Sp. Pl.: 474 (1753)
Cerasus caproniana Lam. & DC., Cerasus vulgaris Mill.
Rosaceae
Marena, Marasca, Amareno, Deutsch: Sauerkirsche
English: Sour cherry
Español: Cerezo ácido
Français: Griottier, cerisier acide
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Piccolo albero o arbusto stolonifero; con fogliame deciuduo, chioma irregolare di colore verde scuro; tronco sinuoso rami divaricati e ramuli spessi, quasi nerastri e penduli; corteccia bruno-rossastra che si sfalda orrizonatalmente. Altezza 6÷10 m.
Le foglie, sono alterne, sparse lungo i rametti, hanno un lungo picciolo quasi sempre sprovvisto di ghiandole, sono di color verde lucente e leggermente coriacee; la lamina è ovato-ellittica, brevemente cuneata alla base e acuminata o con breve mucrone all'apice, con margine minutamente dentato, liscia e glabra sulle 2 pagine; stipole caduche, lineari con denti glandulosi.
I fiori dal Ø di 2÷3 cm, sono ermafroditi, raccolti in corimbi peduncolati pauciflori di 2÷4 elementi, portati da brachiblasti fogliosi. Ricettacolo campanulato e glabro; sepali ovati o oblunghi reflessi, glabri, generalmente denticolati; corolla a petali obovati di 8÷12 mm, bianchi. Ovario glabro.
I frutti sono drupe globose, di 20-35 mm, glabre, non pruinose, appiattite alla base, di colore rosso vivo, di sapore acidulo, con endocarpo non aderente alla polpa; nocciolo globoso, liscio, carenato.
Tipo corologico: Pontica - Areale con centro attorno al Mar Nero (clima continentale steppico con inverni freddi, estati calde e precipitazioni sempre molto scarse).
Distribuzione in Italia: Specie Archeofita naturalizzata, in Italia è presente in quasi tutte le regioni.
Habitat: Coltivata ma talvolta inselvatichita in radure o boschi cedui radi; dal piano sino a 1.000 m s.l.m.
Note, possibili confusioni: Specie simile è Prunus avium L. subsp. avium - Ciliegio selvatico
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere proviene dal greco "prounon" "proumnon", di origine sconosciuta. L'albero è προύμνη "proumnē". La maggior parte dei dizionari segue Hoffman, Etymologisches Wörterbuch des Griechischen, (Monaco, 1950), ritenedolo un epiteto preso in prestito da un linguaggio pre-greco dell’ Asia Minore. Il primo uso di Prunus come un nome del genere è da attribuire Linneo in Hortus Cliffortianus del 1737, che divenne Species Plantarum. L'epiteto specifico è il nome dato dai latini all'amareno e deriva da "Kerasun" una località presso il Mar Nero,
Proprietà ed utilizzi:

Costituenti principali: acidi organici, zuccheri, vitamine C e B, pectina, colorante ceracianina, tannini, sali minerali, glicoside dell'acido cianidrico, flavonoidi.
Ha proprietà diuretiche, depurative e drenanti.
I peduncoli del frutti erano un tempo impiegati contro la diarrea, come diuretico, in tisane dimagranti, come depurativo e in decotto, come lenitivo da impiegare sulla pelle screpolata.
I frutti sono impiegati per la produzione di marmellate, sciroppi e liquori quali Maraschino e Rataffia o Ratafia (da non confondere con Ratafià prodotto con sciroppo di ciliegie nere) prodotto tipico dell’ Abruzzo.
L'olio ottenuto dai semi è utilizzato nei prodotti cosmetici, così come la polpa dei frutti può essere impiegata come astringente e tonificante sulla pelle irritata.
Il legno di media durezza, con alburno stretto e giallastro e durame bruno rosato che si accentua notevolmente con la stagionatura e l’invecchiamento producendo venature rossastre, è simile a quello del Ciliegio ed è impiegato nella costruzione di mobili pregiati, di doghe per barriques, di parquet, ed è anche molto apprezzato nel settore della nautica.
Dal fusto si ottiene una resina che viene utilizzata anche come adesivo, mentre dalle foglie si ricava un colorante verde.
I frutti sono appetiti da passeri,storni e merli.
Curiosità: Plinio il vecchio afferma che prima che il console romano Lucius Licinius Lucullus sconfiggesse Mithridates nel 74 a.C., "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui quindi fu Lucullus ad introdurle da Pontus.
Questa affermazione è smentita nei fatti da semi di un certo numero di specie di ciliegie che sono stati trovati in scavi archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici Romani in tutta Europa.
Così come studi condotti sui semi e pollini presenti negli strati preistorici (paleocarpologici) degli scavi dell’area di Lazise hanno rivelato fra l’altro la presenza di Prunus avium vel cerasus.
Già molti secoli prima dell’era cristiana i Greci distinguevano diverse varietà di ciliegie e nel III secolo a.C. Teofraso ne descriveva la coltura come stabile in quei luoghi.
Poche e incerte rimangono comunque le notizie che si hanno del ciliegio acido. Forse i suoi frutti sono raffigurati negli affreschi di Pompei, forse Virgilio si riferiva a questa pianta in un passo della seconda Georgica. Pare accertato che il Prunus cerasus allora fosse impiegato come soggetto da innesto. Oggi le varietà di ciliege coltivate in tutto il mondo sono moltissime e si suddividono, oltre che per il sapore, per la consistenza della polpa, per la forma e il colore del frutto .
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
Flora Iberica - Plantas vasculares del la Peninsula Iberica e Islas Baleares
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
The International Plant Names Index (IPNI)
Scheda realizzata da Zepigi Marinella