Dopo un breve e tardivo accenno di inverno è tornato il sole così decido di fare una bella escursione sulle Serre delle Pizzuta che, con una quota massima di 1.333 metri, rappresentano le cime più alte dei Monti di Palermo e che regalano sempre belle emozioni per i loro aspetti naturalistici, paesaggistici e storici.
L’area, Riserva Naturale Orientata della Regione, è accessibile da diversi punti. Io opto per il percorso che parte da Portella della Ginestra (a sud) e sale fino a Portella delle Neviere, la sella che separa il Monte Pizzuta da Maja e Pelavet, la Montagna dei Cavalli.
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L’imbocco del sentiero si trova nei pressi del memoriale della strage di Portella della Ginestra. Purtroppo, infatti, il luogo è tristemente noto per essere stato teatro del primo eccidio dell’Italia repubblicana, avvenuto il 1º maggio 1947, festa de lavoro. Circa duemila lavoratori, in prevalenza contadini, si erano radunati nell’area compresa tra i monti Kumeta e Maja e Pelavet per protestare contro il latifondismo, forti anche della vittoria della coalizione PSI-PCI (il cosiddetto blocco del popolo) alle elezioni per la Costituente dell’Assemblea Regionale Siciliana che si erano tenute qualche giorno prima. Numerose raffiche di mitra partirono dal monte Maja e Pelavet e uccisero undici persone, e tra queste alcuni bambini, alle quali si aggiunsero altre tre vittime nei giorni seguenti, morte a causa delle ferite (in verità sul numero delle vittime le varie fonti discordano leggermente). Si accertò che gli esecutori furono il bandito Salvatore Giuliano e gli uomini della sua banda ma, riguardo ai mandanti, esistono solo teorie tra le quali quella della connivenza tra poteri politici e mafiosi che cercavano di reprimere il movimento contadino che reclamava la terra.
Il memoriale e alle spalle Maja e Pelavet
Monreale (PA), 850 m, mar 2016
Foto di Dario Macaluso
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Dario
