e con nomi derivati dall'arabo 'kharshuf' (fr. artichaut, sp. alcachofa) e quindi secondo alcuni Autori se ne ipotizza l'origine orientale. Ma le imponenti popolazioni selvatiche di C. cardunculus L. subsp. cardunculus nella fascia collinare tra Civitavecchia ed i Monti della Tolfa, in tutta vicinanza degli insediamenti etruschi di Cerveteri fanno supporre che in questa zona abbia potuto aver origine, come pianta coltivata, il Carciofo comune e questo probabilmente proprio ad opera degli Etruschi. (nota riassuntiva dal Pignatti, vol. III, p. 163).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.le applicazioni farmaceutiche sono indicate a mero scopo informativo e devono essere prescritte e consigliate dal medico.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Pignatti, S. - Flora d'Italia (vol. III), Edagricole, Bologna, 1982
Tutin T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
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Sp. Pl.: 827 (1753)
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Carciofo, Carciofo cardone, Carciofo selvatico, Deutsch: Kardone
English: Cardoon
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Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perennante rizomatosa, alta da 30 fino a 150 cm, con fusto robusto, semplice, striato, ramificato in alto, glabro o densamente ragnateloso-tomentoso, senza spine. Dalle gemme poste al livello del suolo si sviluppano nuovi getti chiamati carducci.
Foglie basali in ampia rosetta, profondamente incise, 1-2 pennatosette, lunghe fino a 35 cm, con segmenti lanceolati, bianco-tomentosi di sotto, interi o sparsamente dentellati e provvisti ai margini di lunghe spine (1-3 cm) patenti; le cauline minori, semplici e alterne, spesso brevemente decorrenti con alette spinose.
Capolini in infiorescenze corimbiformi terminali, grossi (4-5 cm Ø) e piriformi, con le squame dell'involucro embricate, spesso purpurescenti, con la base appressata e la parte apicale eretto-patente terminante in una lunga spina gialla e appuntita.
Fiori tutti tubulosi (3-5 mm), ermafroditi, azzurro-violacei o rosei.
Ricettacolo con peli setacei traslucidi.
Il frutto è una cipsela (achenio) ellissoide o ± prismatica con pappo a peli piumosi.
Impollinazione: entomogama
Disseminazione: anemocora.
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Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Habitat: Incolti aridi, pascoli, bordi stradali, da 0 a 1800 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Genere originario del bacino mediterraneo, viene diviso attualmente in 3 sottospecie:
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Cynara cardunculus subsp. flavescens Wiklund presenta delle differenze morfologiche alle brattee involucrali ed in una recente revisione tassonomica è stata riconosciuta come sottospecie indipendente e separata dalla subsp. cardunculus.
Cynara cardunculus subsp. zingaroensis (Raimondo & Domina) Raimondo & Domina. Endemica siciliana.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal gr. 'kynàra', canina, in riferimento per le punte dure dell'involucro paragonate ai denti di un cane. Le prime descrizioni risalgono allo storico greco Teofrasto e probabilmente si trattava di carciofo selvatico.
L'epiteto specifico dal lat. 'carduus' con suffice diminutivo ' -unculus', ossìa piccolo cardo.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
I capolini immaturi vengono spesso utilizzati a scopi culinari come quelli delle numerose varietà orticole, ma sin dall'antichità il genere è noto soprattutto per le sue virtù medicinali. Le foglie e il rizoma contengono importanti principi attivi (cinarina, glucosidi, tannini, inulina) che hanno proprietà ipoglicemizzanti, aperitive, toniche, digestive e diuretiche. Dai fiori si ottiene un caglio vegetale, chiamato 'cagliofiore', ancora utilizzato in alcune località per la produzione di formaggi.
Note e Curiosità: Sull'origine del carciofo comune è possibile soltanto fare delle congetture. La pianta appare in Europa solo nel medioevo e con nomi derivati dall'arabo 'kharshuf' (fr. artichaut, sp. alcachofa) e quindi secondo alcuni Autori se ne ipotizza l'origine orientale. Ma le imponenti popolazioni selvatiche di C. cardunculus L. subsp. cardunculus nella fascia collinare tra Civitavecchia ed i Monti della Tolfa, in tutta vicinanza degli insediamenti etruschi di Cerveteri fanno supporre che in questa zona abbia potuto aver origine, come pianta coltivata, il Carciofo comune e questo probabilmente proprio ad opera degli Etruschi. (nota riassuntiva dal Pignatti, vol. III, p. 163).
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
Pianta in habitat
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
Pianta in habitat
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
Capolini in antesi
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
Capolini in antesi
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
come sopra
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
Fiori rosei, molto profumati
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
Fiori rosei, molto profumati
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
Foto di Franco Rossi
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
Foglie basali
Alberese (GR), 05.07.2008
Foto di Stefano Michelucci
Foglie basali
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Re: Cynara cardunculus L. - Carciofo selvatico
Cynara cardunculus L.
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
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Foglie profondamente incise con lunghe spine ai margini
Bagnoli del Trigno (IS), giu 2008
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Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus
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Bari (BA), 2 m, lug 2012
Foto di Vito Buono
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