Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
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Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott
Schott & Endlicher, Melet. Bot.: 17 (1832)
Arum dracunculus L.
Araceae
Dragontea, Dragonea, Deutsch: Gemeine Drachenwurz, Schlangenwurz
English: Common dracunculus, dragon lily
Español: Dragoneta
Français: Serpentaire commune
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: pianta erbacea perenne che raggiunge oltre il metro di altezza, provvista di un rizoma tuberiforme e di un fusto eretto, glabro, grosso e picchiettato di macchie rosse-brune che ricordano la pelle di un serpente ( onde il nome serpentaria).
Le foglie, che si ergono dal bulbo,si avvolgono al fusto con guaine chiazzate, svilluppano un lungo picciolo di 20-30 cm e terminano con lamine fogliari verdi macchiate di bianco, lunghe fino a 35 cm palmato-divise in 9-15 segmenti oblunghi lanceolati, con margini ondulati ed acuti all'apice, inseriti su di un lembo perpendicolare al picciolo o ± arcuati .
L'infiorescenza a spiga, e detta spadice, è avvolta da una ampia brattea ondulata, con bordi sovrapposti alla base e frequentemente appiattita nella parte superiore, detta spata. La pagina inferiore della spata è di colore verde chiaro con margini increspati porporini, mentre l'interno è di colore rosso porpora, scuro, vellutato, talvolta nerastro. La spata e lo spadice sono glabri
Lo spadice lungo 20-60 cm porta alla base numerosi piccoli fiori femminili e maschili separati da alcuni sterili e si prolunga all'esterno con una lunga appendice violacea-scura, a forma di clava.
I frutti sono bacche di un color rosso-arancio.
Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Habitat: Sottoboschi, cespuglieti, terreni sassosi ma freschi, radure fino ad 800 m.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere dracunculus, deriva dal latino dracontium = serpente, mentre il nome specifico dal latino vulgaris = comune = piccolo drago comune.
Proprietà ed utilizzi: Specie tossica
Pianta tossico-velenosa, contiene come tutte le piante appartenenti alla famiglia delle Araceae dei principi tossici molto elevati, sopratutto nelle piante fresche. L'insieme di queste sostanze possono provocare al contatto esterno dermatiti o irritazioni varie. L'ingestione dei frutti, può provocare, nausea, vomito, diarrea con emorragie, crampi muscolari, che in casi gravi possono portare alla paralisi.
Note e Curiosità: A completare la stranezza e la singolarità di questa pianta è il forte fetore che essa emana quando è in fiore, che ricorda quello della carne in putrefazione. Effetto che richiama mosche e moscerini che provvedono poi all'impollinazione.
Infatti questa interessante caratteristica dell'impollinazione accumuna tutte le specie della famiglia delle araceae. Gli insetti pronubi sono attirati dall'intensa secrezione zuccherina di cui sono avidi e dal caldo dell'ambiente prodotto dalla spata per reazioni chimiche. Il calore permette la vaporizzazione di queste sostanze e gli insetti attirati, penetrano nella base della spata e rimangono imprigionati da 2 corone di peli rivolti verso il basso. (la temperatura interna della pianta durante l'impollinazione sale tra i 48 ai 51°C.) essi cercando di uscire si imbrattono di polline ,trasportandolo sui fiori femminili, portando a termine il compito che la natura gli affidato. Ad impollinazione avvenuta, l'infiorescenza si affloscia, i peli interni appassiscono permettendo così l'uscita degli insetti.
Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica. Padova
Lauber K. e Wagner G., 2001 -Flora Helvetica. Bern
Conti F., Abbate G.,Alessandrini A., Blasi C., 2005 - An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
Flamigni S.,Marconi G.,Milandri M., 1989 - Escursioni -Appennino Forlivese e Cesenate. Verona
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Acta Plantarum - Semi ed altre unità primarie di dispersione
Scheda realizzata da Mirna Medri
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Descrizione: pianta erbacea perenne che raggiunge oltre il metro di altezza, provvista di un rizoma tuberiforme e di un fusto eretto, glabro, grosso e picchiettato di macchie rosse-brune che ricordano la pelle di un serpente ( onde il nome serpentaria).
Le foglie, che si ergono dal bulbo,si avvolgono al fusto con guaine chiazzate, svilluppano un lungo picciolo di 20-30 cm e terminano con lamine fogliari verdi macchiate di bianco, lunghe fino a 35 cm palmato-divise in 9-15 segmenti oblunghi lanceolati, con margini ondulati ed acuti all'apice, inseriti su di un lembo perpendicolare al picciolo o ± arcuati .
L'infiorescenza a spiga, e detta spadice, è avvolta da una ampia brattea ondulata, con bordi sovrapposti alla base e frequentemente appiattita nella parte superiore, detta spata. La pagina inferiore della spata è di colore verde chiaro con margini increspati porporini, mentre l'interno è di colore rosso porpora, scuro, vellutato, talvolta nerastro. La spata e lo spadice sono glabri
Lo spadice lungo 20-60 cm porta alla base numerosi piccoli fiori femminili e maschili separati da alcuni sterili e si prolunga all'esterno con una lunga appendice violacea-scura, a forma di clava.
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Note e Curiosità: A completare la stranezza e la singolarità di questa pianta è il forte fetore che essa emana quando è in fiore, che ricorda quello della carne in putrefazione. Effetto che richiama mosche e moscerini che provvedono poi all'impollinazione.
Infatti questa interessante caratteristica dell'impollinazione accumuna tutte le specie della famiglia delle araceae. Gli insetti pronubi sono attirati dall'intensa secrezione zuccherina di cui sono avidi e dal caldo dell'ambiente prodotto dalla spata per reazioni chimiche. Il calore permette la vaporizzazione di queste sostanze e gli insetti attirati, penetrano nella base della spata e rimangono imprigionati da 2 corone di peli rivolti verso il basso. (la temperatura interna della pianta durante l'impollinazione sale tra i 48 ai 51°C.) essi cercando di uscire si imbrattono di polline ,trasportandolo sui fiori femminili, portando a termine il compito che la natura gli affidato. Ad impollinazione avvenuta, l'infiorescenza si affloscia, i peli interni appassiscono permettendo così l'uscita degli insetti.
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott Habitat
Terra del sole (FC) E.-Romagna 18 mar 2007
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott Fusto eretto glabro con le sue caratteristiche macchie
Terra del sole (FC) E.-Romagna 18 mar 2007
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott Apparato fogliare
Terra del sole (FC) E.-Romagna 12 apr 2007
Foto di Attilio Marzorati.
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott Antesi: Lo spadice viola-scuro a forma di clava, la spata, grande brattea ondulata purpurea che avvolge lo spadice
Terra del sole (FC) E.-Romagna 14 mag 2007
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott La spata interna violacea- purpurea, l'esterna verde (piante che giacciono a terra per il troppo peso e mancanti di acqua per la siccità )
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott Molte piante appena fiorite giacevano a terra
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott una infiorescenza, l'appendice dello spadice varia da 20-60 cm
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
Dracunculus vulgaris Schott fiori femminili e maschili separati da alcuni sterili all'interno del tubo cilindrico
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
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marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Dracunculus vulgaris Schott - Dragonea
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Lunamatrona (SU), m 200, lug 2009
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Frutti maturi
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