Sp. Pl.: 663 (1753)
Brassicaceae
Violaciocca antoniana, Violaciocca matrona, Deutsch: Gewöhnliche Nachtviole
English: Dame’s violet, night-scented gillyflower
Español: Matronal, violeta de los jardines
Français: Julienne des dames
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perenne o bienne più o meno pubescente.
Fusto eretto, cilindrico, alto 50 - 90 cm, ramoso verso l'alto.
Foglie basali alterne, leggermente irsute, picciolate, margine dentato o lirato (1 - 2 x 8 - 16 cm) e glandule sessili molto piccole; le cauline man mano più piccole, lanceolate con picciolo subnullo semiamplessicauli e con margine seghettato.
Fiori odorosi portati da racemi subcorimbosi, inizialmente molto densi e allungati dopo l'antesi.
Calice con 4 sepali glabri, conniventi e appena più corti dell'unghia dei petali.
Petali 4 a croce, spatolati di colore roseo-violetto con lembo ovale e patente di 1 cm circa; 6 stami e stimma diviso in 2 elementi.
Il frutto è una siliqua cilindrica glabra o pelosetta e all'inizio glandulosa che a maturazione si apre in 2 valve con 2 file di semi.
Tipo corologico: Pontica - Areale con centro attorno al Mar Nero (clima continentale steppico con inverni freddi, estati calde e precipitazioni sempre molto scarse).
Antesi: Maggio - Luglio
Habitat: Boschi umidi, forre, margine strade di collina con preferenza su terreni calcarei; da 0 a 1200 m s.l.m.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome deriva dal greco "hesperìs" = "vespertino" per la proprietà di questa pianta di emanare un intenso profumo nelle ore preserali e serali. L'epiteto della specie deriva da " matronali" cioè le feste celebrative delle matrone romane a ricordo del famoso ratto delle Sabine.Tali feste cadevano nelle calende di marzo e le matrone le usavano per adornarsi.
Proprietà ed utilizzi:

L'infuso delle foglie possiede proprietà stimolanti, antidiarroiche,sudoripare, diuretiche ed espettoranti. Le foglie fresche sono rubefacenti.
I semi contengono un'alta percentuale di olio che però al gusto si presenta acre e amaro.Congela alla stessa temperatua dell'olio d'oliva.
Si può bere il succo della pianta,anche se di sapore acre, miscelato nel latte, oppure con il vino "dopo avervi fatto macerare le foglie".
Il cataplasma fatto con le foglie porta a maturazione gli ascessi.
Curiosità: Fu introdotta in Europa, proveniente dall'Asia Minore, nei giardini viennesi e fu chiamata "viola damascena" o " viola siriaca". In Italia arrivò attraverso la Francia e fu chiamata "viola matronale" . I botanici restii a farsi influenzare dalle mode effimere continuarono a chiamarla con l'antico nome di "esperide".
Nel XIX sec. il fitoterapeuta Cazin sperimentò tutte le proprietà della pianta.
La specie da sempre ha incontrato il favore dei giardinieri per adornare le aiuole.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Edagricole, Bologna 1982.
Conti F. et ali - Checklist of the Italian Vascular Flora - Palombi Editori - 2005
D. Aeschimann et al. - Flora Alpina - Zanichelli - 2004
Encicl.- Nel Mondo delle Piante - Edizioni Motta - 1980
Selezione R.D. " Segreti e virtù delle piante medicinali" -1980
Galleria della Flora delle Regioni Italiane
Acta Plantarum - Semi ed altre unità primarie di dispersione
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Nino Messina