AI PIEDI DEL MONTE ROSA {ID 0 -1}
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AI PIEDI DEL MONTE ROSA
Precisiamo subito che a differenza del Rosengarten, il toponimo italiano Monte Rosa e quello francese Mont Rose non derivano dalle tinte rosa che colorano il massiccio all'alba e al tramonto, ma piuttosto dal latino " rosia ", attraverso il termine del patois valdostano " rouése " o " rouja ", che significa
" ghiacciaio".
" ghiacciaio".
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- Ultime luci sul Rosa
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Ultima modifica di Franco Giordana il 01 ott 2018, 16:39, modificato 3 volte in totale.
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A Nord di Biella le prealpi sono percorse dalla panoramica Zegna, strada fatta costruire dagli imprenditori omonimi che ancora oggi si occupano di lane e tessuti affini.
Questa strada è importante per due motivi uno legato ai panorami e l'altro per gli aspetti geologici. La Linea Insubrica la faglia che divide praticamente la zolla europea da quella africana taglia la panoramica quasi ortogonalmente a Bocchetta Sessera prima di inabissarsi nella pianura biellese sotto chilometri di depositi risultanti dallo smantellamento delle Alpi a opera di fiumi e ghiacciai.
L'omonima Oasi Zegna è menzionata come luogo importante anche per la flora ma vuoi la stagione inoltrata o qualche altro motivo di fiori sui prati sommitali non c'era traccia; la quota media intorno ai 1400 m. non permette grandi fioriture dopo giugno e inoltre fatto questo negativo per l'escursionista, la zona è infestata da zanzare che approdano qui direttamente dalle risaie del vercellese; un vero flagello che già ci perseguitava dal lago di Viverone - Serra di Ivrea compresa.
Il M.te Rosa lo si può vedere dalla bocchetta successiva quella di Margosio. Alzata alle 5.30 e siamo fortunati; le cime sono sgombre da nuvole giusto per la foto canonica all'alba.
Questa strada è importante per due motivi uno legato ai panorami e l'altro per gli aspetti geologici. La Linea Insubrica la faglia che divide praticamente la zolla europea da quella africana taglia la panoramica quasi ortogonalmente a Bocchetta Sessera prima di inabissarsi nella pianura biellese sotto chilometri di depositi risultanti dallo smantellamento delle Alpi a opera di fiumi e ghiacciai.
L'omonima Oasi Zegna è menzionata come luogo importante anche per la flora ma vuoi la stagione inoltrata o qualche altro motivo di fiori sui prati sommitali non c'era traccia; la quota media intorno ai 1400 m. non permette grandi fioriture dopo giugno e inoltre fatto questo negativo per l'escursionista, la zona è infestata da zanzare che approdano qui direttamente dalle risaie del vercellese; un vero flagello che già ci perseguitava dal lago di Viverone - Serra di Ivrea compresa.
Il M.te Rosa lo si può vedere dalla bocchetta successiva quella di Margosio. Alzata alle 5.30 e siamo fortunati; le cime sono sgombre da nuvole giusto per la foto canonica all'alba.
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- Alba da bocchetta Margosio
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Per osservare bene il massiccio e in particolare la parete Est la cosidetta parete himalaiana del Rosa che misura circa 2600 metri di dislivello, bisogna però salire a Macugnaga percorrendo la Valle Anzasca.
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- Monte Rosa da Est: ore 5.00
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- Monte Rosa da Est: ore 6.40
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Il massiccio è visto questa volta da Est: a sinistra c'è la punta Gnifetti, poi lo Zumstein innevato, la Doufour rocciosa è la più alta del gruppo (m.4634) e infine a destra la Nordend.
Per dare un'occhiata più da vicino al ghiacciaio e alla flora ai piedi del massiccio il punto di partenza obbligato è il Belvedere raggiungibile in seggiovia.
Poco sopra la stazione di arrivo il panorama si fa grandioso, le cime sono coperte dalle nuvole e la morena glaciale attrae lo sguardo come una calamita:
Per dare un'occhiata più da vicino al ghiacciaio e alla flora ai piedi del massiccio il punto di partenza obbligato è il Belvedere raggiungibile in seggiovia.
Poco sopra la stazione di arrivo il panorama si fa grandioso, le cime sono coperte dalle nuvole e la morena glaciale attrae lo sguardo come una calamita:
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- La morena glaciale dal Belvedere
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- La morena glaciale
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Si distinguono due bracci che si dividono proprio sullo spigolo del Belvedere colonizzato a 2000 m. di altitudine dai larici.
Il ghiacciaio o quel che ne resta è ben sotto la coltre dei detriti che lo ricopre; lo attraverseremo per raggiungere il rif. Zamboni.
Il ghiacciaio si è abbassato di decine di metri, la morena sullo sfondo indica l'orientamento verso sinistra della lingua glaciale proveniente dal canalone Marinelli, in primo piano i serracchi ricoperti dai materiali di deposito.
E' lampante che la temperatura in aumento sull'intero pianeta e non certo per cause naturali ha contribuito al ritiro dei ghiacciai dell'intero arco alpino e non solo.
Riserve d'acqua a parte, il ritiro del ghiacciaio comporta anche una diminuzione della pressione laterale sulla costa della montagna ragione per la quale i larici sullo sfondo hanno i piedi di argilla e rischiano di venire giù.
Il salice di cui ho qualche difficoltà a individuarne la specie, colonizza la morena:
Il ghiacciaio o quel che ne resta è ben sotto la coltre dei detriti che lo ricopre; lo attraverseremo per raggiungere il rif. Zamboni.
Il ghiacciaio si è abbassato di decine di metri, la morena sullo sfondo indica l'orientamento verso sinistra della lingua glaciale proveniente dal canalone Marinelli, in primo piano i serracchi ricoperti dai materiali di deposito.
E' lampante che la temperatura in aumento sull'intero pianeta e non certo per cause naturali ha contribuito al ritiro dei ghiacciai dell'intero arco alpino e non solo.
Riserve d'acqua a parte, il ritiro del ghiacciaio comporta anche una diminuzione della pressione laterale sulla costa della montagna ragione per la quale i larici sullo sfondo hanno i piedi di argilla e rischiano di venire giù.
Il salice di cui ho qualche difficoltà a individuarne la specie, colonizza la morena:
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- Salice
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Fatto interessante è che superata la morena ci si muove in cresta e sul lato opposto dove in basso scorre impetuoso il torrente inizia lo spettacolo dei fiori che sembrano tutti concentrarsi qui:
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- Senecio
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- Cardo
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Par di capire che la parete Est del Rosa non sia più percorribile da nessuna cordata a meno che non si tratti di intrepidi suicidi. Troppo forte il disgelo senza contare che alcuni serracchi in precario equilibrio fanno da cornice alle rocce a 4000 metri di altezza:
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- Serracchi
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Re: AI PIEDI DEL MONTE ROSA
Il Salix della foto ovviamente non può essere Salix glabra Scop. perchè il suo areale verso ovest dovrebbe non superare le Alpi Lepontine, ma bensi Salix appendiculata Vill. molto abbondante in zona
Ciao Marco
Ciao Marco
- maria grazia
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Re: AI PIEDI DEL MONTE ROSA
Molto interessante, anche la parte geo-climatica!! bravo!!!